fotoashesofchaosEccovi una intervista con i progsters romagnoli ASHES OF CHAOS, freschi della pubblicazione del loro debut “Eye”. Risposte argute e interessanti di queste ‘nuove leve’ che, al contrario di noi vecchietti, preferiscono i Pain of Salvation ai Dream Theater! Buona lettura!

Salve ragazzi, e benvenuti sulle pagine di MetalHead! Direi di iniziare con una canonica presentazione della band…
Ciao, innanzitutto grazie mille per l’intervista! La nostra strada è iniziata nel 2008 quando decidemmo di fondare una band con l’intenzione di proporre cover al nostro pubblico. Parallelamente alle tendenze metal e hard rock abbiamo iniziato presto a sviluppare una forte connotazione progressive, che ci ha poi portati a comporre i primi pezzi di quello che poi sarebbe diventato “Eye”. Cerchiamo di comporre musica che prima di tutto piaccia a noi stessi e dopo due anni di duro lavoro pensiamo di esserci riusciti!

Bellissimo il nome che avete scelto! È una vostra personale creazione oppure è un tributo, una citazione o simili?
Di per sé il nome è nato quasi per caso: inizialmente volevamo riprodurre la tendenza progressive ad unire due parole appartenenti a campi semantici diversi e che eventualmente avessero tra loro poco a che fare. In un secondo momento, cominciando a creare il concept che sta dietro “Eye” ci siamo resi conto che effettivamente il nome rispecchiava perfettamente le tematiche a noi care. Cosa può rimanere dopo che la distruzione (o il nostro caso, il caos) ha compiuto il suo dovere?

Ho apprezzato molto il vostro esordio “Eye”, che se non sbaglio è un concept basato su un evento catastrofico che colpisce il nostro pianeta…
Solo in prima battuta. “Eye” infatti, oltre all’ambito puramente materialistico della distruzione del pianeta e della sua popolazione, presenta una sezione più psicologica che mette al centro della narrazione i conturbanti pensieri del protagonista. Costui, per non cadere in preda alla pazzia, viaggia all’interno dei propri incubi per affrontare le sue paure legate al mondo esterno, come la perdita di tutto quello che lui considerava vita. Quindi l’apocalisse e il meteorite sono soltanto un set nel quale ambientare la vera battaglia dell’uomo.

“Parallels” e “Rinascita” sono i brani che mi hanno convinto maggiormente e sui quali mi piacerebbe avere qualche informazione in più!
“Parallels” è la suite che conduce l’uomo all’interno dei suoi peggiori incubi. Egli si ritrova ad affrontare i ricordi dei cari, dei luoghi e delle emozioni ormai perse nel suo stato di isolamento. La canzone si conclude con una visione finale che anticipa la strumentale “Novilunio”, la notte più buia possibile. “Rinascita” d’altro canto conclude l’album e racconta la nuova fondazione della società umana una volta abbandonati i bunker, seppur lasciando un senso di vago. Dopo aver attraversato la fatidica scelta tra la pazzia o il risveglio, ‘Come vivremo, cosa faremo? Come sarà? Ricomincerà?’.

Com’è la scena metal romagnola? Di recente ho avuto fra le mani il disco degli Empyrios, vostri conterranei, ma ricordo almeno altre cinque o sei band di zona che, negli ultimi due anni, mi hanno sottoposto le loro creazioni!
La scena metal qua in Romagna è abbastanza attiva, soprattutto nell’ambito cover band. Essendo una zona di turismo non mancano contest musicali e band che propongono canzoni di Metallica o Iron Maiden. Allo stesso modo non mancano band che propongono brani originali, alcune tra loro anche al secondo o terzo cd pubblicato, come Deadly Carnage, Ancient Bards e, appunto, Empyrios.

Ampliando il discorso a tutta la Penisola: vi sembra che l’interesse per il metal sia cresciuto o diminuito in questi ultimi anni? Ci sono poi buone possibilità di suonare live nella vostra regione?
A nostro parere l’interesse per il metal in Italia è rimasto immutato negli ultimi anni, e quindi relativamente basso. Ovviamente parlo di band che propongono musica originale, dato che le cover e tribute band hanno un seguito sempre più ampio. Ad ogni modo, in tutta l’Emilia-Romagna ci sono parecchie location interessanti per proporre la propria musica. Sparsi per la regione abbiamo locali che spesso aiutano a promuovere band, tanto che ci stiamo organizzando per future date in giro per la penisola nei prossimi mesi!

Symphony X o Dream Theater? E spiegatemi perché naturalmente!
Beh, Opeth e Pain of Salvation! Preferiamo seguire un’idea di progressive metal più legata all’atmosfera e alle sensazioni create, piuttosto che basarci su un’impronta maggiormente virtuosistica.

C’è qualcuno nella band che vive o aspira a vivere di musica? O una prospettiva di questo tipo vi sembra assolutamente impraticabile in Italia?
La prospettiva di vivere di musica esiste, per quanto sia più difficile da mettere in pratica qui piuttosto che in altri paesi europei. Ovviamente non parlo di vivere soltanto tramite la band, ma anche di dedicarsi ad attività affini alla musica, come ad esempio insegnamento, produzione in studio o service live. Nessuno di noi vive di musica, ma almeno in due stiamo lavorando e studiando per poter un giorno raggiungere questa realtà!

Cosa c’è nell’immediato futuro della band? Avete avuto la possibilità di partecipare a qualche festival, in quest’estate appena conclusa? E avete in programma altre date live?
Abbiamo iniziato a buttare giù idee per il nuovo album. Il concept è già pronto e un paio di pezzi cominciano a prendere vita. Per quanto riguarda l’aspetto live invece è da qualche tempo che non ci proponiamo live poiché stiamo organizzando il nostro live ‘ideale’, con luci, video ed effetti visivi oltre che musicali, in modo da coinvolgere completamente il nostro pubblico (che ovviamente potrà sortire il giusto effetto solo negli spazi adeguati). Come dicevo, ci stiamo organizzando per future date per l’Italia, e perché no, magari in futuro ci prepareremo per qualche data all’estero!

Vi ringrazio per il vostro tempo, la conclusione della chiacchierata spetta naturalmente a voi!
Nuovamente ringraziamo Metalhead per l’opportunità di questa intervista! Invitiamo chiunque a seguirci sulle nostre pagine web, presto ci saranno grosse novità da casa Ashes of Chaos!

 

(Renato de Filippis)

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