L’uscita di Darkness Land” ci offre la possibilità di discutere con gli Aetherna, alternative metal band romana al debutto, ma che si mostra già molto matura e preparata. Con noi ci sono la Singer Germana, il chitarrista Enzo e il bassista Marco. Buona lettura!

 

Salve ragazzi, tutto bene? Come è stato accolto finora il vostro debut “Darkness Land”?

Germana: Ciao a tutti, va tutto alla grande, grazie!! “Darkness Land” sta andando molto bene, stiamo ricevendo molti riscontri positivi anche all’estero, soprattutto siamo molto contenti che la nostra musica sia apprezzata da un pubblico di tutte le età e che ascolta anche generi diversi dal nostro!

È d’obbligo, mi sa, una presentazione generale della band e delle vostre attività…

Enzo: Dal 2015, anno di formazione della band, dopo diverse sperimentazioni sonore, durante le quali la band ha subito vari avvicendamenti, giungiamo al 2017 in cui abbiamo raggiunto lo status attuale, in particolare con l’arrivo di Germana. Con lei la band ha condiviso da subito feeling ed emozioni grazie alle quali è stato possibile dedicarci con passione ai nostri brani originali che compaiono poi sul nostro primo album “Darkness Land”. Oltre all’attività creativa, diamo molta enfasi agli eventi live, in cui cerchiamo di esprimere sempre il nostro modo di vivere la musica.

“Darkness Land” mi è sembrato un ottimo disco, se proprio fossi costretto a muovervi un appunto vi direi però che è breve! Sei brani e una cover (ottima scelta, tra l’altro!) assommano al classico ‘formato vinile’. È una scelta o una necessità?

Marco: La tua intuizione è giusta! La scelta della durata del disco vuole ricordare proprio la durata dei vecchi vinili che era di circa 45 minuti e potevano essere inseriti in una musicassetta da 46, un omaggio alla nostra epoca!

Enzo: Vorrei aggiungere comunque che molti dei nostri brani hanno una lunga durata, riflettono dei percorsi introspettivi precisi a cui noi crediamo e che vorremmo trasmettere anche alla gente che ci ascolta. Noi normalmente non studiamo nulla a tavolino. Un po’ come essere a scuola ed avere un compito davanti: puoi svolgerlo in tanti modi, impiegandoci poco o una vita, ma dando sempre importanza al risultato da raggiungere.

Chiederei ora qualche informazione in più sui brani che mi hanno colpito maggiormente: “Event Horizon” e “Devil’s Lullaby”.

Germana: Come diceva Enzo, nulla è studiato a tavolino e soprattutto nessuna canzone è concepita pensando al successo o al gradimento che possa ottenere. Nelle nostre canzoni è sempre racchiuso un messaggio che proviene da canali sottili, ci sono giorni in cui siamo molto ricettivi e altri in cui ci fermiamo. “Event Horizon” è un’esortazione ad ascoltare anche la nostra parte più profonda, non solo la parte razionale, aprirsi ad un nuovo modo di affrontare la vita che richiede il coraggio di abbandonare ogni schema fisso per affidarci ad un flusso ignoto. In “Devil’s Lullaby” parla quella voce che sentiamo nella nostra testa ogni volta che siamo preda delle nostre paure che ci limitano, un’entità che si nutre della nostra energia, ma noi possiamo scegliere se continuare ad avere paura e restare bloccati oppure trasformare i nostri limiti in punti di forza e trovare la libertà di essere noi stessi fuori dal nostro stesso giudizio.

Lo stile di Germana Noage mi è piaciuto molto, a tratti aggressivo ma sempre melodico. È la sua prima esperienza da cantante?

Germana: In realtà il mio debutto è stato a 15 anni, la mia prima cover band aveva un repertorio di musica rock anni ’80/’90. Provengo da una famiglia di artisti, il mio nonno materno era un ballerino di tango! Ho avuto esperienze di vari generi e stili musicali nel corso degli anni ma con gli Aetherna è la mia prima esperienza nel genere metal ed è stato amore al primo ascolto! Sono comunque una persona in continua trasformazione e alla ricerca incessante di una mia personalità,  ogni esperienza live è un passo in più verso la mia vera natura. Ho molti miti anni ’80/’90 radicati dentro, cerco per quanto possibile di non emulare nessuno né di cadere nella trappola dell’omologazione. Questo può piacere o no, ma l’importante per me è esprimere me stessa portando fuori quello che ho dentro, un po’ aggressiva e un po’ melodica perché porto sempre con me sia la luce che le ombre!

C’è una storia dietro la copertina, giusto? Mi piacerebbe che ce la narraste…

Germana: La copertina descrive il luogo onirico dove nasce “Darkness Land”. Enzo fece un sogno in cui vedeva una casa con un faro su una scogliera, scorse la figura di una donna affacciata alla finestra che lo guardava e da li iniziò la composizione della title track. Quando io sentii la canzone la prima volta ne fui rapita! Non ero a conoscenza del sogno di Enzo ed una sera prima del nostro primo live insieme gli raccontai di un mio sogno in cui ero in una casa su una scogliera dove vedevo un uomo senza volto… immaginate la sua faccia!

Ho potuto vedere anche il video della titletrack, sono molto belle le location… dove lo avete girato?

Germana: Il video è stato girato a Calcata (VT) in due location: la parte live alle cascate di Monte Gelato e la parte che racconta la storia dentro il paese di Calcata, incantevole!

Il release party a Roma, ora una data a Milano, e poi? Gli Aetherna saranno in tour nei prossimi mesi?

Germana: Continueremo sicuramente la promozione di Darkness Land  ma abbiamo già in progetto di lavorare sui nuovi pezzi per un nuovo disco, perché non ci vogliamo certo fermare qui!

Faccio questa domanda quasi ad ogni intervista e quindi non la risparmierò a voi!  Quanto è difficile suonare metal in Italia, magari con un focus in particolare su una città come Roma? Vi sentite valorizzati, motivati… oppure rimpiangete di non essere nati in Svezia?

Enzo: In realtà non rimpiangiamo nulla. Siamo ovviamente coscienti, nonostante la nostra presenza nelle scene iniziata da relativamente poco tempo, del clima presente in Italia ed in città come Roma. Manca sicuramente quel pizzico di coraggio per poter osservare, godere e valorizzare questo tipo di musica. Un po’ forse per avventati giudizi e pregiudizi. Un po’ per l’esplosione del numero delle band, favorita dall’avvento dei social, questo inevitabilmente porta a volte dispersione. Al momento non ci curiamo molto di tutto questo, né ci scoraggiamo, cercando solo di trovare i varchi giusti per poter dire la nostra osservando ed imparando da molti nostri bravissimi colleghi.

La fine dell’intervista spetta, come da tradizione, alla band. Grazie per il vostro tempo e a presto!

Enzo: Ci piacerebbe invitarvi ad ascoltare i nostri brani e leggere i nostri testi, tra l’altro c’è un libretto molto carino all’interno del nostro disco con tutti i testi delle nostre canzoni. Non desideriamo altro che la gente capisca ed interpreti le nostre canzoni cosi’ come noi le abbiamo concepite….ED E’ SEMPRE FOTTUTISSIMO METAL !!!

(René Urkus)