copwan(Carnal Records) “Wolves of the North” era del 2010 e iniziò a far circolare il nome di questa band, tra l’altro con giudizi contrastanti tra stampa e blackers. Con un batterista finalmente in pianta stabile gli Svedesi si cimentano nel secondo album. Quando l’ascolto parte con “Day of Reckoning” quasi ho un sussulto: un sound crust/black metal mi investe e proprio la radice crust è un evento inatteso, ma la sorpresa dura poco perché la successiva canzone, “Pentagram Rockers”, si apre con andatura black ‘n roll, un po’ ultimi Darktrhone. A seguire, il tasso black metal aumenta, ma allo stesso tempo i passaggi, momenti e sfumature sparse vanno appunto nella direzione delle due influenze già citate, cioè il crust e il black ‘n roll. In precedenza i Wan hanno espresso una matrice ‘roll’, eppure la sporcizia sonora, il grezzo votarsi al black metal era molto più pronunciato, oggi invece “Enjoy the Filth” rivela uno stile evoluto, un sound più affinato, ma non per questo privo di ruvidità. Il riffing è meno selvaggio, la tendenza a costruire melodie, comunque torbide e sataniche, non viene meno, ma il tutto passa attraverso mid-tempo che esaltano la fruibilità dei pezzi. I pochi momenti estremi, vedi “Pagan Metal Damnation”, eccezionale e primevo black metal, si contano con le dita di una sola mano, il resto (sono tredici pezzi in totale) sfuma in atteggiamenti più lavorati, pensati e costruiti con una buona logica melodica. Il tutto vestito da una seducente distorsione e cadenza del riffing in bilico tra crust, black metal e attitudine rock ‘n roll, ma sempre e comunque sotto il dominio dell’oscurità. “Enjoy the Filth” ha una dose old style del tipo reazione chimica che sprigiona una vivace e allegra violenza.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10