(Prophecy Productions) I coniugi Barrysmith di Seattle hanno pubblicato un lavoro accattivante e granitico insieme. L’album omonimo di Amy Tung, voce, basso e tastiere, e Jon, batteria, è un buon esercizio di stile nel verso dello sludge metal con inevitabili intercessioni al doom. Amy ha una voce ipnotica, al contempo la sua costruzione strumentale e quella di un vero e proprio wall of sound, cementificato da Jon che si dimena come decisione e trasporto. L’album tinge l’atmosfera di oscurità, toni cupi, persino la voce liscia dei Amy alimenta questa visione grigia del tutto, la quale però aleggia su un oceano strumentale ribollente e catramoso. Il tutto è ovviamente determinato dalla scelta sintetica degli strumenti: tutto è imperniato sul basso pulsante e la batteria tonica e libera. Il resto è la voce, qualche accorgimento di un sintetizzatore, i pedali degli effetti, ma tutto è nella sostanza è ridotto ai minimi termini. I Cobras sono dolci e lugubri insieme, ammiccando con qualche pezzo semplice e frizzante oppure capovolgendo tutto con una marcia ipnotica e funerea.

(Alberto Vitale) Voto: 8.5/10