fotoatojQualche parola con Roberto Bassi e Antonio Rodio, due dei cinque membri degli Atoj. La band è di Lodi e si è ripresentata con un nuovo EP omonimo, composto da sei canzoni dalle andature post metal e hardcore.

Ciao, complimenti per il vostro nuovo EP omonimo. Sound interessante, tra post metal, hardcore, mathcore. Siete arrivati a quello che avevate in mente di fare, oppure cogliete l’attimo. L’ispirazione…
Ciao a tutti, grazie per le belle parole, ci fa molto piacere! Tutto è nato in maniera molto spontanea e naturale: con questo EP siamo arrivati a fare quello che è il nostro modo di fare musica, tutto ciò che ci circonda, dall’emozione di un determinato periodo o un semplice fatto accaduto, ha influenzato il nostro modo di creare qualcosa che ci potesse soddisfare appieno. A questo si aggiunge anche il fatto che a ognuno di noi cinque piacciono sfumature diverse dello stesso genere, cosa che ha dato quel tocco in più al risultato finale. 

”Atoj” è stato missato e masterizzato a San Francisco da Jack Shirley (Deafheaven, Loma Prieta, Comadre e altri), come lo avete scelto?
Si vede che doveva andar così… La maggior parte delle cose che stavamo ascoltando in quel periodo sono tutte opera di Jack e dei suoi “giardini atomici” (ovvero il The Garden Atomic Recording Studio appunto di Shirley, ndr). In passato aveva collaborato con altre band vicinissime a noi (dei cari amici Selva agli Shizune) e questo ci ha spinto ancor più a lavorare con lui. Il suo tocco è stato proprio quello che ci voleva, la ciliegina sulla torta. Ha saputo dare quello che volevamo trasmettere: quel suono cupo, grezzo e naturale allo stesso tempo che cercavamo e ci ha reso molto soddisfatti, non solo per il suo lavoro ma anche per la sua disponibilità e professionalità.

Perché i titoli dell’EP sono tutti riferiti a delle fobie (Kleptophobia, Demonphobia…)?
Oltre alla musica abbiamo voluto estremizzare anche i titoli dei brani… Ognuno descrive il testo tentando di portarlo sotto forma di paura, morbo/sindrome, per riuscire a creare ancor più disagio: anche solo leggendo il titolo.

Prima di “Atoj” avete realizzato un album nel 2011, “Athena”. Di che ‘pasta’ è fatto quel full length?
“Athena” è il nostro passato. In quel disco ci sono più di quattro anni bellissimi in cui abbiamo cercato quello che ci piaceva, tentando di suonare il più possibile. Possiamo dire senza ombra di dubbio che senza quello non saremmo qui a parlare di tutto ciò che stiamo facendo finora.

Siete una band che mette insieme almeno due filoni musicali, diciamo pure che esibite uno stile composito. Pensate che le idee migliori possano arrivare proprio da un crossover tra generi?
Sicuramente ascoltare più musica differente possibile ti aiuta, crediamo che tutti i gruppi abbiano influenze diverse nello scrivere musica ed è quello che rende unica e speciale ogni band.

Come è andato il release party di “Atoj”, tenuto il 5 dicembre al Linificio Clam di Lodi, la vostra città.
E’ andato benissimo! Un sacco di gente, amici e ci siamo divertiti tantissimo! Si sentiva una bella atmosfera e c’era molta carica da parte di tutti. Abbiamo avuto il piacere di suonare assieme ad  Aperture e DCP, che meritano molto e soprattutto hanno spaccato tantissimo! Se vi può interessare e siete curiosi di cosa abbiamo combinato quella sera c’è l’intero full set sulla nostra pagina YouTube, QUI.

Cosa state programmando di fare adesso?
Ci stiamo già attivando per continuare ad andare avanti e scrivere materiale nuovo che può portare a comporre un prossimo EP/disco. Intanto stiamo cercando di suonare in giro il più possibile. Siamo carichissimi e non vediamo l’ora di quello che potrà succedere.

Grazie per la disponibilità. Complimenti ancora. A te la chiusura.
Prima di tutto grazie ad Alberto e a tutte le teste di metallo per lo spazio concessoci! Continuate così. Cogliamo l’occasione per ringraziare Memorial Records e 5 Feet Under Records per aver creduto in noi e nel nostro progetto, per noi significa davvero molto. E infine (the best for last) grazie a te che stai leggendo!

Recensione

(Alberto Vitale)