fotoaephanemer1Un esordio personale e fuori da molti degli schemi musicali moderni non è da tutti, ma i francesi AEPHANEMER sembrano esserci riusciti in pieno (recensione qui). Ecco allora una ghiotta occasione per intervistare il fondatore, Martin Hamiche. (read it in English here).

MH: Un saluto al gruppo da tutta la redazione di METALHEAD.IT. Intanto complimenti per l’ottimo esordio sulla lunga distanza. Capita poche volte di sentire un suono fresco e inedito e nel contempo ben definito già al primo album…
Martin: Grazie! Beh, penso sia molto importante comporre musica fresca e nuova infatti. Ci riteniamo molto soddisfatti di quel che abbiamo fatto con “Memento Mori”! Naturalmente sappiamo che questa è una cosa sostanzialmente soggettiva e che c’è gente che non sarà d’accordo con noi (e con te), ma non ci facciamo molti problemi sull’argomento. (ride, ndr)

fotoaephanemer3MH: il vostro lavoro si presente molto curato fin nei particolari, ad esempio la copertina. Molto bella e suggestiva. In che misura è legata all’album?
Martin: L’argomento dell’album è proprio “Memento Mori”, un’espressione latina che significa “Ricordati che devi morire”. Volevamo una copertina che rappresentasse l’idea secondo la quale viviamo in un mondo dove vita e morte coesistono, quindi abbiamo cercato di rispettare un equilibrio tra una vegetazione viva/colorata e coperta/arida. A prima vista questa copertina può sembrare gioiosa ma credo che sia più sull’equilibrato che altro, e osservando bene diventa ovvio.

MH: veniamo alla musica. Possiamo parlare di un concept, oppure ogni traccia ha una vita propria?
Martin: Tutte le canzoni girano attorno all’argomento “Memento Mori” e assieme formano una specie di viaggio attraverso l’elaborazione del lutto e ciò che viene dopo. Tuttavia non definirei “Memento Mori” un concept album, in quanto non stiamo veramente seguendo il punto di vista di uno specifico personaggio.

MH: com’è avvenuta la stesura delle canzoni? C’é una sola mente dietro o nasce tutto da un lavoro di squadra?
Martin: Beh, ho composto io le canzoni e Marion ha scritto i testi. Molto semplice. (ride, ndr)

MH: Quando ho ascoltato il lavoro per la prima volta, ho notato dei riferimenti a qualche gruppo qua e là, ma mai un’ispirazione ben precisa, se non alcuni gruppi melodici scandinavi. Ne risulta infatti un lavoro dalla forte personalità ma che rimanda al Folk come elemento imprescindibile. Sbaglio?
Martin: Hai ragione! Per quanto riguarda la musica, la mia principale influenza viene dai gruppi scandinavi, ma apprezzo molto anche la musica folk tradizionale e penso si senta in molte canzoni! “Hellebore”, “The Call Of The Wild”, “Crows” hanno quella vibrazione folk che mi piace molto (ride, ndr).

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MH: Negli ultimi anni le voci femminili in growl sono diventate in molti casi le componenti principali di gruppi di successo. E’ stata vostra volontà cercare fin dall’inizio una voce femminile o il tutto è stato dovuto al caso?
Martin: Dopo la release di “Know Thyself” nel 2014, mi sono reso conto che avevo bisogno di una growler femminile per creare la musica che avevo in testa. Sono stato fortunato ad incontrare Marion qualche mese dopo, ed ha funzionato bene. (ride, ndr)

MH: Veniamo ora al nome del gruppo. Puoi spiegarcelo?
Martin: Certamente! “Aephanemer” è l’unione di due parole in francese: “fânée” (piegato) e “éphémère” (effimero). Sono due parole legate alla stagione dell’autunno, che a me piace particolarmente.

MH: Vi chiedo questo perché associando il vostro nome con il titolo dell’album, mi è sembrato che voleste rimarcare la velocità con cui può sopraggiungere la morte e di conseguenza su come siamo comunque esseri di passaggio su questo mondo, magari nelle mani di esseri superiori che giocano con le nostre esistenze. Che ne pensate?
Martin: È esattamente lo scopo dell’album! Oggi siamo vivi, ma tra qualche anno ce ne saremo andati, tutte le persone che conosciamo se ne saranno andate, così come la maggior parte di ciò che ci circonda. Viviamo in un mondo deperibile e la nostra vita è breve, ma questo non è da vedersi come una cosa triste! Abbiamo comunque tempo a sufficienza per vivere felicemente e fare le cose che veramente vogliamo fare. Dobbiamo solo farci delle domande sula nostra vita per identificare cosa ci rende felici e cosa no.

fotoaephanemer5MH: Passiamo ad altri argomenti. Come vedete la scena francese al momento? Personalmente penso che siate una nazione che abbraccia un po’ tutti i sottogeneri del metal…
Martin: Infatti, ma sfortunatamente non abbiamo tante metal bands melodiche! Di fatto abbiamo tante piccole band melodiche, ma nessun nome grosso.

MH: Per voi è importante la parte live della band? Avete progetti futuri in merito?
Martin: Certo! Ci piace suonare dal vivo e lo vogliamo fare il più possibile. Stiamo mandando proprio ora le nostra proposta per vari festival metal e speriamo ci vengano date delle opportunità!

MH: Nel ringraziarvi per il tempo concessoci, lascio a voi la parola per i saluti…
Martin: Grazie del vostro tempo dedicato a leggere questa intervista! Il nostro nuovo album è uscito il 16 settembre. Se vi piace il death metal melodico scandinavo o, più generalmente, il metal melodico spenderete bene il vostro tempo con questo disco!

(Enrico “Burzum” Pauletto)

Recensione qui.

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