copzombielake(Iron Shield Records) Questa band è il risultato di un’amicizia nata pochi anni fa tra il chitarrista Derek Schilling e il cantante tedesco Paul Martin Missy. Il primo viveva negli Stati Uniti e il secondo in Svezia, con il coinvolgimento di altri musicisti attorno a Schilling, la distanza è stata colmata attraverso la realizzazione della musica da un lato dell’Atlantico, quello di New York, e delle linee vocali in Scandinavia. Un lavoro a distanza che ha subito anche diversi ritardi, tra i quali alcuni dovuti a Sandy, l’uragano! Pur tuttavia ecco a voi “Plague of the Undead”, terminato e finito, pronto ad esprimere una sorta di thrash metal prima maniera. Un sound ruvido e quasi underground nella sua veste sonora, pregna anche delle canoniche linee di un riffing a volte un tantino classic metal per le cadenze e qualche melodia. Un thrash metal vissuto, il quale però tenta anche di offrire momenti significativi, evolvendosi in diverse e più variazioni, soprattutto grazie alle sei corde. L’altra è di Ryan Lipynsky, musicista di provata esperienza. Buona la voce arsa e roca di Missy (anche lui con un’esperienza vasta, forse qualcuno lo ricorda nei Protector), discreto il drumming di Anthony Dalessio: il suo lavoro è un martello battente che si rende vivace nelle rullate di passaggio, negli stacchi eppure mi sembra sempre poco incisivo nell’economia del sound. Si sente che questa band ha nelle proprie mani una padronanza del genere e lo si afferra nei vari passaggi e bridge che contribuiscono a comporre i pezzi. Questi risvolti sono il sale di un sound che a tratti mi ha ricordato i primi Coroner e quel thrash-death di derivazione slayeriana. Eppure ho l’impressione che “Plague of the Undead” abbia qualcosa di incompiuto, alcuni pezzi infatti mi sembrano rifiniti con un piglio estremo ed altri invece hanno una veste compositiva ponderata. Non riesco a capire se è l’atmosfera ‘casalinga’ della produzione (vi assicuro che alcuni brani hanno un sound diverso dal resto dei pezzi) oppure se tra i dieci pezzi c’è qualcuno inserito per riempire la tracklist. La percezione è che la band abbia delle idee, pur cimentandosi con qualcosa old-style e quindi con materia già ampiamente sfruttata e che ha detto molto, però il songwriting mi sembra ancora poco uniformato e limpido.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10