copwolvesofavalon2(Godreah Records) Ecco tornare con un nuovo album gli inglesi Wolves of Avalon, che da due anni mancavano sul mercato (QUI il precedente full-“length”). Ancora una volta i nostri si dedicano a temi della storia inglese: stavolta tocca alla sanguinosa Guerra delle due Rose. Nonostante sia classificato come album a pieno titolo, “Across Corpses grey” contiene soltanto tre canzoni. La titletrack dura trenta minuti pressoché esatti (!): inizio d’atmosfera, con un solo di chitarra praticamente rock, quindi parte un pagan deciso, nervoso, guerresco, tipicamente inglese, prodotto in modo essenziale ma soddisfacente. Attorno al nono minuto fa da rottura un momento strumentale quasi tribale; a seguire, il sound si fa più duro e cattivo, praticamente alla Forefather, con brevi intervalli di folk quasi puro. Attorno al ventesimo minuto la furia rallenta e il fiume di rabbia pagana si divide in mille argini, che si ricompongono su un registro del tutto diverso, praticamente da rock anni ’70 sporco e quasi lisergico. Quando, per gli ultimi minuti, su questo pastiche sonoro rientra il violino, sfioriamo quasi l’avantgarde. Altri due brani in scaletta, entrambi cover: la barbarica “The Voice of Steel”, dei Nokturnal Mortems, che si prende comunque quasi nove minuti, oscuri e fumosi; e “Die Hard” dei Venom, con la partecipazione dello stesso Mantas. Solo una riserva: è poco materiale per il prezzo pieno, forse sarebbe stato meglio fare uscire “Across Corpses grey” come EP.

(René Urkus) Voto: 7/10