Con “Belo Dunum, Echoes from the past” i Delirium X Tremens hanno suonato ciò che diventerà uno degli album più interessanti nella storia del death metal italiano. I richiami alla terra natia, il Veneto, con storie, leggende e uomini e la volontà di costruire un’opera immensa, ma sotto l’egida del death metal, hanno permesso ai Delirium X Tremens di portarsi a livelli fantastici. Ciardo, la voce della band, offre ai nostri lettori una minuziosa e interessante descrizione di “Belo Dunum”.

Io non ho mai ascoltato il vostro primo album, pochi pezzi, spiega a me e chi è nella stessa situazione cosa è cambiato da “CreHated From No_Thing” a “Belo Dunum”.
In “CreHated…” il nostro death metal era brutalmente freddo e chirurgico, le canzoni spiazzanti e alle volte cervellotiche. Il sound (molto “meccanico”) camminava di pari passo con i testi e l’intenzione dell’album, doveva essere un album che simboleggiava l’avversione all’abuso della tecnologia predominante di questi tempi, l’abuso che porta a oltrepassare anche le leggi naturali. Partendo dall’idea di questo concept siamo arrivati a comporre “Belo Dunum, Echoes from the past” (uscito il 24 ottobre 2011 sempre sotto l’italiana Punishment 18 Records) dove c’è un ritorno alle radici sia come sound che come storie. Le canzoni sono meno “cervellotiche” ma non per questo più semplici, la produzione torna indietro verso una sonorità più “old school death metal”! L’inserimento poi di strumenti più classici come flauto, fisarmonica, cori Alpini, contrabbasso, ha donato un alone di malinconica freschezza alle canzoni di “Belo Dunum..” , canzoni intrise di storie e leggende delle nostre amate montagne, delle Dolomiti.

Aiuta molto, la comprensione dei testi, l’aver inserito la traduzione a fronte, la quale ha dato un messaggio più chiaro. Tenendo anche presente che c’erano parti in italiano e in dialetto nei vostri pezzi. Questa scelta perché l’avete fatta?
Perchè molte volte il testo in inglese tradotto dall’italiano viene un pò travisato, certe parti non sono così chiare, quindi il significato preciso lo trovi proprio nel testo in italiano! Altra cosa, la canzone “Artiglieria Alpina” non avrebbe potuto essere tradotta, non esiste la traduzione della parola Alpino, se non: Alpino! E poi per un italiano sarà più semplice leggere nella propria lingua no? E’ la nostra lingua.

Cosa è il Càza Selvarega e la relativa leggenda, menzionata nell’album?
“La “Càzha Selvarèga” se la sentià la not intant che se tornèa a casa, tut an ‘baiàr che fèa eco par tuta la vàl, tut an zhigamènt che gnèa dai bosc del Serva, ombre de can coi oci de fogo che te pasèa in mezh le gambe!”  Così raccontava mio nonno, “La “Càzha Selvarèga” (Caccia selvaggia) la sentivamo la notte mentre tornavamo a casa, tutto un abbaiare che faceva eco per utta la vallata, urla e grida che provenivano dai boschi del monte Serva, ombre di cani con gli occhi di fuoco che ti passavano tra le gambe” … Orde di cani infernali assetati di redenzione, comandati dal demone della caccia, inseguivano le anime dei peccatori attraverso i boschi, che scappavano da quel tremendo baratro, mentre le streghe celebravano il loro sabba inneggiando alla Càzha Selvàrega!!

C’è una canzone sugli Alpini, una sul Vajont. Recuperate figure emblematiche e allegoriche del Veneto. E’ stato semplice e spontaneo per voi oppure ha creato difficoltà?
Per noi è stato molto semplice a livello concettuale perchè sono storie che ci toccano personalmente, leggende delle nostre tradizioni, storie della nostra città (Belluno), nostre storie. Quindi da quando decidemmo il concept da seguire per questo album, è stato tutto naturale,spontaneo.

Quanto tempo avete impiegato per la stesura dei pezzi e quanto per registrarli?
La stesura dei pezzi ci ha occupato quasi 3 anni, 3 anni nei quali purtroppo abbiamo avuto una grossa perdita in quanto il nostro vecchio chitarrista Lorenzo ci ha lasciati per andare avanti con altri suoi progetti… Comunque abbiamo fatto un lavoro non solo di composizione e arrangiamento ma anche di “collegamento” tra le varie parti del testo e la parte musicale, tutto doveva essere in sintonia. Un lavoro lungo e ragionato, spontaneo ma lavorato nei minimi particolari! Le registrazioni sono durate un mesetto, o poco meno, al Majestic Studio di Scorzè (VE) sotto la supervisione del produttore Marino De Angeli. Abbiamo avuto dei ritardi causati da sfighe come cali di tensione e guasti inspiegabili, probabilmente le strumentazioni non hanno sopportato i venti delle Dolomiti eheheh! Ora non ricordo i giorni precisi di registrazione per ogni strumento, diciamo che c’è stata un pò di difficoltà nell’incastrare bene i vari strumentisti esterni come fisarmonica, contrabbasso, cori.. ma alla fine ce l’abbiamo fatta!

Come è stato il clima all’interno della band, durante la realizzazione di “Belo Dunum”?
C’è stato un pò di tutto, momenti di tensione, di discussione, di concentrazione e di divertimento. Avevamo comunque un obbiettivo comune che era creare “Belo Dunum, Echoes from the past”, e così abbiamo lavorato e camminato sullo stesso sentiero!

Il sound dell’album è particolare…insomma le distorsioni e la batteria sembrano corpose e poco levigate, laccate…come avete fatto?
Hai proprio centrato il punto, volevamo appunto una produzione sì buona ma che risultasse naturale, grezza al punto giusto e non patinata come la maggior parte delle produzioni death metal odierne perché sarebbe stata una produzione non adatta e troppo “dolce”, per lo stile e per il concept del disco. La batteria è stata registrata con suono naturale, senza campionamenti trigger o altro, le chitarre non troppo elaborate ma graffianti, efficaci e incisive, old school, il basso molto distorto (cosa che prima non avevamo mai fatto) per creare un tappeto che rendesse la produzione totale più ruvida.

Come eseguirete dal vivo un album del genere?
Non avendo la possibilità di portarci tutti i musicisti sui vari palchi, sarebbe logisticamente e organizzativamente impossibile, siamo stati costretti ad usufruire di un minidisc. Il minidisc è un supporto nato negli anni novanta con il quale abbiamo la possibilità di riprodurre le basi originali del disco in concerto, così facendo riusciamo a proporre live tutto l’album nella sua completezza! Anche perchè avrebbe poco senso suonare le canzoni senza gli strumenti particolari che abbiamo inserito, perderebbero tutto il loro significato.

Io ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato. Ti lascio la chiusura dell’intervista e…dici ai nostri lettori perché non dovrebbero più leggere Metalhead!
Grazie del supporto a te Alberto e a voi di Metalhead !! Per chi volesse ascoltarci visitate il nostro sito www.deliriumxtremens.com oppure per prendere il nostro mandate una mail a : info@deliriumxtremens.com … lasciatevi avvolgere dal gelo delle Dolomiti ! Perchè non dovrebbero più leggere Metalhead?? Perchè siete dei metallari sporchi e cattivi e contagereste anche quelli che ascoltano lady gaga hahaha !

(Alberto Vitale)

recensione: https://www.metalhead.it/?p=1957