(Century Media Records) Immenso. Complesso. Imperscrutabile. Impenetrabile. Il quarto lavoro degli americani Wilderun sfugge ad ogni descrizione, ad ogni giudizio, ad ogni punto di vista, perché va oltre ogni soglia, ogni confine, ogni regola scritta o ipotizzata. Nove brani che compongono una unica canzone divisa in quei nove imponenti capitoli che conducono attraverso un viaggio mistico, intimo, introspettivo. “Exhaler” seduce e porta lontano, attraverso una malinconia luminosa, paradisiaca, ricca di una atmosfera mistica… mentre “Woolgatherer” inizia con la sfida dei Wilderun, proponendo una traccia di quasi un quarto d’ora capace di saltare dal rock atmosferico al metal estremo, dal prog al folk con noncurante leggerezza. Capolavoro assoluto “Passenger”: per la progressione, per la variabilità tematica, per la tecnica, per i dettagli, per gli assoli, per i cori. Intima e trionfante “Identifier”; i suoni cosmici di “Ambition” portano nell’universo della trilogia rappresentata da “Distraction” (parte I,II e III), un album nell’album, una ricerca musicale dettagliata dentro un insieme sonoro avvolgente: rock delicato, black metal, rock etnico, death metal, metal sinfonico e glorioso… prima della conclusiva “Distraction Nulla”, pezzo capace di fondere un noise apocalittico con teorie di metal estremo incompatibile con l’aria respirabile e la vita stessa. Potenza. Violenza. Atmosfera. Ricercatezza. Strumenti etnici. Layer che si intrecciano con perversione e violenza inaudita. Un epigono è un seguace, un imitatore, un discepolo di rango inferiore e scadente, incapace di creatività, originalità e personalità, senza virtù alcuna: e questo è in qualche modo l’oggetto de concept personale ma anche la prova schiacciante che chiunque voglia imitare o copiare Wilderun potrà solo ipotizzare di avvicinarsi, arrivando a livelli più bassi, senza mai veramente avvicinarsi, senza mai raggiungere la suprema maestosità del quartetto di Boston. Rock. Prog. Folk. Metal. Death metal. Black metal. Non ha più molto senso classificare la musica di una band che con infinita scorrevolezza salta da un genere all’altro con una disinvoltura che provoca ira ed invidia. Musica appartenente ad un altro mondo, ad una dimensione parallela dannatamente lontana, diversa, inimitabile, irraggiungibile ma infinitamente inebriante ed accattivante. Una dimensione maledettamente attraente.

(Luca Zakk) Voto: 10/10