copzerodown(Minotauro Records) La copertina è di Ed Repka, e molti quindi (anche qui in redazione!) sono stati tratti in inganno: invece gli Zero Down suonano un US metal sporco ma tutto sommato classico. Questa band di Seattle, che si definisce formata da veterani della scena del luogo, pubblicizza il proprio quarto album come se fosse una sorta di mix di NWOBHM e punk: non so se sono io che sono abituato a tutt’altre sonorità, oppure si tratta soltanto di chiacchiere pubblicitarie per intercettare gli ascoltatori più giovani, ma (per fortuna!) qui non ci sono né i Sex Pistols né i Ramones, ma solo del sano heavy metal! La opener ha una grinta ruvida, tutta americana, per la quale i Vicious Rumors potrebbero essere un buon referente. Classico rock’n’roll in “Cold Winter Nights”; bazzica un po’ di stoner “Leche de Tigre”, mente la titletrack ha i ritmi dell’ultimo U.D.O. “Black Rhino” tiene fede al proprio nome, ed è più granitica e lenta della media del disco; Frizzante pure “Steve McQueen”, che strizza l’occhio agli AC/DC anche per l’interpretazione vocale di Mark Hawkinson. Come sempre di classe il package marcato Minotauro Records, che racchiude un platter breve, spedito, incisivo e accattivante.

(René Urkus) Voto: 7,5/10