copWITCH CHARMER(Argonauta Records) Decadenza ed oscurità per questo doom/stoner inquietantemente cantato da una voce femminile, capace di incantare, ipnotizzare, deviare la mente. E’ il debutto su full length per la band inglese, dopo l’EP “Euphoric Curse” del 2013, ed il risultato è valido, non totalmente scontato, in un certo senso particolare. Musicalmente siamo sui canoni doom classici, riff stoner, ambientazioni prive di luce e felicità che diventano quasi magiche, decisamente rituali grazie al timbro vocale di Kate. Duetto con voce maschile sulla opener “Suffer”, mentre i riff ruvidi diventano speciali con le parti cantate di “The Cull”. Ipnotica e veramente molto valida “…To Death (I’ll Drink)”, nella quale la melodia vocale assume connotati quasi sensuali, con una ottima destabilizzazione provocata dal growl maschile. Lunga (oltre i quattordici minuti), potente ma anche ambientale la conclusiva “Stare Into The Sun”, pezzo che alterna riffing graffiante ad una conclusione basata su chitarra acustica ed uno spoken inquietante. Album godibile, non certamente originale ad esclusione della voce e delle varianti quasi folk della traccia di coda. Ma siamo agli inizi ed il genere è complesso, vasto e artisticamente abusato: la band ha ottime risorse, grandi potenzialità, pertanto è alla sua portata, per il futuro, il rendere più personale il valido approccio iniziale.

(Luca Zakk) Voto: 6/10