(Metal Blade Records) I Whitechapel dal vivo suonano esattamente come nei loro album. Lo scarto tra lo studio e il palco non è abissale; quella pulizia e brillantezza dei brani si coglie in ambedue le circostanze. La carica, gli stratagemmi, le capacità dei musicisti statunitensi si colgono fuori e dentro lo studio di registrazione. Il nuovo capitolo dei Whitechapel di Phil Bozeman, vocalist che porta la propria ugola e il suo uso ad un livello anche più estremo del solito, almeno per i suoi standard, è profondamente radicato nel frontman. Bozeman è cresciuto presso Hardin Valley, un luogo ad ovest di Knoxville, nel Tennessee, e il titolo dell’album riporta proprio Phil e chissà quanto gli altri, in quel luogo. Forse non fisicamente, perché l’impressione è che ‘la valle’ sia un luogo mentale e proiettato nel tempo. Le vicissitudini da bambino di Bozeman, il proprio passato e quanto lo ha segnato, viene raccontato, tirato fuori e sminuzzato attraverso la musica. Tutta la band da una mano al proprio frontman e diventa essa stessa parte di un discorso personale e, probabilmente, mirato a descrivere una riuscita definitiva nel tempo. “The Gallery” è il come raccogliere il meglio possibile da quanto ci si lascia dietro nella propria vita, per andare obbligatoriamente avanti. Un sound oscuro, sottilmente drammatico, soprattutto non più un metalcore facilmente rintracciabile. I Whitechapel evolvono se stessi, avanzando a più riprese in territori groove, thrash, modern metal, metalcore e deathcore. Un sound duro, ma con un significato melodico svolazzante. Insieme a Mark Lewis (produttore anche per Cannibal Corpse e The Black Dahlia Murder), la band tira fuori un nuovo sound pesante, transitando verso strutture più dense e meno nette del previsto. Senza porsi dei limiti, andando avanti anche con più idee e tanto che alcuni pezzi sembrano davvero il frutto di un allacciamento tra parti sparse, tra riff, ritmi e appunti sonori diversi, i Whitechapel emergono alla lunga con una coesione esecutiva, dell’arrangiamento e del sound. “The Valley” così è il passato riemerso ma dal quale si è voluto fare i conti, sia nei fatti della vita che nella musica e capire così quanto si è maturi e davvero una metal band. Ora si aspetta il palco per capire quanto i Whitechapel abbiano ancora di se stessi.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10