DARK DRIVEN – “From The Unbeliever”
(Hammerheart Records) Esordio alquanto grazioso dei Dark Driven, il primo album dopo due anni di piccole pubblicazioni e una militanza parallela o in passato da parte di alcuni, in formazioni come Satanic Slaughter, Höst, Salem. Un trio svedese, con il batterista Nir Nakav di nazionalità israeliana, però anche lui incline alla scuola svedese. I Dark (altro…)

(Coroner Records) Dieci anni per un nuovo album sono un’eternità, ma i Disarmonia Mundi arrivano alla fine del tempo! Il ritorno del duo italiano avviene attraverso “The Dormant Stranger”, ovvero un nucleo di pezzi nella maniera di un melodic death metal agile e dinamico, tagliente e potente. “The Dormant Stranger” nasce sotto l’architettura di
(Underground Activists / Season Of Mist) “Shadow Play” è il tredicesimo album dei Drudkh che sono tra le migliori realtà della tradizione black metal ucraina. Ciò che gli ucraini sono stati capaci di fare suonando il black metal è lodevole. Dopo l’esplosione del genere in Norvegia, l’Ucraina è la nazione che ha concretamente prodotto una scena 



(Agonia Records) Le contorti e sature menti dei Decline Of The I, uno dei nomi più stupefacenti mai uditi negli ultimi venti anni, continuano a partorire mostri e incubi, sogni e delusioni, vaneggiamenti della mente. Il post black metal del progetto francese si sviluppa ancor una volta tra tematiche sonore articolate e tali da accogliere più principi di stile. Tuttavia
(Selfmadegod Records) Provengono dal nord della Virginia ma i loro riferimenti sembrano proprio essere ubicati nell’hardcore newyorkese, solo che i Drugs Of Faith accelerano a più riprese e tanto da sconfinare in certi casi nel grindcore. “The Void” è la composizione chiarificatrice di come agiscono queste spinte compulsive. Con soli dieci pezzi
(Minotauro Records) I Di’Aul bazzicano nel doom da ben oltre dieci anni e ogni volta con un loro disco hanno qualcosa da dire. Per “EvAAve”, quarto album di una comunque nutrita discografia, i cittadini di Pavia si accasano per la prestigiosa Minotauro Records. Registrano l’album a Bologna e con un’attrezzatura completamente analogica, per produrre 
(Trust No One Recordings!) I Disrupted sono svedesi e chiunque ascoltasse un qualsiasi loro pezzo lo capirebbe immediatamente! Siamo di fronte al tipico death metal nazionale, prodotto e coronato dal celebre pedale HM-2 che rinvigorisce le chitarre, foderandole di questo suono che sembra granito elettrificato. Al terzo album nel segno
(Scarlet Records) Nessuna idea su chi siano i Dragonknight e non occorre fare ulteriori indagini, perché se ci si presenta mascherati e con nomi come Lord Gryphon, Lord Kharatos, Lord Solarious, Lord Othrakis, Lord Salo Khan, significa che questo si vuole essere, dei nessuno. Parla la loro musica dunque, fatta con la produzione attenta e levigata 
(Metal Blade Records) Trovo doveroso partire con una premessa: se un singolo brano è ben poca cosa per poter avere un quadro completo sullo stato di ispirazione di qualsiasi band, questo vale ancor più per un artista come King Diamond, il quale da sempre ci ha abituati a concept album dalle trame piuttosto complesse, dove la musica e la storia narrata vanno indissolubilmente a braccetto. 
(Emanzipation Productions) Audace e brillante death metal proposto dai Detest, danesi e al secondo full length, nel quale però presentano il genere attraverso la commistione del thrash metal nelle maglie dei pezzi. Audace perché “A World Drowning In Detest” offre si elementi old style ma attraverso una produzione ben calibrata che lascia schioccare
(Selfmadegod Records) L’etichetta polacca Selfmadegod offre spazio ai galiziani JM Dopico e Avelino Seavedra, i quali provengono da un retroterra crust e hardcore ma non solo. Avelino Seavedra, batterista, possiede anche esperienze jazz e addirittura di musica latina e world music. Con Dopico, chitarra, basso e voce, creano la giusta reazione
(Gates Of Hell Records) Il ‘true heavy metal’ germoglia a Detroit ma non da oggi. Infatti i Demon Bitch si formano in quella città nel 2011 e da allora hanno pubblicato un po’ di cose ma in particolare solo due album. Proprio “Master of the Games” è il secondo e manifesta un puro heavy metal, nella sua forma più classica con diverse parti dove chitarre
(Unholy Conspiracy Deathwork) È “Moritat” l’ultimo album dei Der Rote Milan, il seconod in carriera, ed è stato pubblicato nel 2019. Da allora la band tedesca ha pubblicato un EP nel 2020 e ora questo “Schlund”, il quale confeziona poco oltre 22 minuti di black metal dalle tinte fosche, nelle quali le chitarre fraseggiano trame, melodie letali e oscure 

(Massacre Records) Una band mai troppo uguale a sé stessa, invischiata appunto nella bramosia di toccare più stili, derivando il proprio suonare da cose anche lontane tra loro. Gli spagnoli Dark Embrace si presentano con un nuovo album che non tradisce questa loro voglia così famelica, sincera e in fin dei conti ben controllata di essere così
(Season Of Mist) Ci hanno fatto aspettare quattro anni per una nuova mazzata, riflettendoci su però è comprovato che i Defeated Sanity dopo avere pubblicato album ogni tre anni, proprio dall’ultimo “The Sanguinary Impetus” i mostruosi macellai del death metal erano già passati a quattro anni d’intervallo tra un lavoro e l’altro. Poca importanza, il
(Selfmadegod Records) I Deivos sono una mazzata sui denti, né più né meno. Una violenza calcolata, cinica e spietatamente lucida. Un atto di death metal estremo, portato a un livello tecnico importante ma agile e dinamico. “Apophenia” si scatena attraverso circa trentaquattro minuti con ampie fasi prevalentemente basate sulla velocità, pur con
(Steamhammer / SPV) Nato nel 2007 da una costola dei Visions Of Atlantis e con il nome The Dragonslayer Project, il combo viennese Dragony pubblica il suo quinto full length in studio nuovamente attraverso un’etichetta tedesca. Il precedente album del 20121” Viribus Unitis” è stato pubblicato con la connazionale Napalm Records, mentre i lavori 
(Punishment 18 Records) Con “Spread Your Wings” i Drakkar confermano di amare le cavalcate fulminanti, veloci, magari anche un tantino irruente, come nella coppia di apertura dell’album rappresentata da “Thunderhead” e la title track. Uno stile non manchevole di potenza dunque però con un suo equilibrio. Il power metal dei Drakkar è
(Osmose Productions) Tre album in tre anni e tutti di ottima fattura: “Allégeance” nel 2021, 


(Avantgarde Music) Release inconsueta per la casa discografica italiana la quale etichetta in modo forse un po’ sommario questo disco come ‘Synthwave dalla Finalndia’; 