(Black Tears Records) L’italiano Roby Grinder, ex Scardis… ma anche membro di Powerdrive e Hastur, quattro anni fa ha messo in piedi questo progetto affiancato dal compagno Jaco Eligor, il quale è sempre stato al suo fianco in tutti i progetti citati. Percorso consueto: cambi di linp-up, affinamenti vari… e finalmente questo debutto estremamente interessante. Certo, siamo in ambito black metal, ma la componente heavy classico, quelle divagazioni melodiche, quelle aperture marziali, rendono “Open The Portal” un album molto avvincente, stilisticamente capace inglobare una vastissima gamma di influenze metal. Sono ben presenti i richiami ai vecchi Immortal, certo, ma già la opener “Earthquake” rivela tutta quella creatività che evade con rabbia da qualsivoglia confine musicale. Diretta e old-school “Birds of Destruction”. Molto epica, inneggiante ad una gloria dannata, “Dead and Evil”. Graffiante la title track, canzone che comunque non evita una parentesi atmosferica ricca di tinte horror. Il thrash metal dilaga su “Eternal Starlight”, appare pesante e molto melodica “Infernal Oak”, mentre è teatrale ed inquietante la conclusiva “Thunderfire”. Un debutto corposo che soddisfa tanti gusti e preferenze in un unica entità musicale; chi ama il black, non può rimanere deluso… ma tutti coloro non strettamente legati al genere nero, possono tuttavia trovare un immenso piacere nell’ascolto di “Open The Portal”, in quanto appare maledettamente sincero, molto musicale, assolutamente ben suonato, composto e registrato, oltre che non fossilizzarsi entro rigidi canoni. Varianti a perte, “Open The Portal” è metallo crudele e oscenamente potente!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10