(Filosofem Records) Solo cinque brani, ma un’immensa e travolgente aura, tanto epica quanto atmosferica, la quale investe con impeto l’ascoltatore. È il quarto album del duo ungherese composto da Gere Karola e Neubauer Roland, un lavoro che prende le distanze dal mondo tecnologico, dal mondo digitale, dagli algoritmi che ci influenzano, per tornare alla natura, alle foreste, alle maestose montagne, dentro la furia del vento, illuminati dal sole, dalla luna, avvolti nell’ombra, confusi dalla luce dell’alba, nascosti dalle tenebre della notte. Come i nostri antenati, come gli antichi, come la purezza spirituale dovrebbe essere: per un ritorno all’essenza, per un ritorno alle origini. Tastiere immense, linee vocali laceranti, riff taglienti, un costante senso epico, forse fantasy, sempre trionfale, dentro un turbino sonoro pregno di malinconia ma anche di brillante visione del tempo, degli eventi, di ciò che verrà. “Ӧrökség”, ovvero “eredità”: l’eredità di una tradizione, di un folklore intenso, di una consapevolezza storica immensa. Musica che trasporta, che porta in un mondo parallelo tanto vicino quanto lontano. Musica che fa riflettere, che fa capire, per un istante, per un attimo tanto fugace quanto maestosamente infinito.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10