foto6thcountedmNell’intervistare i 6th Counted Murder, autori dell’omonimo debut album (accessibile a tutti, leggete), si avvertono da subito due componenti importanti della band: passione e professionalità. Un curriculum breve e musicisti con le proprie storie individuali, ma i Milanesi si stano muovendo con livelli di impegno e qualità ammirevoli. Danno da subito l’idea di essere una vera e propria band, sia nel suonare che nel raccontarsi.

Dunque, per riassumere, nati nel tardo 2011, stabilità di formazione nel 2012 e ad ottobre del 2013 arriva il vostro omonimo album. Potresti descrivermi questi due anni?
Andrea: Nel 2011 Gianluca (batteria) ed io (chitarre), dopo anni di silenzio dalla conclusione dell’esperienza “Orthodox”, la nostra band storica in cui in pratica suonavamo dal 1992, abbiamo deciso di rispolverare gli strumenti. Dopo tante belle esperienze, e anche tanti calci in culo, a mente fredda e ripulita abbiamo pensato fosse davvero arrivato il momento di rimetterci in gioco.
Ale: Sono stati 2 anni molto intensi, il tutto per me è iniziato quando il mio amico (e vicino di casa) Andrea mi aveva chiamato per sostituire il loro vecchio bassista. Lui e Gianluca avevano già alcuni pezzi pronti solo da arrangiare, il tutto era nato solo come un bel passatempo. Poi, man mano che suonavamo, ci rendevamo sempre più conto che i pezzi giravano bene e si stava creando un ottimo feeling. A quel punto abbiamo cominciato a cercare gli elementi mancanti. Abbiamo provato a puntare su persone giuste che condividessero la stessa passione. Tecnicamente preparate, ma con il giusto carattere e soprattutto la giusta umiltà. Non è stato facile, ci siamo imbattuti con gente davvero stramba. Ma alla fine siamo stati fortunati perché abbiamo trovato Luca (voce) e Marzio (chitarre)… e anche con loro si è creato subito un ottimo feeling!
Gianluca: Con la formazione al completo tutti abbiamo dato il nostro contributo alla stesura dei brani. Sia utilizzando materiale vecchio, che era rimasto nel cassetto, sia con pezzi nuovi composti da zero. Terminata la fase di composizione, abbiamo lavorato su numerosi fronti: l’arrangiamento definitivo dei brani, la costruzione dei “Basement Studios” per le prove settimanali della band. Infine le registrazioni del disco, che abbiamo deciso di effettuare proprio presso il nostro “quartier generale”.
Ale: Quest’ultimo aspetto è stato per me il più impegnativo perché per la prima volta ho potuto affrontare il lavoro da ingegnere del suono. In passato, infatti, ho avuto molte esperienze come aiuto fonico. Ma questo era il primo progetto che gestivo totalmente per conto mio. Devo ammettere che un grosso aiuto ci è stato dato dal nostro grande amico, Alberto Cutolo del Massive Art Studios di Milano, il merito va anche in gran parte a lui. Alla fine siamo veramente soddisfatti del lavoro fatto. Ancora oggi ci stupiamo di come siamo riusciti a farlo in così poco tempo ritagliando spazio tra gli impegni lavorativi e familiari.
Luca: Sicuramente questi due anni sono stati intensi e carichi curiosità. Arrivando da realtà diverse, ogni pezzo nuovo che veniva proposto è stato una “sfida”. Abbiamo lavorato tutti con la premessa di prendere tutto come un divertimento ma, mentre i pezzi prendevano forma, anche in noi cresceva il desiderio di proporli. Credo che l’insieme delle idee e delle esperienze oltre al rapporto tra i componenti, sia stato il legante essenziale.

6th Counted Murder, un nome particolare!
Andrea: A formazione completata è dunque arrivato il momento di scegliere il nome. Ognuno ha proposto diverse soluzioni, tra le scelte di Gianluca era presente proprio questa: “6th Counted Murder”. Trattavasi del titolo della sesta traccia (strumentale), quindi il sesto delitto, del nostro primo demo registrato come “Orthodox”. Non è stata una scelta immediata, ma è risultata la più accattivante di tutte! Per assurdo, proprio io che avevo dato il titolo al pezzo nel ’93, sono stato il più scettico! Avrei voluto qualcosa di maggior impatto. Poi questo nome mi s’è insinuato sempre più nella mente, ha rappresentato una sorta una continuità col passato. Allo stesso tempo credo che abbia assunto anche un significato simbolico. Il “6th” è per me il “sesto” elemento del gruppo che in questi 2 anni è stato sempre presente, ma che non potrà fare parte della band. Penso a Lele, ex-chitarra/voce degli Orthodox, che poco prima degli anni di silenzio ha contribuito alla stesura di buona parte delle canzoni. I “6th Counted Murder” sono, infine, la sesta band in cui suono da quando ho cominciato la mia avventura di pseudo-musicista…

Album scaricabile gratuitamente e possibilità di acquistare la copia fisica. Perché avete scelto questa politica di gestione della vostra prima opera?
Ale: Ne abbiamo parlato a lungo, alla fine siamo giunti alla conclusione che non volevamo dipendere da una casa discografica né trarre un profitto dalla nostra musica.
Gianluca: La musica è la nostra grande passione. La soddisfazione più grande per noi è quella di comporre pezzi che ci diano belle sensazioni e che ci facciano sentire appagati quando li proviamo… ma soprattutto quando li suoniamo dal vivo. Ovviamente l’altra grande gratificazione è quella di vedere, e sentire, che il prodotto della nostra passione raccolga consensi e, soprattutto, che trasmetta ad altre persone le stesse sensazioni che proviamo noi. Personalmente una cosa che ho sempre odiato è acquistare a scatola chiusa. Quanti dischi e CD abbiamo comprato negli anni ’80 e ’90 basandoci solo sull’impatto della copertina e sul sentito dire? Ma quante volte siamo rimasti delusi appena acceso il lettore! Sono convinto che bisogni prima provare e poi, se il prodotto lo merita, “premiarlo” con l’acquisto.
Ale: Vogliamo cercare di far raggiungere la nostra musica a più persone possibile e ci sembra di aver scelto il modo corretto. E’ vero che oggi esiste la possibilità di ascoltare in anteprima i pezzi su un canale internet come quello di YouTube. Ma secondo noi la qualità audio del canale stesso, oltre al fatto che quasi sempre lo si ascolti dal PC/Tablet/Smartphone, svilisce e mortifica tutti gli sforzi fatti dai gruppi per ottenere la qualità del suono… come il giusto mix delle diverse frequenze audio e, soprattutto, la corretta presenza dei diversi strumenti che faticosamente e con tanto lavoro si è voluta ottenere.
Gianluca: Tutto questo discorso vale quasi esclusivamente quando si parla di band emergenti (o sconosciute) come la nostra, dove non si ha la garanzia della qualità, sia compositiva che a livello di produzione, di quello che si sta acquistando. Per band affermate, quantomeno l’aspetto della qualità audio è fuori discussione. Quindi YouTube va benissimo per un primo assaggio dei pezzi di band già apprezzate. Ecco perchè sul nostro sito potete fare tutto in massima libertà: scaricare singoli brani, scaricare l’intero CD, tutto in MP3 compresso alla massima qualità a 320kb. Si potrà fare poi un’offerta libera se si sarà apprezzato il lavoro. Oppure comperare fisicamente il CD per chi, come noi, è un appassionato ed ancora amante del supporto originale. Pagando un prezzo minimo che, tolte le spese di confezionamento e spedizione, copre giusto la stampa del CD stesso (le spese per la registrazione, mixing, mastering e produzione sono l’investimento per la nostra passione).
Luca: Concordo, il divertimento resta il nostro principale obiettivo. Inoltre, visto il momento, far appassionare le persone in modo accessibile è la cosa migliore.

foto6thcountedm2Potete spiegare la copertina anche in relazione ai testi dell’album? Ho trovato in essi una certa oscurità, un tormento, però vorrei che presentassi tutto il concetto che c’è dietro a quelle parole.
Gianluca: Per la copertina abbiamo cercato qualcosa che visivamente fosse in piena sintonia e formasse un tutt’uno con il nome del gruppo e di questo primo album omonimo. Abbiamo passato settimane guardando centinaia di immagini che evocassero in noi questa visione d’insieme. E’ stato molto divertente ma allo stesso tempo complicato. Trovare qualcosa che dia la medesima sensazione a 5 teste diverse non è sempre semplice. Scavando a fondo nella Rete, ci siamo imbattuti nei lavori Renee Parkes, una fotografa professionista residente a Denver, negli Stati Uniti. Alcuni dei suoi scatti erano assolutamente in linea con quanto avevamo in mente. Lei, poi, si è dimostrata molto interessata al nostro progetto e assolutamente disponibile a fornirci il materiale e tutti i diritti di utilizzo per i fini promozionali del nostro CD.
Luca: Quando ho visionato l’immagine che sarebbe diventata la copertina dell’album me ne sono subito innamorato. È diretta e rappresenta a pieno il mio voler “sbattere” in faccia alle persone ciò che voglio dire. I testi, almeno quelli scritti da me, sono frutto delle mie riflessioni, di ciò che vedo intorno a me è dentro. In Rejection e Road, ad esempio, ho cercato di rappresentare al meglio, quasi volendole confrontare, la società di tutti i giorni e la società ecclesiastica, cercando di esprimere al meglio il mio disappunto sulla mancanza di basi in una e sul creare stereotipi ingannevoli nell’altra. Ogni testo è un piccolo tassello di ciò che sono.
Andrea: Confesso di esser contento di aver avuto l’opportunità di metterci becco, d’altronde un tempo anche questo aspetto faceva parte del mio “mestiere”. Il filone tormentato ed oscuro non rientra più nella mia sfera da tempo. Ma anche se non mi affascina è ormai Luca il nostro paroliere. Lui ha la priorità, deve aver la possibilità di immedesimarsi in ciò che canta. Quello che ho scritto di mio pugno risale a prima dell’entrata del nostro “urlatore” nei 6thCM. Sono in particolar modo legato a “Heaven Kills”, il mio epitaffio per la persona che mi ha iniziato al mondo Metal e che se n’è andata in un modo inaspettato e brusco. “Evil Mode”, co-scritta con Ale, è proprio vecchio stampo. Forse banalotta, ma rivoluzione e anticonformismo la fanno da padrone! Qui abbiamo rievocato temi di rivoluzione giovanile metallara… Due chicche “fuori tema” che vorrei proprio citare sono invece: “Sleepless Night” scritta da Ale, un testo propriamente sentimentale… davvero! …e “Dead Man Talking”, un vero e proprio racconto, molto figurativo. Opera di Marzio dove, secondo me, testo e musica si mischiano alla perfezione!

Io ho scritto che il vostro sound pende molto verso il thrash metal tecnico, ma ho riscontrato anche altre sfumature, come il death ma anche l’heavy metal. Tra di voi qual è stilisticamente il punto di incontro, l’elemento che vi lega nel comporre e suonare?
Ale: Quasi tutti noi arriviamo da precedenti esperienze legate al thrash vecchia scuola, anche perché non siamo più dei ragazzini… ahimè! Per quanto mi riguarda ho suonato un pò di tutto ma il mio stile compositivo è stato sempre legato al gothic metal e al rock progressivo. Quindi è stata dura dover adattare le mie composizioni a un suono più aggressivo, ma credo che grazie alla collaborazione continua con gli altri ragazzi della band ne siano uscite delle ottime cose.
Andrea: Concordo in toto con Ale. Sono sempre stato abituato a scrivere a 2, massimo 4 mani. Non credevo di poter trovare altre persone che mi potessero completare così facilmente, è stata una sorpresa unica! La cosa più bella è che gli altri arrivino all’istante dove non arrivo io. Ciò che ci lega maggiormente è che tutti ascoltiamo tanta, ma tanta, musica… e non solo Metal. Ci sono molti stimoli…

Cosa significa essere una metal band a Milano? Le band metal popolano tutta l’Italia, però i problemi spesso sono comuni sia per chi vive e suona in un paesino sull’arco alpino e chi lo fa in una grande città.
Ale: Credo che vivere in una grande città aiuti molto in ambito musicale. Sei più facilitato a trovare persone con cui condividere la tua musica e posti dove suonare, rispetto a un piccolo paese dove magari fai centinaia di chilometri per trovarti a provare o a suonare dal vivo. Io devo molto a Milano per la mia crescita musicale. Mi ha dato la possibilità di conoscere ottimi musicisti e persone stimolanti anche grazie a locali metal come il Wizard, attualmente, ed il vecchio e rimpianto Midnight in passato.

Nell’immediato futuro cosa state programmando di fare?
Ale: Stiamo cercando di organizzare un pò di date “live” per promozionare il CD. Vorremmo cercare di condividere il palco con altre band con cui siamo in ottimi rapporti e, comunque, non rifiutiamo praticamente mai una proposta di concerto se la riteniamo valida. Parallelamente stiamo già lavorando a del nuovo materiale, non vorremmo far passare troppo tempo prima un secondo album. Anche se vogliamo essere sicuri che i pezzi nuovi siano all’altezza del primo CD, quindi non pubblicheremo nulla se non saremo soddisfatti al 100% di quello che stiamo componendo. Siamo anche molto curiosi di leggere le diverse recensioni che sono state e saranno pubblicate, soprattutto per capire dove poterci migliorare. Le vostre critiche ci aiuteranno sicuramente a crescere.

Grazie e ancora complimenti. Vi lascio terminare.
Gianluca: Ovviamente ringraziamo te e tutte le persone che stiamo incontrando in questi mesi. Con la vostra passione sostenete la scena Metal Underground permettendoci di farci conoscere e di dar voce alle nostre idee. Esortiamo tutti ad andare sul nostro sito www.6thcountedmurder.com per scaricare ed ascoltare i nostri pezzi. Visitate la nostra pagina Facebook https://www.facebook.com/6thcounted Qui potrete trovare tutti gli aggiornamenti sul nostro lavoro e sulle date “live” che faremo nei prossimi mesi!
Luca: Davvero, grazie per la possibilità di questa intervista! In questi due anni abbiamo avuto molti stimoli interni per andare avanti. Ma è soprattutto grazie agli esterni, che ci hanno sostenuto sin da subito, che siamo arrivati ad avere un album. Le nostre famiglie e gli amici più cari sono stati un’ottima motivazione quindi è proprio loro che vorrei ringraziare.
Andrea: Date un ascolto a quello che abbiamo da proporre, è gratis! Dovesse piacervi passate parola, condividete, parlate un pò di noi! Magari ci si vede al nostro prossimo concerto, ci beviamo una (qualche) birra insieme! …and keep on counting murders!

Grazie per l’opportunità Alberto “The Metalhead”!

(Alberto Vitale)

Recensione