copwiht(Devouter Records) Fin dalle prime note questo lavoro dei Wiht appare abbastanza complesso: innanzitutto questo disco consta solamente di tre tracce strumentali di durata abbastanza elevata, dai venti minuti della titletrack, ai dodici abbondanti di “Orderic Vitalis” fino ai nove di “End of the Reign”, inserita come bonus track. L’assenza di voce infatti rende abbastanza difficoltoso seguire lo sviluppo di queste lunghe composizioni che spaziano dall’ambient alla psichedelia, fino a toccare i confini dello stoner/doom. Un sound caratteristico ed originale indubbiamente, ma l’incedere lento e cadenzato può risultare pesante, mettendo l’ascoltatore sul punto di interrogarsi su quando effettivamente arrivi la svolta. Sul piano esecutivo nulla da dire, questo trio sa il fatto suo, nel loro curriculum possono vantare esibizione al fianco di Orange Goblin e Corrosion of Conformity, e ben si muove nell’oceano sonoro che si è prescelto di raffigurare, ma questo genere di lavori sperimentali è riservato ad una nicchia ristretta di fans; quindi “The Harrowing of the North” sicuramente è da definirsi secondo due principali punti di vista: una vera e propria chicca per gli amanti del sound vintage psichedelico, un macigno strumentale decisamente pesante da digerire per tutti gli amanti delle sonorità più classiche e meno aperti verso la sperimentazione.

(Michele Alluigi)Voto: 5,5/10