(Goomba Music) Probabilmente l’aspetto di Ipek, cantante, per questo album è quello raffigurato in copertina. Nel senso che l’istrionica voce dei Wykked Wytch canta con la massima crudeltà possibile ed è meglio così, visto che i restanti elementi della band ci danno dentro, come se Satana avesse commissionato loro una colonna sonora da adattare a qualche girone dell’inferno. Il nuovo album dei Wykked Wytch è aggressivo come una furia devastatrice, senza pause, privo di un qualsiasi calo emotivo. Certo, non tutti i pezzi brillano, ma non si scende mai al di sotto dell’accettabilità. L’apertura è grandiosa, unica: “Birthing the Beast” è qualcosa di magnifico, forse uno dei loro pezzi migliori e non solo musicalmente, ma anche per il contributo vocale,  un concerto di screaming e clean vocals. I pezzi ci sbattono in faccia come meteoriti, come schegge impazzite di un universo costruito su thrash metal, black e death metal. Un suono moderno, ma non da mammolette, non quelle cose che partono in growling e blast beat e poi ti piazzano un ritornello che non c’entra nulla con il mood del brano. Questi fanno sul serio e mica ti disturba che dopo l’opener la titletrack ti risulta anonima. Basta poco, arriva “Serpents Among Us”, “Despised Existence”, “Prayers of the Decapitated” e te li dimentichi che i Behemoth sanno infondere tanti generi nel loro sound! “When The Sleepers Rise”, altra perla, drammatica e rigogliosa, con altra grande prova di Ipek, oltre che di Kevin Talley (batterista, Six Feet Under). Trova posto anche una sorprendente “Fade to Black”, dei Metallica. La copertina, nel caso vi ricordasse qualcosa, è di Marcelo Vasco (Dimmu Borgir, The Faceless) e registrazioni e mixaggio sono di Daniel Castleman (Winds of Plague, As I Lay Dying), il mastering è di Alan Douches (The Black Dahlia Murder, Job For A Cowboy). L’album è da comprare: fine della comunicazione!

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10