(Hammer of Hate) Una Bellissima ed evocativa intro a base di canne di organo introduce ad un black vecchia scuola, ma in pieno stile inglese, molto gotico e decadente, con improvvise accelerate e riff melodici ad accompagnare il tutto. Niente che i Cradle of Filth non abbiano già sperimentato in lungo e in largo, ma ciò non toglie che questo album finlandese di debutto sia stata una piacevole sorpresa. Logico che la voce, decisamente meno peculiare di quella di Dany, rende il tutto ancora meno inedito; ma questa piccola pecca viene controbilanciata da una leggera vena malefica in più rispetto ai Cradle of Filth, soprattutto quelli della parte centrale della discografia. Produzione ed esecuzione sono a livelli piuttosto alti, confezionando un lavoro onesto e all’altezza di nomi ben più blasonati. In fin dei conti non sono poi molti i gruppi che portano avanti questo peculiare genere musicale, e non può che far piacere sentire un po’ di decadentismo in un genere altrimenti dedito solamente alla rabbia pura.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10