(Nuclear Blast) Lavoro solista per l’eccentrico ex front-man dei Murderdolls. Horror music, horror metal, horror punk… con un tocco commerciale che rende tutto deliziosamente catchy. In un certo senso si può dire che Wednesday è la versione d’oltre mare di personaggi quali Steve Sylvester, tanto che anche musicalmente non mancano delle vaghe similitudini con i nostrani Death SS, con una iniezione di Alice Cooper ed una botta di energia più hard rock, matrice ottantiana, senza dimenticare una massiccia componente anni ’90, che spesso fa voltare lo sguardo a nord, verso la Germania, a casa dei Rammstein. “Condolences” è una botta poderosa di energia malefica, sanguinosa e piena di corpi in putrefazione che con ben tredici tracce esalta, disturba, confonde, riporta in vita… per poi uccidere di nuovo. “What The Night Brings” apre seducente, con quel riff dissonante e provocatorio che si ripercuote su un ritornello che è una minaccia, un presagio, una condanna. “Cadaverous” rende moderno il riff metal più ovvio, scontato e maledettamente classico, dando origine alla scintilla che appicca il fuoco al rogo dell’headbanging più deflagrante. Epica e molto punky “Blood Sick”. Decadente “Good Riddance”. Tirata e minacciosa “You Breathe, I Kill”, una canzone che dimostra una parentela vicina a teorie thrash e death metal, una parentela che viene celebrata con “Omen Amen”, un altro sacrificio delle vertebre. “Cruel To You” è un pezzo eccellente: vergognosamente diretto, punky, con strofe e ritornello di un magnetismo perverso, roba che entra in testa, prende posto, occupa illegalmente senza la minima intezione di mollare l’osso e liberare l’area. Quasi religiosa “Eulogy XIII” con il suo ambient dark wave, violenta e digitale “Prey for Me”, piena di orizzonti oscuri “Lonesome Road To Hell”, mentre la title track è lenta, incisiva, introversa, introspettiva e crudelmente pesante. Chiude la release “Death Infinity”, una dark ballad di qualità, uno dei brani che forse più riporta alle sonorità della sopra citata band italiana. Wednesday 13 si pone innanzi tradizioni musicali dalle quali attingere con intelligenza, rimescolando, reinventando e modernizzando senza perdere il contatto con le sacrosante origini stilistiche. Tuttavia se i vari album precedenti erano un hard rock mescolato con il punk, il nuovo lavoro porta avanti il concetto, lo sviluppa e si materializza in tre quarti d’ora di metal moderno, tagliente, ricco di orrore, con testi decadenti, amore per l’occulto, desiderio di estinzione ed un morboso attaccamento a tutto ciò che ruota intorno alla morte. Quella violenta, truce e priva di redenzione.

(Luca Zakk) Voto: 8/10