(Indie Recordings) Già con il singolo “Lorn and Loath” (recensione qui), si capiva che Wolcensmen si accingeva ad una specie di nuovo debutto, una rinascita, una nuova esternazione stilistica travolgente. L’obiettivo è stato sicuramente raggiunto, in quanto queste undici tracce di dark folk fortemente influenzato da mitologia e forze naturali, è un esempio suggestivo e concreto dell’arte di mettere in musica la bellezza crudele del mondo che ci circonda, dando vita a spunti magici, credenze popolari, puro folk e vita in completa simbiosi con i ritmi dettati da quei misteriosi boschi e quei lussureggianti prati verdi, i quali si mostrano infiniti, senza confini, immersi nella pace più assoluta e nei quali regna la sublime ma crudele legge della vita. Lontano da una visione artistica ritrovabile in progetti come i Wardruna, sicuramente legati a tradizioni, più tribali ed etnici, il dark folk del mastermind Dan Capp (Winterfylleth) è più fiabesco, in qualche modo epico, più cavalleresco, più ispirato a saghe di Tolkien o del Sacro Graal, il tutto musicato con una scelta di strumenti che non solo coinvolge quelli palesemente etnici come il kantele, il violoncello ed il flauto, ma include una poderosa performance di chitarra acustica e percussioni suggestive, oltre che gli immancabili suoni della natura. Con linee vocali corali e narranti, il concept ruota attorno ad un giovane uomo sfortunato che se ne va di casa per addentrarsi senza protezione e conforto nella natura più selvaggiaK; in questo suo viaggio si imbatte in straordinari eventi, incontrando varie figure strane, quali un misterioso anziano, dei cigni fuori dal comune, fanciulle con sembianze spettrali e dei nani. “Fire In The White Stone” accompagna musicalmente e con i bellissimi testi, questo percorso surreale ed ultraterreno, regalando emozioni e spunti di pensiero, facendo fede al racconto che Dan ha scritto prima di costruirci sopra questa favolosa colonna sonora. Suggestione infinita con “Hunted”, meravigliosi i suoni cristallini di “The Woodwose”, immensa l’ambientazione di ”Of Thralls and Throes”, struggente la malinconia di “Sprig to Spear”. Divagazioni filosofiche, magia, stregonerie, posti incantati e personaggi eccentrici, un insieme di fantastici spunti che convergono su cinquanta minuti di musica sublime che ipnotizza ad attira magneticamente. Per arricchire il lavoro, inoltre, Dan ha fatto produrre il disco a John A. Rivers (Dead Can Dance) e la bellissima copertina è stata affidata a David Thiérrée (Behemoth, Gorgoroth, Mortiis, Gehenna, Enslaved, ecc.). Un sound epico. Infinitamente atmosferico!

(Luca Zakk) Voto: 9/10