(Century Media Records) Il terzo album degli americani Wilderun spiazza. Destabilizza. Non c’è alcun limite alla loro fantasia, alla loro trasversalità stilistica capace di scaraventare l’ascoltatore tra black metal e folk, tra prog e sinfonia, tra teatralità e rock classico, tra death metal e metal più accessibile. La cosa si rivela da subito con la opener “The Unimaginable Zero Summer”, un brano con una ricchezza stilistica ben superiore alla media dei contenuti di qualsivoglia altro disco di qualsiasi altra band di odierno rilievo. I Wilderun si lasciano andare, esplorano confini, li superano, li violano, li ignorano, progredendo, esaltando, confondendo. Altalenante e vagamente apocalittica “O Resolution!”, introspettiva e tetra “Sleeping Ambassadors of the Sun”, incantevole e stimolante “Scentless Core (Budding)”. Ricca di stravolgenti sorprese “Far from Where Dreams Unfurl”, provocante e poi cinematografica “Scentless Core (Fading)”. Prog, symphonic e death che si attorcigliano con “The Tyranny of Imagination”, un brano che va dai Cynic ai Death, dai Dimmu Borgir a Ishan, passando per una miriade di altri lidi misteriosi. La conclusiva “When the Fire and the Rose Were On” riassume la genialità artistica del quintetto, regalando ulteriori sconvolgenti sensazioni. Un album difficile. “Veil of Imagination” necessita di decine di ascolti per iniziare ad essere capito, assorbito, fruito. Ma è un impegno da assumersi, ne vale la dannatamente la pena: i Wilderun riescono in un unico disco ad essere corali, violenti, gloriosi, psichedelici, progressivi, metallici e suggestivi. Il parto di menti stilisticamente ubicate molto, molto più avanti!

(Luca Zakk) Voto: 9/10