(Century Media Records) Ristampe dei primi passi dei Witchery, band svedese che tra il 1998 e il 2001 ha pubblicato tre album e un EP. Le quattro pubblicazioni, cioè “Restless & Dead”, “Witchburner”, l’EP, “Dead, Hot and Ready” e Symphony for the Devil”, vengono rimasterizzate e affiancate da un artwork rinnovato, oltre a una serie di note aggiuntive redatte di pugno dai componenti della band. L’opera di ristampa ripropone dunque questo gruppo svedese che si è sempre distinto per elementi heavy, black, death e thrash metal nel proprio sound, coronando così un metal and roll che offre schemi, soluzioni, riff e quant’altro di puro old style, presentando al contempo sonorità ben centrate e nette tipiche del nuovo millennio. Per maggiori dettagli sulle ristampe QUI.

“Restless & Dead” è un album caratteristico di quanto i Witchery sappiano fare. Dopo la nascita della band nel 1997, l’anno seguente è subito il momento per incidere un album. In esso i riff di carattere heavy metal e le molteplici soluzioni speed-thrash metal, mostrano una band magnetica nel suo suonare canzoni svelte, ancor più trascinanti e segnate da riff immediati e semplici. La ristampa contiene anche tre canzoni bonus.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10

 

“Witchburner” è l’EP del 1999 e segna sette pezzi, ma in questa ristampa ne contiene nove grazie e due inediti molto ruvidi – l’ingegnere del suono è Andy LaRoque, chitarrista di King Diamond tra le altre cose ­– e dove il rock and roll e lo speed metal sono la linfa del tutto. La velocità aumenta in un modo dove i Judas Priest incontrano gli AC/DC ma i primi sembrano avere la meglio. Tuttavia ogni riferimento a possibili influenze diventa superfluo, visto che l’EP contiene almeno quattro cover: “Fast As a Shark” degli Accept, “I Wanna Be Somebody” dei WASP, “Riding on the Wind” proprio dei Judas Priest e “Neon Knights”dei Black Sabbath.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10

“Dead, Hot and Ready” è il secondo album ed esce nell’ottobre del 1999, mentre “Witchburner” esce a marzo sempre dello stesso anno, e in esso la band affonda il colpo. Sound di granito, un po’ Motörhead, soprattutto in “A Paler Shade of Death”, ma i Witchery si sono incattiviti. Sono più neri, più ombrosi eppure i loro riff ruggiscono costantemente di heavy metal, tanto da farli sembrare molto più vicini alla NWOBHM in fatto di ispirazione. Old style ma corroso dal black e dallo speed metal più crudo. Nessuna canzone bonus per questa edizione.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10

“Symphony of the Devil” è del 2001ed è il terzo album, nel quale i Witchery flirtano maggiormente con il black metal, pur tenendo ben ferma l’intenzione di partire da un principio heavy and roll e thrash and roll. I riff sono più rovinosi, come segna già dall’inizio “The Storm”, appunto un vero temporale. Pian piano e canzone dopo canzone, “Symphony of the Devil” mostra tutto quanto a band abbia saputo creare nelle precedenti tre pubblicazioni, da questo momento però la band denota una padronanza nel comporre, nello stile e non da meno in fatto di un’esecuzione meglio definita. Lo si nota attraverso i riff che sono più neri, più continui nel pronunciare la loro interezza e identità. Anche le andature ritmiche, da sempre piuttosto schematiche, subiscono variazioni più sostanziali. Forse meno spontaneo di “Dead, Hot and Ready”, meno fulminante, anche a causa di una velocità spesso ridotta. Eppure “Symphony of the Devil” è egualmente coinvolgente e diretto, forse con una maturità raggiunta che segna appunto una band molto più essenziale ma non svilita o stanca. Le atmosfere restano sempre plumbee, oscure, frutto di principi gotici e tematiche orride.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10