(Karisma Records) Si chiude il cerchio… la Karisma ripubblica anche il terzo album dei progster Wobbler e mette sotto chiave tutta la discografia di questa poderosa band nordica. Originariamente uscito nel 2011, questo “Rites at Dawn” è secondo me il lavoro ‘meno riuscito’ della band, anche se fu il più grande successo della prima era, quella prima di firmare con l’etichetta di Bergen. “Rites at Dawn” cambiò le carte in tavola grazie al nuovo vocalist, Andreas W. S. Prestmo; Andreas è anche un prolifico songwriter e questo disco è sostanzialmente opera sua, specialmente per quanto riguarda testi e relative melodie, trascinando i compagni verso una nuova dimensione. Personalmente la performance di Andreas in questo album non mi emoziona, tanto che la percepisco come l’unico punto debole dentro un turbinio di prog superbo, ricco, curato, registrato e prodotto in maniera sublime. Forse preferivo il precedente frontman, Tony Johannessen? O forse preferivo l’equilibrio creativo più spalmato sui vari elementi della band? Non lo so, però devo anche dire che i successivi lavori della band, quelli nati sotto l’ala protettrice della Karisma (qui e qui), vedono sempre Andreas al microfono… e sono da tempo entrati a far parte della mia collezione di vinili pregiati. Quindi? La sensazione di un momento… il mio (come quello di ogni ascoltatore) o quello della band… che in quella fase forse non è arrivata a connettersi con le onde cerebrali di chiunque. Ma questo fa parte dell’arte, della musica: resta il fatto che anche “Rites at Dawn” è immenso, superbo, contorto… ed ora è anche ritornato, in tutti i formati, fresco di stampa… per continuare quel viaggio che trascina lontano… molto lontano.

(Luca Zakk) Voto: 9/10