CHRISTOFER JOHNSSON: Non c’è molto da dire su Christofer Johnsson. La sua musica dice già tutto. Un uomo che ama trasformare le sue idee, i suoi sogni, le sue visioni in realtà. Ad ogni costo. Si definisce timido. L’ho incontrato, e sono d’accordo su questo, ma vi posso dire che, quando si apre ed ha voglia di parlare, ci si trova davanti ad una delle persone più oneste che ci siano in giro. Gestisce una band di successo, conosciuta in tutto il mondo. Ma quando ha risposto alle mie domande è apparso essere tutto fuorché una star. Così reale. Così umano. Un vero uomo che dice la verità. Signore e Signori: Christofer Johnsson con tutte le risposte. Vi mostra quanto sia difficile arrivare dove è arrivato lui. E quanto reale sia tutto questo. Lo fa in una forma eccezionalmente chiara. Rendendo le emozioni ancora più pure. Le risposte alle mie domande sono tutto fuorché ovvie. A conferma del fatto che dietro questa band c’è un grande piano, il quale è semplicemente ciò al quale Christofer decide di dare vita. Volevo incontrare la mente dei Therion. Ho incontrato un grande uomo. [english version HERE]

Ciao Christofer! Grazie infinite per questa opportunità! So che sei impegnato con i dettagli relativi al nuovo album e al tour che hai appena fatto, quindi ti ringrazio davvero, sei gentilissimo. Ho recensito recentemente la tua ultima fatica, fantastico album, e considerando le tue recenti dichiarazioni, credo questo sia il momento perfetto per farti  alcune domande.

Ho appunto recensito QUI “Les Fleurs Du Mal” e gli ho assegnato il punteggio più alto che io abbia mai dato ad un disco, un 10 su 10. Ma ho dovuto capire l’album per arrivare ad un simile risultato. Quando ho capito che era un album di cover di vecchie canzoni francesi, ho intravisto la genialità, la capacità di rendere quella roba così moderna, così metal e così dannatamente ‘Therion’. Come ti è venuto in mente di scegliere quelle canzoni, come hai scelto ciascuna di esse per farle convergere sull’album?
Grazie (ride, ndr). Erano molti anni che pensavo a fare un disco di cover, e quando ci avvicinavamo ai 25 anni della band, ho pensato che sarebbe stata una buona occasione per farlo. Quando ho fatto la lista delle canzoni che volevo, la metà di queste erano vecchi pezzi francesi, quindi da li è saltata fuori l’idea di andare fino in fondo e fare tutto il disco francese. In qualche modo è molto più “Therion” fare qualcosa di fuori di testa e inaspettato. Ho semplicemente preso le mie canzoni preferite dell’epoca, e così ne abbiamo fatto 21 versioni demo, delle quali 15 sono state scelte in quanto più sensate in ottica album, e quindi le abbiamo registrate per davvero.

Sembra che molti non abbiano capito si trattava di cover di canzoni francesi. Questo, io credo, sia un punto cruciale, in quanto sposta la valutazione dell’album da “un normale album dei Therion con canzoni più corte” a “un’opera grandiosa” (questo è almeno ciò che io penso). Perché non hai spiegato chiaramente di che cosa si trattava? O ti aspettavi un pubblico intelligente che potesse capire l’album?
Volevo reazioni spontanee (e le ha avute!!! ndr), dando alla gente un argomento di cui parlare. E’ parte del processo promozionale. Il giorno che la gente smette di parlare di te, diventi un dinosauro.

Ho un’opinione: il fatto che tu abbia preso queste canzoni, che sono la cosa più lontana dal metal, le abbia “Therionizzate” tutte, facendo si che a noi piacciano… beh.. vuol veramente dire che la musica è un flusso di note, emozioni, suoni. E’ il modo di proporre questi elementi, il come suoni questi suoni che crea le tendenze, i generi musicali ed il pubblico. Credo sia una cosa fantastica, e dimostra che tu sei veramente sul prossimo livello. Che ne dici?
Di solito non penso molto alle cose, semplicemente faccio ciò che mi sembra giusto in quel momento. Dal punto di vista musicale, comunque, essendo questo un progetto artistico, volevo dimostrare alla gente che le canzoni appartenenti a diversi generi musicali non sono necessariamente così differenti nelle loro fondamenta come di solito la gente crede. Quindi ho voluto prendere queste vecchie canzoni pop, con un alto valore artistico, e trasformarle in qualcosa con il quale il nostro pubblico si può mettere in relazione.

Non hai diffuso nessun promo per la stampa, al fine di ottenere recensioni di  “Les Fleurs Du Mal”. Apparentemente nessun magazine ha ricevuto alcunché, tranne quell’annuncio che è comparso sul sito web dei Therion (io l’ho tradotto nel dettaglio per far si che i fans italiani potessero capire QUI). Io stesso mi sono comprato il CD sullo store per poterlo recensire (lo avrei comprato comunque). Come spieghi questo approccio inusuale, questa scelta in contro tendenza con il marketing?
Volevo che i giornalisti ricordassero da dove vengono. Proprio come i musicisti famosi, in passato, erano dei ragazzini con strumenti musicali economici che cercavano di imparare a suonare, mentre sognavano un contratto discografico, anche i giornalisti dei più grandi magazine una volta erano dei ragazzini sfigati che producevano delle schifose fanzine in bianco e nero, sognando di poter scrivere, un giorno, per Metal Hammer. Quindi ho voluto che anche loro  cercassero di scoprire l’album allo stesso modo dei fans. Una specie di “siamo tutti parte di questa cosa come un’unica grande famiglia felice”.

Io identifico tre grandi passi nella carriera dei Therion: Le prime evoluzioni, “Theli” e “Les Fleurs Du Mal”. Tu cosa dici?
Io non direi che  “Les Fleurs du Mal” rappresenta un passo di questa evoluzione. E’ un progetto che stiamo seguendo, e non dovrebbe nemmeno essere incluso nella cronologia degli album, come “album”. Dovrebbe essere considerato come qualcosa di completamente separato. Credo che il prossimo grande passo nell’evoluzione sarà la rock opera. Vedremo quando ci arriveremo come andrà a finire (ride, ndr).

Circa un anno fa confermasti Lori Lewis tra i membri della line up permanente della band. Sono assolutamente d’accordo con questa scelta! Come l’hai incontrata in origine, e come vi siete evoluti fino alla conferma ufficiale? Puoi anche dirmi se e come ha partecipato alla creazione dell’album?
E stato John (John Prassas, ndr), il chitarrista degli Aesma Daeva che me l’ha raccomandata quando lo contattai per avere informazioni su “un altro” soprano con la quale aveva lavorato precedentemente. Ci ha fatto un provino via MP3, e abbiamo deciso immediatamente!  Avrei potuto offrirle la posizione ufficiale molto tempo fa, ma siccome lei vive negli USA sembrava non fosse capace di prendere parte al processo compositivo. Ma dopo questi anni, semplicemente non possiamo immaginare la band senza di lei, e nel frattempo la mia casa è stata completata, offrendo ospitalità a molte persone per lunghi periodi durante il lavoro creativo, di preparazione e registrazione.
Su quest’album si è concentrata sulla traduzione delle parti delle canzoni oringinali che volevamo tenere. Per me sarebbe un lavoro noiosissimo ascoltare le canzoni originali e registrare l’orchestrazione nei demo. Sono impaziente e voglio occuparmi al più presto delle cose che dovevano essere cambiate, sperimentando nuove idee. Ma a lei piace farlo, quindi il lavoro di team è stato perfetto.

I Therion hanno sempre girato attorno a te. La line up è spesso stata composta da ospiti, e comunque membri non permanenti, ed è inoltre cambiata molte volte. Come ha fatto a tenere in piedi i Therion dovendo gestire così tanta gente nuova ogni volta?
Sono semplicemente me stesso ed offro a gente interessante l’opportunità di far parte di ciò che faccio. A volte è un po’ difficile con tutte le mie idee pazze, ma spesso riesco a far si che la gente creda in me ottenendo i risultati prefissati. E ciò che di solito sembra azzardato quando espongo l’idea, con il tempo diventa perfettamente logico. E’ nella natura del session member capire che nulla è per sempre, esattamente come quando ti gira di cambiare il suono della tua chitarra o altro strumento. Nella prospettiva dei 25 anni ed i cambiamenti radicali nella musica, non mi sembra ci siano poi stati tanti cambiamenti tra i membri permanenti. Solo due furono licenziati, gli altri se ne sono andati da soli quando non si sentivano più in linea con ciò che la band stava facendo in quel determinato momento.

Come hai fatto far si che tutti i cantanti cantino in Francese? Voglio dire, nessuno dei cantanti è francese, e non è esattamente come dire “dai, canta questo in inglese”, cosa ormai ovvia nel rock ‘n’ roll.
Lori e Mari Paul (voce sulla canzone “Mon Amour, Mon Ami”) hanno studiato francese.  Johanna Najla (voce su “Initials B.B.”, nda) è araba, ma vive in Francia. Per quanto riguarda Thomas, abbiamo avuto un insegnante di pronuncia che ha ascoltato ogni singola parola cantata, correggendolo. E’ stato un incubo, ed anche un processo molto lento. Con Snowy avevo pre-registrato delle parole parlate che lui tentava di imitare. Abbiamo messo il programma in loop recording registrando qualche centinaio di volte. Alla fine io ho tagliato le registrazioni in singoli pezzi, ascoltandoli uno per uno, parola per parola, secegliendo quelli che andavano bene e quelli che andavano scartati.

Snowy Shaw: è un cantante di talento, e un grandioso front man. Ora che non è più con voi, come sostituisci la sua presenza carismatica, specialmente sul palco?
Penso che “sostituire” è la parola sbagliata. Sia Snowy che Kat (Katarina Lilja, ndr) la nostra precedente cantante, sono presenze molto forti ed uniche. Come King Diamond, o una cosa simile. Non è possibile sostituire King Diamond con “un altro” cantante nei Merciful Fate, per esempio. Quindi noi facciamo qualcosa di diverso anziché cercare di stare sugli stessi parametri sostituendo i nuovi con i vecchi per lo stesso ruolo.

Nuclear Blast non ha creduto che  “Les Fleur Du Mal” potesse avere successo. Come stanno andando le vendite?
Stanno andando molto bene! Dal punto di vista  finanziario è stato molto stupido da parte della Nuclear Blast rifiutare l’album. Sto vendendo su livelli simili a Sitra Ahra, anche se rappresento una casa discografica da solo, con nessun tipo di promozione (nella forma tradizionale). Sto vendendo puramente per passa parola tra la gente.

Hai dichiarato che un CD venduto direttamente dalla band vale dieci volte di più che una vendita fatta dal negozio di dischi. Credo fermamente che spesso le case discografiche siano il male, in quanto fanno un sacco di soldi sulle spalle dell’artista e la sua arte (e la tua dichiarazione conferma chiaramente che la band percepisce solo un decimo dell’intero affare). Ora che sei libero ed in proprio, come vedi il futuro dell’industria musicale, e dell’arte stessa?
La gente a volte dimentica che ci sono anche i distributori ed i negozi, non solo le etichette. Quindi assieme ai musicisti ed autori, ci sono cinque partner differenti che si aspettano una fetta della torta. E poi ci sono le tasse sulla vendita (ad esempio l’IVA) sul prezzo al pubblico, quindi è come dire che lo stato è un sesto “partner” che vuole la sua fetta. Non vedo nulla di sbagliato in questo principio, è solo che gli artisti sono pagati meno degli altri. Ogni partner in questa catena fa più soldi dell’artista. E’ una cosa un po’ strana. Tu scrivi la musica e la registrazione che da valore al CD,  non un semplice pezzo di plastica, e alla fine sei quello che prende meno tra tutti quelli che stanno tra te ed il tuo fan che vuole il CD. Tutte le vendite si stanno muovendo verso il download o lo streaming, e se hai un buon contratto, almeno il download legale è quello che rende l’affare più giusto tra l’etichetta e la band, con i distributori completamente tagliati fuori. Nessuno sa veramente come sarà il futuro, ma per almeno i prossimi 5 anni la direzione sarà questa, ed il CD sta facendo la fine che ha fatto il vinile nella prima metà degli anni 90. Ironicamente, il vinile è in un periodo dove sta venendo riscoperto.

Quando un album viene pubblicato, portato sulle strade… quanto di questo è ancora arte pura in linea con la creatività dell’artista, e quanto è invece ridotto a decisioni di marketing le quali stabiliscono cosa deve essere pubblicato e cosa no?
Questo varia da band a band. Per i Therion si tratta di arte genuina. La Nuclear Blast è sempre stata molto cool con noi, e ci ha lasciato sempre fare ciò che volevamo, e nessuna decisione commerciale ha mai influito con la creatività.  Questa è una delle ragioni per le quali mi sono offerto di pubblicare l’album per conto mio. Non volevo rompere questa grande tradizione, ora che loro non erano in linea con ciò che volevamo fare.

Tornando all’album. “Les Fleur Du Mal” da la sensazione che potrebbe essere suonato in forma teatrale, con gli attori, e non solo suonato dalla band. Pensi succederà?
Se andrà veramente bene in Francia, avrei delle belle idee in merito. Ma deve andare molto più che semplicemente bene, deve risultare fantastico.

Forse la mia domanda precedente avrebbe dovuto essere:  “Les Fleur Du Mal” è come se rappresentasse le radici di una rock opera futura, la performance musicale completa abbinata alla performance visuale. Mi puoi dire qualcosa a proposito di questo tuo progetto?
Inizieremo a lavorarci il prossimo autunno. Per il momento abbiamo solo l’idea generale, abbiamo preso la decisione di farlo ed abbiamo anche circa 40 minuti di musica classica che ho scritto nel tentativo di scrivere un’opera classica.

Ti racconto una storia. Mia suocera, la quale ha origini francesi e parla francese, ascolta le canzoni originali sulle quali hai sviluppato l’album. Le ho inviato via email il link alla pagina Youtube dei Therion, e la nuova musica l’ha fatta impazzire. L’adora. Le sarebbe piaciuto venire al concerto! Ovviamente non ha potuto, quindi le ho comprato un CD (che tu hai autografato con dedica). Ha 73 anni. Io sono al mio quarto decennio, e molti dei tuo fans sono ventenni, se non più giovani. Fans con un range di età più ampio di 50 anni. Sei sorpreso?
Aah, che dolce! (Ride, ndr). So che abbiamo un bel po’ di fans più anziani, e lo vediamo a molti spettacoli. Spesso dei fans mi dicono “Mia mamma adora pure lei i tuoi dischi!”, pensando che la loro mamma sia l’unica. Abbiamo autografato più di un disco con dedica a mamme nel corso degli anni, e sono sia orgoglioso che felicissimo per questa cosa. E’ bello avere musica che riesce a costruire ponti tra le generazioni.

Nessun album e nessun tour per un po’ di tempo. Questo è quanto hai dichiarato. Come vivranno i Therion senza fare ciò che una band deve fare per vivere?
Tutti, tranne me, fanno anche altre cose.  Lavori quotidiani o incarichi come mercenario con altri progetti musicali.
Per me non sarà un problema in quanto “Les Fleurs Du Mal” sta vendendo molto bene, ed io sono il proprietario dell’etichetta che lo distribuisce.  In Gennaio arriverò alla parità, quindi da quel momento ci sarà profitto. Ho anche appena fatto un tour, e ci saranno festivals nelle estati, quindi andrà tutto bene. Una volta ho anche investito i miei soldi su una casa che ora affitto ad un tizio, quindi ho anche un introito mensile.

Hai detto che nel tour non volevi fare questi meet & greet organizzati, e che piuttosto te ne stavi alla bancarella del merchandising, firmando CD e posters. Com’è andata? Non ha causato un casino con i fans che gridavano cercando di avvicinarti?
Non in Europa. La gente qui è disciplinata ed educata. E’ andata benissimo, tranne per la pressione sulla gestione della bancarella, in quanto vendevamo centinaia di CD. Inoltre avevamo il vecchio design del CD (in totale 16 diversi design dall’inizio del tour!), quindi nella prima parte del tour stavo lavorando come un rivenditore, invece che parlare alla gente come pianificato. Dopo di Parigi ci siamo sbarazzati dei vecchi design (ne avevamo solo un numero limitato) e le cose si sono un po’ stabilizzate.

C’è un limite al prossimo livello, il quale tu, sembra, sempre raggiungi prima degli altri?
Non ho idea di cosa ci sia dall’altra parte della collina, è una gran sorpresa per me come per gli altri.  Seguo il mio istinto e vediamo dove andiamo a parare.

Ti ringrazio Christofer. Puoi chiudere l’intervista con un messaggio ai fans italiani fedeli lettori di  METALHEAD.IT?
Grazie per aver letto l’intervista, ed un saluto extra per coloro che ci hanno supportato venendo al concerto e/o comprando “Les Fleurs du Mal”.

 

(Luca Zakk)