copzenomorf(Pure Steel Publishing) I Zeno Morf sono fra le poche band norvegesi a suonare il classico heavy/power, e già per questo mi sono sempre stati simpatici. “Wings of Madness”, il secondo disco, non era affatto male (qualche volta mi capita ancora di canticchiare il ritornello di “Riding the Tundra”), e mi sembra che anche questo terzo “Kingdom of Ice” si difenda bene; non che gli scandinavi siano dei fuoriclasse, ma nel loro songwriting c’è qualcosa che li solleva dal grande mare di gruppi tutti uguali. L’inizio dell’album è muscolare ed energico con “Hammer Squad” e il suo stentoreo ritornello “Kill or has to be killed”; acceptiana fino al midollo “Blackout”, mentre “Carved in Stone” si lancia con classe in divagazioni doom (sono invece completamente da dimenticare i passaggi similblack di “Coming Home”, che col resto del brano c’entrano come i cavoli a merenda). Momenti quasi epici in “Home of the Brave”, e militari ma sofferti in “Lost”, mentre il mid-tempo “Our own worst Enemy” ci mette un altro po’ di sostanza. Penalizzante la copertina, ma direi che ci siamo con tutti i crismi.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10