photodefyingMetalHead discute oggi con Tomasz e Rafał dei progsters polacchi Defying: si parla del concept fantascientifico alla base del loro debut, “Nexus Artificial”, e del mercato metal attuale. Buona lettura!

Salve ragazzi, grazie per questa intervista! Volete presentare la band ai lettori italiani?

Tomasz: Ciao! Siamo i Defying da Olsztyn, luogo ben noto ai metalhead per essere la città dei Vader. Suoniamo musica che può essere classificata come progressive o post metal. Siamo un quartetto: Piotr è cantante e chitarrista, Pawel il bassista, Rafał suona la chitarra solista e io mi occupo di batteria e samples.

Quando pensiamo in Italia al metal polacco, ci vengono sempre in mente formazioni death e black… che potete dirci della scena progressive metal del vostro paese?

Tomasz: Non è senza ragione che non senti parlare molto del progressive metal polacco. Abbiamo molti più musicisti che suonano stili differenti e più estremi di metal. La prog metal band più popolare, qui, che io possa citare sono i Blindead, che è riuscita lentamente a raggiungere il pubblico a livello mondiale. Ci sono anche i meno noti Butterfly Trajectory, il cui primo full-“length” sarà pubblicato preso, ma che sono già riusciti a guadagnare un mucchio di fan – e questo giustamente, dato che il loro leader Piotr Żurawski è, almeno secondo me, uno dei migliori cantanti in Polonia, e l’intera band si situa a livello internazionale. Fra le altre cose, l’anno scorso abbiamo avuto il piacere di andare in tour con loro e ho moltissimi ricordi al riguardo, ahaha!

Rafał: La scena progressive e post-metal è abbastanza forte in Polonia. Oltre ai Blindead nominate da Tomek vorrei aggiungere i Disperse, gli heavy ma molto tecnici Decapitated, Dianoya, Division by Zero o i più leggeri Riverside. Gli ultimi sono la più grande band prog del nostro paese e hanno pure raggiunto il successo mondiale.

Ancora sul metal in Polonia: pensate che le cose siano meglio ora rispetto a 10 o 15 anni fa? C’è maggior interesse oggi per il metal?

Tomasz: Se consideri quanta gente viene agli show, non va bene, e per il momento non cambierà nulla. Le vecchie band, che sono diventate famose anni fa, possono sempre contare su un pubblico vasto, ma per formazioni come la nostra è molto difficile formare un gruppo di appassionati. Penso sempre che ci sia interesse in questo tipo di musica, forse anche più di prima, ma la gente non partecipa, semplicemente perché è più difficile attirarli presso piccoli concerti con band locali.

Rafał: Oggi c’è moltissima competizione, e sebbene internet sia molto utile per raggiungere i fan, va ricordato che ogni band può usarlo! Inoltre, gli appassionati sono sopraffatti da una tale abbondanza di musica. Si fermano quindi a poche band e non seguono più la scena. Naturalmente ci sono anche i ‘maniaci’, ma sono pochi…

Che mi dite del concept dietro al vostro ultimo album “Nexus Artificial”? Credete davvero che l’umanità sia una creazione extraterrestre?

Tomasz: Personalmente, non credo davvero negli antichi alieni, ahahah! Abbiamo solo usato questa teoria. Nel nostro concept, è un essere extraterrestre che ha accelerato l’evoluzione umana e ‘ci ha creato a sua immagine e somiglianza’. In ogni caso è ancora pura finzione, una ‘licenza poetica’.

Rafał: Per me, credere in Cristo o in qualunque altro dio è così serio come credere negli alieni, o forse ancora meno. Alla fine, dio era semplicemente il ‘più popolare’ quando si credeva che la Terra fosse piatta. Quando impariamo che sopra di noi ci sono altri sistemi planetari, nei quali, come si sa oggi, ci sono miliardi di pianeti simili al nostro, i nostri orizzonti devono finalmente espandersi. Penso che sia una visione molto accattivante.

Ancora sul concept: avete mai letto letteratura (pseudo)scientifica su questo tema, ad esempio i libri di Zecharia Sichtin?

Tomasz: Ad essere onesti non abbiamo avuto alcun contatto con il suo lavoro. Ma abbiamo usato scritti di Erich von Daniken e letto alcuni articoli di stampa pseudoscientifica ed esoterica, che a mio parere sono basati principalmente sulle teorie di questi due autori. Ma la nostra prima ispirazione è stata “Prometheus”, il film di Ridley Scott.

I brani che preferisco sono “Newborn Sun” e “Imitation”, mi dite qualcosa di più al riguardo?

Tomasz: Hai scelto due dei brani più differenti fra di loro, in certo modo. “Newborn Sun” è il pezzo più vecchio e contemporaneamente il più lungo. È stato composto molti anni fa, e nel corso degli anni ha subito una sorta di evoluzione. “Imitation” è stata creata poco prima delle registrazioni e appare sul disco nella sua prima forma. Certamente puoi vedere quanto differiscano l’una dall’altra, il che è una naturale conseguenza dell’evoluzione della nostra musica.

Rafał: La cosa più interessante riguardo i due pezzi è che entrambi, in modo elegante, condividono la stessa atmosfera, sebbene siano stati creati, come ha detto Tonmek, a molti anni di distanza. Sebbene “Newborn Sun” sia un grande brano, penso che il nostro lavoro si stia evolvendo verso le soluzioni più semplici che sono mostrate in “Imitation”.

Quali sono le maggiori influenze del sound? Nella mia recensione scrivo che nel vostro sound sento un tocco dei vecchi Paradise Lost e della scena gothic/doom britannica della metà degli anni ’90, siete d’accordo?

Tomasz: Per quel che mi riguarda, potrei menzionare molte fonti d’ispirazione, ma le più importanti sono band come Opeth, Katatonia, Tool, Swallos the Sun, Riverside, Blindead, e molti altri musicisti che suonano uno stile molto più leggero, e che non hanno nulla da fare con il metal. Ciascuno di noi ha le proprie ispirazioni, per cui possiamo prendere e scegliere idee e definire diversa la nostra musica.

Rafał: Condividiamo gusti simili in fatto di musica con Tomek, ma personalmente ascolto più cose come il classic rock e lo stoner, specialmente i brani slow e low-tuned suonati con le palle. Piotr è invece un vecchio fan del death e del black, e il nostro bassista Paweł ascolta quel tipo di musica che sente soltanto lo 0.1% degli abitanti del mondo… il che significa cose totalmente aberranti!

Quali sono i vostri piani futuri? Credete che potremo mai vedere la band in Italia?

Tomasz: Pianifichiamo di promuovere intensamente il nostro debut, e naturalmente vorremmo suonare non soltanto in Polonia, ma anche in altri stati europei. Per ora programmiamo più di andare verso est, ma in futuro vorremmo visitare più stati in Europa, e spero avremo modo di suonare anche in Italia!

Vi lascio come di consueto la fine dell’intervista. Grazie per il vostro tempo e a presto!

Tomasz: Grazie a te! Vi invitiamo a sentire la nostra roba su http://defying.pl, dovete potrete scaricare completamente gratis e in alta qualità il nostro debut “Nexus Artificial”. Saluti dalla Polonia!

(René Urkus)

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