(Season of Mist Underground Activists) Woods Of Desolation altro non è che il multistrumentista australiano D. che in questo progetto musicale si abbandona ad un atmospheric black metal che ricorda molto la corrente del cumbrian black metal. D. ha già pubblicato diverse cose e in totale quattro album e anche “The Falling Tide” viene realizzato, come per il precedente “As The Stars” del 2014, con il contributo di Vlad alla batteria e tastiere, lui che suona proprio questi due strumenti nei Drudkh. The Falling Tide” non presenta novità di grande respiro e anzi le soluzioni sono sempre le stesse. Una base black metal spinta, sparata a velocità folli come nell’oepner e seguente “Far From Here” e “Beneath a Sea of Stars”, entrambe di oltre sette minuti di durata. Queste parti spinte sono contrastate da un flusso melodico che può essere o una chitarra che avanza col tremolo picking, ‘a zanzara’, e con tastiere che fanno o da sfondo alla melodia o ne sono parte. Aumenti e diminuzioni del ritmo con cambi di passo si portano dietro, a volte, possibili cambi di atmosfera. “Illumination”, di poco oltre i cinque minuti, rappresenta un songwriting diverso rispetto ai due precedenti pezzi. Le chitarre sono un tappeto e le tastiere sono la melodia che scorre, mentre la composizione che segue e title track dell’album rappresenta lo scorcio più solare di questo marasma sonoro. La seguente “The Passing” ha un passo ridotto, gli accordi delle chitarre scorrono e l’accumulo di sovraincisioni tra chitarre e tastiere creano un flusso morbido. “The Falling Tide” è chiuso da “Anew” che non si discosta molto dalle due prime composizioni di apertura. In questo album c’è una voce straziante, orizzonti melodici che si espandono verso l’infinito, melodie immediate e dilatate a dismisura, maglie sonore estreme controbilanciate in parte da altre più serene e arrivando però costantemente ad apparire in entrambe i casi come un blocco monolitico. Ci sono luci e ombre in The Falling Tide”: idee e concretezza e un clima emozionale sempre e solo struggente, presente ovunque nei pezzi i quali poi non si separano da una lunga reiterazione di stile che può rasentare la monotonia.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10