copWoland(Indie Recordings) Debutto per i finlandesi Woland, i quali dichiarano di suonare un “post black metal”. La definizione non mi trova molto d’accordo, in quanto queste otto tracce sono si ispirate al black, ma hanno importanti componenti death e blackned death metal. Disaccordi a parte, questi quarantacinque minuti di brutalità raffinata, poderosa tecnica, supportata da ottime tastiere (mai eccessive), risultano coinvolgenti, impattanti, decisamente devastanti. “Conquer All” apre il disco in maniera molto convincente, riportando alla memoria teorie ispirate sia a Dimmu Borgir che a Behemoth. Molto più death metal sulla successiva “Art Of Ascension”, mentre su “Living Water” c’è una ritmica travolgente, e torniamo su territori che traggono ispirazione sia dal black che dal death; stupendo l’interludio melodico, teatrale, atmosferico, supportato da meravigliose chitarre classiche che si esibiscono in assoli ipnotici seguiti da quelli eseguiti su elettrica. Alcune idee innovative sullo sviluppo della lunga “Extacy and Rapture”, che risulta contorta anche se molto ben basata su principi death metal. Il black sinfonico si affaccia con piacevole prepotenza su “Live Forever”, mentre la conclusiva “Elevated Existance” è un po’ riassuntiva dello stile della band, offre una impostazione inneggiante e ricorda di nuovo i Dimmu Borgir anche per l’uso di una voce pulita che, effetti a parte, ricorda quella di ICS Vortex. Un disco che vanta una performance musicale perfetta ma che vuole presentarsi molto più innovativo di quello che effettivamente è. Tuttavia, nonostante non ci sia nulla di sconvolgente o delineante di un nuovo trend, il risultato è accattivante, di sicuro coinvolgimento e dotato di una dose di oscurità e decadenza decisamente imponente.

(Luca Zakk) Voto: 7/10