fotoblackt.Il melodic death metal dei Black Therapy si ripropone nell’EP di recente pubblicazione “The Final Outcome”, ma come ci svela Giuseppe Di Giorgio (voce) all’orizzonte c’è un nuovo album.

Da quando siete nati a oggi vi siete sempre mossi nell’ambito del melodic death metal?
Sì, Lorenzo e Daniele (i due chitarristi) hanno svariate influenze ma ciò che li ha da subito accomunati è stata la passione per un certo tipo di death metal svedese della seconda metà degli anni ’90. Diciamo che più che una scelta, il muoversi tra i binari del death melodico è stata una cosa naturale.

Rimasi molto colpito dal vostro album d’esordio “Symptoms of a Common Sickness”. Un lavoro con qualità e maturità. In generale i giudizi della stampa cosa hanno evidenziato positivamente dell’album? C’è stata qualche critica meno positiva e che vi ha sorpreso?
“Symptoms of a Common Sickness” è un ottimo album di esordio, ci piace, ma siamo anche convinti di poter fare di più, pensiero condiviso anche da alcune recensioni, le quali al tempo stesso hanno sempre elogiato le parti vocali, il giusto bilanciamento tra melodia e aggressività, e le azzeccate parti acustiche. Per il nuovo “The Final Outcome” i riscontri sono stati tutti positivi, e crediamo di aver trovato la giusta direzione per il prossimo full length.

Tra scrittura dei pezzi e registrazioni quanto tempo avete impiegato per realizzare quell’album?
“Symptoms…” racchiude pezzi che sono stati scritti durante tutto il primo arco di vita della band, dal suo stato embrionale sino a due mesi prima di entrare in sala, ed è per questo motivo che c’è una sorta di disomogeneità nel songwriting. Per registrare, mixare e masterizzare il tutto ci vollero circa due mesi.

In questi giorni invece ritornate con un EP, cioè “The final Outcome”; perché avete puntato su una pubblicazione di questo tipo e come avete deciso i quattro pezzi?
Abbiamo molto materiale pronto, ma prima di far uscire un nuovo full length volevamo sondare il terreno e anche mostrare al pubblico la nostra crescita artistica. Abbiamo scelto i pezzi più rappresentativi e in grado di mostrare le diverse sfaccettature del nostro sound, che riesce ad essere variegato rimanendo comunque ancorato ai binari del melodic death. Siamo anche molto soddisfatti della resa sonora, merito di Stefano Morabito e del suo 16th Cellar Studio.

Trovo la copertina dell’EP assolutamente stupenda!
Piace molto anche a me, merito di Adhiira Art che ha preso ispirazione dal testo di “Black Crow”, il secondo pezzo dell’EP. Il corvo di questa canzone è un po’ spettrale e senza vita, e credo che Adhiira sia riuscito a coglierne appieno lo spirito.

fotoblackt2In “The final Outcome” ospitate anche altri musicisti.
Abbiamo scelto di includere una cover di Mad World in questo EP, e avendo preso ispirazione dalla versione di Gary Jules avevamo bisogno di un pianista. A Luglio ero in Olanda a cantare con il mio altro gruppo (Eyeconoclast) e nello stesso festival c’erano anche i Fleshgod Apocalypse. Francesco è uno dei pianisti preferiti da tutta la band e quindi ho approfittato dell’occasione per chiedergli se volesse collaborare con noi. Mi ha subito risposto di sì, senza alcun intoppo.

Ritornando sul concetto del melodic death metal, come vedi la diffusione e recezione di questo genere nel nostro paese. Ti sembra che siamo sempre pronti ad accoglierlo, noi metallari italiani?
Il death melodico non è un genere che va per la maggiore, almeno per quel che vedo io nel territorio italiano si preferisce il death più estremo, di stampo polacco o di scuola americana. Ciò nonostante noi non demordiamo, abbiamo un nostro pubblico e speriamo di riuscire ad ingrandirlo col tempo.

Avete in programma concerti?
Abbiamo fatto un ottimo release party qui a Roma e adesso stiamo programmando altre date ma per ora non c’è nulla di certo. La priorità è un tour estero, ma non sono escluse date italiane. Intanto continuiamo a preparare il materiale in vista del nuovo full length, siamo già a buon punto ma vogliamo dedicargli tutto il tempo di cui necessita curandolo fin nei minimi dettagli.

Grazie e ancora complimenti per la vostra musica. Rivolgiti direttamente ai lettori per la conclusione!
Grazie a te per l’intervista. Un grazie a tutti i nostri fan, vecchi e nuovi, per il supporto, continuate a seguirci sulla nostra pagina facebook.
Alla prossima!

Recensione EP e album

(Alberto Vitale)