copwinterhorde(Vicisolum Productions) Israele ha sempre cresciuto pochi ma monumentali gruppi metal. Gli Orphaned land sono un nome che da solo potrebbe dare abbastanza credito alla mia affermazione… E devo dire che anche i Winterhorde han cominciato una lenta ma speriamo inesorabile salita nell’olimpo dei grandi. Certo i nostri non sono campioni di velocità compositiva, ma poco importa: ogni album è un passo avanti rispetto ai precedenti. Passi corti ma decisi insomma… La musica dei Winterhorde non è facilissima. E’… piena, satura di strumenti. Tracce su tracce vanno a comporre una sinfonia aggressiva, audace e magniloquente allo stesso tempo. Su tutti svetta la voce; ora pulita ora growl, si alterna con una lirica femminile che enfatizza ancor di più, manco ce ne fosse stato il bisogno, la parte epica e sinfonica del gruppo. E’ come se il gusto della teatralità e della recitazione dei Savatage si fosse imbastardito con un Death mediorientale dal retrogusto svedese e con un pizzico di Dream Theater, giusto per dare un’idea. Nel complesso il lavoro funziona, non stanca nonostante la complessità media delle composizioni piuttosto alta. Ma c’è una sensazione a dire la verità sgradevole che mi ha accompagnato in tutto l’ascolto: spesso e volentieri ho riconosciuto proprio i conterranei Orphaned Land, soprattutto nell’alternarsi di voce pulita e growl, ma speriamo la mia sia stata solo una sana deformazione professionale…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10