Matt Barnes ha un passato nei Monstrosity e Temple Of Blood ed ora è l’axeman dei Chaos Inception, nuova e spettacolare realtà del death americano, grazie al secondo album “The Abrogation”. Un lavoro che toglie il respiro, un atto di violenza che non ti permette di distogliere l’attenzione, ma soprattutto è un album di puro death metal malvagio. Barnes ci spiega come i Chaos Inception lo hanno realizzato e la filosofia e le idee che lo hanno concepito.

Ciao Matt, ti ringrazio per aver accettato questa intervista.
Nessun problema. Grazie a te.

Penso che il vostro sound sia scioccante. Tu come lo descrivi? Quali aggettivi?
Io vorrei descriverlo come malevolo, caotico e maligno e ancora con controllo e intenzione. Ci abbiamo messo un sacco di lavoro negli anni sui nostri strumenti e ancora cerchiamo di mantenere un equilibrio in cui non sembrino troppo precisi. Non dovrebbe essere un sound troppo scolastico e suonare in modo rigido, perché per noi tradirebbe la tradizione e perderebbe di intensità. Il nostro obiettivo è scrivere un sound death metal malefico e caotico, ma con canzoni e album che siano ascoltabili, ma non così peculiari, e che vadano nella testa di tutti e non in modo troppo sperimentale e tali da poter essere amati o odiati. E’ quel tipo di death metal che vogliamo sentire da noi stessi.

I Chaos Inception arrivano dall’Alabama, ma sento nella vostra musica Morbid Angel, il sound della Florida e il death metal estremo degli ultimi anni…
Nessuna questione sul fatto che i primi Morbid Angel siano una grossa influenza per noi. All’inizio della mia formazione ho imparato tutte le loro canzoni dei primi tre album. Non erano così influenti come gli Iron maiden, dei quali ho imparato tutte le canzoni fino a “No Prayer for the Dying”! Comunque, io penso che il genere death metal sia stato definito da band come Morbid Angel, Suffocation e Death. Tutte le band che possono essere catalogate come death metal suonano di più o meno come queste tre. Abbiamo scelto un gruppo di band come Morbid Angel, Krisiun e prima di loro Possessed, Kreator e Slayer. E’ un sound malefico e maniaco e questo è ciò che vorremmo sentire nel death metal. Noi ci sforziamo a non fregare da altre band e anche se tentiamo di non rubare i loro fiff o il loro sound, ma essendo una death metal band, si, suoniamo come altre death metal band.

Puoi spiegarmi il titolo di questo nuovo album, “The Abrogation”?
“The Abrogation” è il titolo della prima canzone dell’album e il testo di quella canzone lo riassume. “The Abrogation” lavora come un’azione ed anche come una sorta di essere che stermina la vita. Il nostro cantante, Chris White, ci avvicinò e sentimmo che suonava bene e poi non c’erano state altre canzoni o album con quel titolo. Inoltre si avverte anche uno stato filosofico e dovremmo dire che rappresenta la nostra disaffezione con questa vita e verso le forme di vita che coesistono in torno a noi. Una ossessione o quasi la venerazione della morte, un anelito verso la morte e i suoi misteri, come pure la dissoluzione della vita: è qualcosa in cui tutti noi gente del death metal possiamo identificarci.

Sono passati tre anni da “Collision with Oblivion”, quali sono le principali differenze tra quell’album e “The Abrogation”?
Siamo migliorati come musicisti in quel periodo, a causa di costanti prove e spettacoli dal vivo. Abbiamo deciso poi di fare un album con canzoni dirette e ha così avuto un impatto immediato. Non credo che si dovrà ascoltare “The Abrogation” più e più volte per capirlo. Abbiamo voluto forgiare un album con diverse belle canzoni e non solamente metterne fuori uno rapidamente, per fare poi un tour per promozionarlo. Credo che entrambi i nostri album siano buoni, come ogni cosa nel death metal e in particolare (e, si spera, senza sembrare arrogante!), le prime 5 canzoni di “The ABrogation” sono il mio ‘lato’ preferito di un album death metal di sempre. Non credo che “The Abrogation” sia il miglior album che faremo, anche se il meglio deve ancora venire.

Secondo me ogni band fa progressi con un nuovo album. Quali sono i vostri?
Un album è come una capsula del tempo che rappresenta dove eravate e cosa erano in grado di fare a quel tempo. E ‘difficile prevedere dove la band progredirà in futuro. Tuttavia, non siamo interessati a progredire noi stessi fuori dal genere. Non mi sento che avremo una crisi di identità e proveremo qualcosa di completamente diverso. Noi continueremo ad espandere il nostro suono, ma sarà sempre Chaos Inception. Siamo originali, perché sappiamo cosa le altre note band suonano e noi non suoniamo quelle progressioni di note nelle nostre canzoni. Ma ancora una volta non abbiamo un trucco, come tutte le nostre canzoni che sono sui pirati, né indossiamo hip, costumi facilmente identificabili.

Parlami dell’artwork, come siete arrivati a paolo Ghirardi?
E ‘stato molto semplice: conoscevamo il suo lavoro, era disponibile e aveva uno stile che abbiamo pensato avrebbe potuto rappresentare al meglio il nostro suono. Siamo tradizionali, ma non siamo dei fan di cover cartoon. Il suo è un pezzo serio di arte e al tempo stesso una prepotente cover per l’album. Volevamo che l’aspetto fosse prepotente e senza cartoni animati, zombie e demoni. Sono anche un grande appassionato dell’arte di Gabriel Byrne e delle sue copertine per “Drawn and Quartered”, così come per alcune cover degli Slayer. Questa è uscita così bene, tuttavia, che vorremmo continuare a lavorare con Paolo.

Ok Matt, hai qualche messaggio per i lettori di Metaldead?
Grazie per l’interesse verso la band. Stay underground and stay death metal!

(Alberto Vitale)

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