fotoblackinsideL’uscita del nuovo disco “The Weigher of Souls” è l’occasione per una bella chiacchierata con Luigi Martino, cantante dei Black Inside. Accanto all’album discutiamo di un tema molto interessante: fare e vivere il metal nel sud Italia. Buona lettura!

Salve ragazzi, dato che la band è al debutto, vi chiederei innanzitutto di presentarvi! Ripercorriamo brevemente la vostra storia…
Ciao Renato e innanzitutto grazie per la possibilità che ci offri, per noi è davvero importante riuscire a pubblicizzare la band e il nostro disco appena rilasciato per Underground Symphony. La band ‘nasce’ nel 2009 come tributo ai Black Sabbath, di quella formazione siamo rimasti io ed Enzo Arato, il nostro batterista. A fine 2010 ho fortemente voluto che la band scrivesse musica proprio perché intravedevo grosse potenzialità e perché non sono mai stato interessato a suonare cover ad libitum, chi la pensava diversamente si è fatto da parte. A Maggio 2011 abbiamo affiancato a Giuseppe Pandolfi un altro chitarrista, Brian Russo, e ad Agosto dello stesso anno abbiamo registrato un EP autoprodotto, “Servant Of The Servants”.
Dopo qualche mese ha lasciato, per motivi personali, Alex Amoddio, bassista sin dalla prima ora della band, e al suo posto è subentrato Vincenzo La Tegola. Posso aggiungere che Black Inside non può essere definita una giovane band: il nostro batterista è nella scena rock della nostra citta da trent’anni, io stesso da venti anni mi adopero per portare il Rock n Roll in ogni dove, ahah! Tutti noi abbiamo militato in band rock/metal della scena partenopea come i Jackal, Midnight Madness e Ultima Pluvia.

Vi faccio subito una domanda da laziale che vive da 20 anni in Campania: quanto è difficile essere una band metal a Napoli? Vi sentite in qualche modo ‘penalizzati’ rispetto ad altre realtà europee?
Fare metal in questa città è un atto di fede, un afflato di pura pazzia! Ho sempre trovato la cosa molto romantica e decadente allo stesso tempo ma anche molto frustrante, perché di fatto non c’è una scena underground: a dispetto di tanti buoni gruppi, impazzano ovunque tribute band. Sicuramente questo scempio non aiuta chi investe denaro e passione per creare musica che può essere brutta o bella, ma sempre espressione di chi la suona. Nel resto del paese la ‘musica’ non cambia, solo all’estero esiste una scena veramente alternativa a quella proposta dal sistema major/prodotto/guadagno.

E ancora sul metal in Campania: cosa pensate della scena della vostra regione, e di quella napoletana in particolare? È facile suonare dal vivo? Ci sono particolari impedimenti o difficoltà, oppure trovate la situazione soddisfacente?
Black Inside, In Aevum Agere, Poemisia, Last Frontier, Heavenshine, Savior From Anger e Namless Crime sono tutte band che tra lo scorso anno e quello in corso hanno raggiunto un accordo con una etichetta. Questo la dice lunga sulla voglia di fare, sulla passione e su come ci sia la necessità ‘fisica’ di suonare e fare musica anche a costo di grandi sacrifici (soprattutto economici). La scena live è semplicemente drammatica, sopperiamo con grande spirito e unione d’intenti, ci si organizza con le altre band mettendo insieme voglia di fare ed energia positiva, io credo che questa voglia di rock malgrado tutto sia già tanto.

Veniamo ora al disco. Ho trovato molto ben fatto “The Weigher of Souls”… il titolo si riferisce alla mitologia egiziana di cui si parla nell’omonimo brano, giusto?
Abbiamo curato particolarmente la produzione di TWOS sia sotto il profilo degli arrangiamenti che sotto quello squisitamente tecnico, affidandoci a un tecnico di comprovata esperienza e professionalità quale è Maddalena Bellini. Il disco potrà non piacere chiaramente, ma ha un ‘tiro’ potente e al tempo stesso equilibrato. Sì, ‘…colui che pesa le anime’ è Osiride, che secondo la mitologia Egiziana pesava su una bilancia i cuori (che si credevano essere la sede dell’anima) dei defunti. In un piatto vi era il cuore e nell’altro una piuma: le anime che pesavano di più della piuma, a causa dei peccati di cui erano pieni, venivano date in pasto ad Ammit. C’è poi, raccontata nel testo, la saga di Seth e Horus, la descrizione della battaglia finale tra il bene e il male e la voglia di vendetta di Osiris.

“Getsemani Suite” è però chiaramente dedicata a temi cristiani… possiamo chiamarlo un brano di christian metal? Le vostre convinzioni religiose sono importanti per la composizione della vostra musica?
Io sono il ‘responsabile’ di tutti i testi di TWOS quindi posso assicurarti con cognizione di causa che non si tratta di uno ‘spot’ Cristiano. La mia visione panteistica della spiritualità mi pone agli antipodi rispetto alla religione Cristiana. “Getsemani” vuole essere un indagine sul mistero della figura di Gesù Cristo, della sua natura umana cedevole e sofferente. Credo sia un tema molto stimolante per una mente curiosa, è quasi certo che un Gesù sia realmente esistito in quell’epoca; credo sia un buon punto di partenza, un buona storia per esercitare la propria mente. Sono attratto dalla Bibbia dei Cristiani, lo trovo un libro interessante.

Sarei curioso di sapere chi di voi soffre di “Insomnia”, dato che la descrive così bene… e complimenti per il solo all’interno del brano!
Purtroppo ci stai dialogando! L’insonnia quale causa di un disturbo ossessivo/compulsivo, ci lotto e continuo a lottarci dall’adolescenza… scrivere un testo del genere mi aiuta a esorcizzare questa condizione che a volte può essere disabilitante. Il primo solo è di Brian, il secondo di Giuseppe, credo che in generale TWOS abbia degli assoli di grande gusto armonico.

Ho visto che per questo brano avete anche girato un video… come è stata l’esperienza?
Per carità! È solo un montaggio casalingo, un pretesto per presentare il brano e fissare un po’ di immagini di questi ultimi anni, ci stiamo pensando a girare un vero video… per ora solo pensando.

Il disco esce per Underground Symphony… come è il rapporto con Maurizio Chiariello e cosa pensate della sua etichetta?
Maurizio è una persona stupenda, ancora prima di ‘essere’ l’etichetta che ci ha prodotto il disco, è una persona in cui ho trovato un riscontro umano notevole e per me questa è la base sulla quale intraprendere qualunque discorso, il carattere prioritario. Undergound Symphony la conosciamo tutti, parlano la qualità assoluta dei lavori prodotti negli ultimi vent’anni.

I Black Sabbath sono chiaramente un punto di riferimento importante nel vostro sound, ma se doveste citare altri riferimenti, chi mettereste in pole position?
Sicuramente Iron Maiden, molti gruppi britannici della famosa ondata… ma anche le grandi band dei seventies: Led Zeppelin, Deep Purple, Jethro Tull…

La fine dell’intervista spetta naturalmente a voi… spero di vedervi presto dal vivo, confidando anche nella nostra vicinanza geografica!
Io dico: siate curiosi, ascoltate anche le band Italiane, supportatele, e quando ne vale la pena comprate i dischi, andate alle serate che quasi sempre sono gratis, approfittate della forza e della ribellione del rock’n’roll, oggi più che mai c’è n’è bisogno. Visitate la nostra pagina, interagite con noi, ascoltate il promo di TWOS e compratelo serenamente, ahah! Renato, a ‘sto punto ci incontreremo di sicuro on stage!!

BLACK INSIDE LOVES YOU!

(Renato de Filippis)

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