(Ghost Label Rec.) Il niente, l’annullamento delle cose, lo zero. Il nome scelto dalla band Thiene, provincia di Vicenza, è semplice ma dal grande impatto significativo. I Zero provano a essere aggressivi e melodici attraverso il metalcore, il genere che ambisce da sempre a far coesistere le due anime. Essere potenti, aggressivi, aprire a scenari melodici inattesi o incastrati tra breakdown, riff possenti e infatuati di djent metal, è l’essenza della musica scritta dalla band. Probabilmente i testi, ma interpretare i testi nel metal o nel rock spesso è un azzardo, sembrano essere uno spaccato su cosa è oggi l’animo delle persone nella società attuale. I tempi che viviamo emergono in questo album dai suoni duri ma chiari, dai ritmi ossessivi e cattivi, dalle chitarre che creano scenari a tratti e riff ritmici mai eccessivamente lunghi. Il songwriting della band di Thiene è curato e in alcune canzoni propone uno sviluppo che crea un climax. Un momento nel quale il pathos e le emozioni dominanti cantate da Marco Zavagnin esplodono. Il sostrato metal di “Waves of Griefs, Seas of Regrets” è piuttosto nutrito e non mancano situazioni dove sembra di avere a che fare con una melodic death metal band. Dunque un album non semplice, perché se da un lato riesce ad avere una presa immediata con qualche canzone più diretta rispetto alla media generale, da un altro “Waves of Griefs, Seas of Regrets” presenta canzoni profonde ed elaborate e anche oscure e pesanti.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10