(Scarlet Records) Fantastici. Debuttano gli americani Wythersake con un album tuonante, micidiale, tecnico, melodico ed infinitamente sinfonico. Siamo in pieno ambito black e, riproducendo le dieci tracce, oltre agli assoli heavy, oltre ai massicci richiami death metal e metal classico, è impossibile non pensare a quello che bands quali gli Old Man’s Child non offrono più da anni, considerando il decennio abbondante di silenzio. Certo, dopo una vita scandita dalla musica di bands quali Dimmu Borgir o altri acts che fondono teorie black, sinfonie e divagazioni prog, gli americani non sono esattamente una rivelazione… ma il loro sound, i loro brani, il loro album si rivela impattante, poderoso, curato…. e quelle aperture della chitarra solista allontanano marcatamente questo debutto dal palesemente già sentito o già visto. La versatilità della voce, poi, capace del growl/scream black ma anche di un profondità death, oltre che un rock tetro e suggestivo, è in grado di dare un tocco oscuro, a tratti gotico, all’intero lavoro. L’intro “Prediluvian” crea un’inquietudine epica, inglobando da subito linee vocali devastate. La title track segue con energia, black decisamente sinfonico che sorprende con intensi virtuosismi di chitarra solista. Teatrale e viscerale “The Advent”, più legata ad un black sinfonico d’annata l’evocativa “From A Serpent Spoken“, ricca di dettagli contorti “Iniquity”, apocalittica la possente e lunghissima “Through Ritual We Manifest”, altro pezzo con chitarre soliste incisive  e non comuni per il genere. C’è molta furia su “Feast Upon The Seraph Within”, un brano che si avvalora di clean vocals molto in linea con la dark wave di un tempo. Le linee vocali clean si intensificano sulla tuonante “Unto Light”, rivelando versatilità ed una certa gamma di originalità, mentre la conclusiva “My Profane Goddess” torna ad un black sinfonico d’annata sempre con influenza dark, assoli micidiali… e quel black che qui appare in versione molto più tecnica, virtuosa e legata indissolubilmente al metal degli albori. Album godibile, scorrevole, eccitante. Ricordando che i Wythersake sono una band perfetta per fans di acts quali Dimmu Borgir, Old Man’s Child o Emperor… proviamo a dimenticare per un momento quel che è stato e guardiamo ad “Antiquity” in modo individuale: album intenso, tecnico, con impatto possente, sempre incalzante e dannatamente letale!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10