(Purity Through Fire) Questo debut album presenta elementi black metal e in misura contenuta anche death metal, con forti rimandi a un doom malinconico, decadente e di novantiana memoria. Qualcosa delle melodie decadenti si avvicina agli October Falls, con i Wooden Throne però impegnati a restare incollati, o quanto meno tentarvi, ai dettami black metal. L’opener “At the Sorrow Chamber” è una delle composizioni più eclatanti nel mostrare gli intenti della band e se “Withered at Sunrise” abbassa i ritmi e offre uno scenario melodico e strutturale struggente, con le tastiere a cementificare il tutto, la title track poi è una ulteriore messa in bella mostra dei connotati sonori proposti dalla band. L’intermezzo “Into Forests Calm”, scenario epico e filmico a suo modo dettato dai sintetizzatori e ritmi marziali, precede le due composizioni conclusive. “Return into Shadows” è black metla freddo ma con cadenze tematiche in melodie epiche e malinconiche quanto evocative. La conclusiva “Through the Timeless Fields” abbraccia le melodie portanti delle tastiere, con un arpeggio di chitarra per una marcia mesta, dimessa e altamente triste. L’oscurità incombe èin “Under the Moon They Wander Until Fading Away”: Mikko Lehto, mastermind della band, crea scenari ossianici, ingrigiti dal tempo eppure pervasi di una certa energia. Influssi di Alcest, del cascadian black metal, del doom più denso e melodioso rinvigorito da atti gothic, sono ulteriori elementi che elaborano ed evolvono un album piacevole per quanto sia struggente, ombroso e dal passo lento

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10