(AOR Heaven)In circolazione da sei anni gli svedesi Wildness tornano ora con il secondo album, dopo un avvicendamento al microfono. Ed è proprio il nuovo vocalist Erik Forsberg (ex Blazon Stone) ad apportare una ventata di potenza con la sua voce energetica e tagliente. Il melodic hard rock della band va spesso oltre i confini, sfocia in un metal più intenso, molto più tirato dell’hard rock, avvicinandosi a quello di bands quali i Tygers of Pan Tang, come conferma subito “Die Young”, un brano graffiante con le chitarre di Adam Holmström e Pontus Sköld capaci di esaltare. Più suggestiva “Nowhere Land” anche se quel main riff spinge verso un headbanging capace di esplodere in un pre-chorus eccitante prima di un ritornello scintillante seguito da chitarre ricche di tecnica. Vibrazioni mid tempo, tra metal e hard con “Cold Words”, una canzone ricca di feeling ottantiano. “Renegades Of Love” non è una assolutamente una ballad, ospita accenti addolcenti ma è supportata da riff e parti vocali molto grintose, con divagazioni delle chitarre vicine allo speed metal. La power ballad di rito è la bellissima “Falling Into Pieces”, una traccia con un ritornello indimenticabile, mentre “Burning It Down” si mette in equilibrio tra hard rock decisamente lascivo e più pungente. Possente la performance vocale sulla lineare ma coinvolgente “My Hideaway”. Tonnellate di groove su “Denial”, brano con un sapore epico, un refrain classico e chitarre ricche di fascino. Ancora metal trasudante melodia con “Borderline”, prima della conclusiva “The Ultimate Demise” la quale risulta teatrale, in qualche modo progressiva, vicina ad un metal più sinfonico, più epico, più glorioso. Band non particolarmente nota anche se tutt’altro che inattiva, se consideriamo che ha condiviso il palco con gente del calibro di Dokken, H.E.A.T, Dee Snider, Dragonforce, Arch Enemy, Warrant e Vixen. E l’esperienza maturata si sente: “Ultimate Demise” è un album decisamente in stile classico, senza particolari novità stilistiche… cosa probabilmente intenzionale. Ma è il rendere immenso un sound appartenente ad altre epoche il vero punto di forza, tanto che risalta subito una produzione pressoché perfetta… oltre il fatto che nella band militano un vocalist e due chitarristi straordinari!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10