fotoderdian1Eccovi una lunga e intrigante chiacchierata con Enrico Pistolese, leader dei Derdian e chitarrista dalle idee molto chiare sullo show business, sul mercato musicale e sulla società odierna. Intanto, sapevate che la saga di “New Era” sta diventando un libro? Buona lettura!

Salve ragazzi, è bello trovarvi di nuovo in pista dopo un lungo silenzio! Che avete fatto negli anni che separano “The Apocalypse” da “Limbo”?
Ciao, intanto grazie per lo spazio concessoci. Sono stati indubbiamente degli anni impegnativi che ci hanno visti coinvolti nella stesura del nuovo album. E’ stato un lavoro titanico che ci ha impegnati parecchio sia dal punto di vista compositivo che di arrangiamento.

Intanto nella band c’è stato anche qualche cambiamento di line-up, a cominciare dall’abbandono di Joe Caggianelli…
Si, il cambio del bassista risale già a più di tre anni fa. Marco Banfi si è allontanato a causa di incomprensioni personali. Assolutamente nulla dal punto di vista musicale, abbiamo infatti sempre reputato Marco un grande musicista, davvero un ottimo professionista e gli auguro una grande carriera perché se la merita assolutamente. Ne approfitto per rivolgergli un saluto, visto che comunque siamo rimasti in buoni rapporti. Abbiamo sostituito Marco con Luciano Severgnini che ha un tocco differente e diverse idee di arrangiamento più tendenti al prog. Ogni tanto dobbiamo anche fermarlo, perché se fosse per lui, si suonerebbe sempre in tempi dispari! Poi un anno fa è stata la volta di Joe. E’ stata una decisione a dir poco sofferta su cui abbiamo ragionato diversi mesi. Volevamo dare una svolta alla nostra musica e sentivamo che Joe ormai aveva già dato in modo eccelso tutto quello che poteva dare.

Purtroppo nel nostro genere, in cui la voce rappresenta almeno il 70 % di un album, se vuoi dare una vera svolta, devi cambiare il timbro e l’intenzione. E noi sentivamo che era giunta l’ora di farlo. Inoltre i nuovi pezzi che stavamo componendo non si adattavano al suo timbro vocale. Per intenderci e fare un esempio pratico di quanto sto affermando, canzoni come “Limbo” o “Terror” non le puoi cantare con la voce cristallina di Joe. Devi essere molto più incazzato. Ivan è stato in questo senso in grado di dare una diversa interpretazione di questi pezzi e di aggiungere quel pizzico in più di aggressività di cui avevamo bisogno in questa fase.

copderdianAndiamo allora a descrivere il nuovo disco, che ho trovato ben riuscito sotto tutti i profili, complimenti!
Ti ringrazio vivamente, siamo molto contenti di come stia andando. E’ un disco che sembra piacere a tutti o quasi, molto più  dei precedenti.

L’album è composto da 11 pezzi ed è incentrato sulla nostra situazione attuale, appunto di “Limbo”. Quello che intendo dire è che purtroppo la musica, che è la nostra passione da sempre, non ci dà da vivere e siamo costretti a lavorare, esattamente come tutti i comuni mortali, per portare il pane a casa. Questo sottrae alla nostra musica una notevole quantità di tempo che potremmo impiegare in modo molto più creativo e soddisfacente. Quindi ci troviamo a vivere una doppia vita: quella della noiosa quotidianità lavorativa e quella di musicisti ormai abbastanza noti sulla scena internazionale. Praticamente il giorno prima sei in Romania a firmare autografi ai tuoi fan e il giorno dopo sei qui in Italia seduto ad una scrivania a pensare se riuscirai ad arrivare a fine mese. Incredibile vero? Però purtroppo è la situazione di moltissime band attuali, più di quelle che si possano immaginare.

Questa era una premessa importantissima da fare per capire il tema principale di “Limbo”. Allora prima di scrivere i pezzi di questo disco ci siamo detti: ragazzi, dobbiamo continuare a giocare alle rockstar oppure facciamo vedere ai nostri splendidi fan e a chi ci segue da sempre e pensa che ormai siamo una band arrivata che in realtà siamo esattamente come loro e anche noi ci facciamo il culo per portare a casa un piatto di pasta??? Abbiamo optato per la seconda e abbiamo deciso di parlarne nei nuovi testi, decidendo di mandare affanculo momentaneamente i draghi! Ahahahah! Il testo che tratta maggiormente questo tema è appunto”Limbo”, seguita a ruota da “Dragon life” in cui si ipotizza che uno di noi telefoni ad un altro mentre è a lavoro sommerso dalle carte e gli dica: “Ehi, ci hanno chiamati per un tour mondiale da New York al Giappone! Molla tutto e partiamo!”. “Silent hope” tratta della crisi economica mondiale attuale e vede l’uomo rassegnato ma nello stesso tempo incazzato col sistema mondiale e speranzoso verso le future generazioni che saranno più sagge. “Terror” parla della paura degli uomini (non di tutti, ma solo dei pochi che si rendono conto di essere pedine nelle loro mani) di essere sfruttati e usati dalla classe politica per i suoi loschi fini commerciali e di dominio mondiale.

“Light of hate” parla dell’infanzia e adolescenza di un ragazzo cresciuto con un padre alcolizzato e violento nei suoi confronti e in quelli della madre, il tipico quadretto di una situazione familiare problematica che culmina con una tragedia in stile americano. “Forever in the dark” è la perdita di identità dell’uomo medio dell’epoca presente che non sa più chi è e dove sta andando. Può sembrare una banalità ma provate a chiedervelo!…”Kingdom of your heart” è un inno a una persona o cosa che si ama, quindi ognuno la può interpretare come desidera. “Strange journey” è una breve descrizione delle nostre vite impregnate dalla musica e da tutte le emozioni che essa ci dà quotidianamente, ma anche l’ammissione di aver fatto molti sacrifici per portare avanti questa passione. “Heal my soul” è un pezzo che ho scritto dedicandolo a Joe Caggianelli, il nostro vecchio cantante, per dargli coraggio in un periodo molto difficile della sua vita. Mi piace pensare di esserci riuscito visto che, come scrivo nella canzone, ha acquisito una nuova forza interiore e le cose gli vanno decisamente meglio.

“Hymn of liberty” è un inno alla ribellione dalla schiavitù religiosa. La chiesa è un altro impero della storia, il più potente e subdolo. la religione è una caratteristica individuale che ognuno di noi deve poter scegliere di coltivare a modo suo o di non coltivare affatto. Un organismo internazionale che si occupa di riunire fedeli è assolutamente fuori luogo e anacronistico! “Fuck yourself, live me alone!” “Carpe diem” è un incoraggiamento per lo spirito interiore dell’ascoltatore a farsi possedere dalla musica e  a farsi travolgere dalle emozioni e a non ascoltare passivamente la musica senza farsi permeare da essa.

Come mai il disco non risulta prodotto e distribuito da una etichetta? È stata una vostra scelta o una necessità?

E’ stata una nostra ottima scelta e ne andiamo molto fieri. Ci siamo stufati di case discografiche la cui unica funzione è quella di mettere il tuo album in stampa e mandarlo in giro. A fare questo siamo capaci anche noi da soli e lo stiamo dimostrando. La casa discografica ha l’obbligo morale di promuovere realmente le POCHE band con cui lavora in tutti i modi possibili e immaginabili, anche tramite l’organizzazione di eventi live. Ho sottolineato poche perché purtroppo negli ultimi anni c’è stata una forte inflazione di artisti prodotti dalle label e in moltissimi casi non valevano assolutamente un cazzo, dimostrando l’assoluta mancanza di selezione nel settore. Non siamo contrari alle case discografiche ma desideriamo il loro ritorno ai vecchi valori con cui erano nate, o altrimenti, la loro estinzione. Credo purtroppo che sia più vicina la seconda ipotesi…

Fra i brani che mi hanno più colpito ci sono “Forever in the Dark” e “Silent Hope”, possiamo parlarne più approfonditamente?
Per quanto riguarda i testi, ne ho già parlato nel mio precedente tema! eheh. Musicalmente parlando sono due pezzi di cui siamo molto soddisfatti. “Forever in the dark” in particolare ha superato le nostre aspettative anche grazie all’intervento di Ivan che ha fornito un’ottima prova vocale. Il tango nello stacco centrale del pezzo è stato partorito dalla geniale mente del nostro tastierista pazzo che ha avuto quell’illuminazione. E’ un pezzo che adoro decisamente e tra l’altro è divertentissimo da suonare dal vivo! “Silent hope” invece è un pezzo che dal vivo dobbiamo ancora sperimentare, non ne conosciamo ancora la resa ma sicuramente lo tireremo fuori in uno dei prossimi live. Le parole del ritornello ci hanno dato molto da lavorare in fase di registrazione. Una sua versione precedente era stata scritta da Ivan ma non ci convinceva pienamente a livello di metrica, per cui abbiamo cercato di renderla un po’ più orecchiabile.

Suonare symphonic power metal nel 2013 è difficile quanto penso io? Come avete visto evolversi la scena europea e i gusti del pubblico nel corso della vostra attività ormai quindicennale? Pensate – come molti – che questo genere, per ‘sopravvivere’, debba accantonare almeno le tematiche fantasy?
Decisamente è un genere che ormai è fuori moda, su questo non c’è dubbio. ma il problema di base secondo me è che oggi non va proprio di moda più nulla! La gente dimostra ormai un atteggiamento disinteressato nei confronti delle nuove uscite musicali e preferisce continuare ad ascoltare i grandi che hanno fatto la storia e basta.

Non c’è molto spazio per nuovi talenti perché la gente preferisce non sapere un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di tempo, un po’ (tanto) per mancanza di soldi. Questo è il problema di base. Questi non sono tempi per dilettarsi nell’ascolto di nuove uscite musicali o informarsi su nuovi talenti. Questi sono tempi per pensare a come dare da mangiare ai propri figli fino alla fine del mese! La musica (giustamente) passa in secondo piano. Gente, questa società è conciata da buttare via, speriamo nel futuro. Comunque, rispondendo alla tua domanda, si, è difficilissimo. Le tematiche fantasy non devono necessariamente essere accantonate. le canzoni sono fatte per raccontare storie e se queste storie sono belle, che siano fantasy o no, qual’é la differenza? “Il Signore degli Anelli” ha migliaia di lettori anche oggi!

Guardandola come ormai conclusa, cosa pensate della saga di “New Era” che ha attraversato i vostri tre precedenti dischi?
Ehehe. Pensiamo che sia una storia formidabile che se solo avesse la possibilità di essere proiettata sul grande schermo, avrebbe un successo assicurato! Si vedrà… Per ora c’è una bravissima scrittrice americana di nome Sy Blayde, già autrice del romanzo “Xpire”, che la sta scrivendo in tre libri. Ho avuto il tempo di leggere solo il pt.1 ed è fantastico. È veramente in grado di far rivivere quei personaggi in modo molto realistico.

Cosa rispondete a chi ritiene che la vostra musica – più in passato che oggi, sia chiaro! – suona troppo debitrice dei grandi gruppi della prima ondata symphonic power, a cominciare dai Rhapsody?
Rispondiamo che era vero solo in passato quando ovviamente dovevamo ispirarci a qualcuno o qualcosa per iniziare. Io penso che non sia più cosi. Con l’ultimo album abbiamo secondo me rotto tutti i ponti con i nostri padri e raggiunto una nostra maturità.

Progetti per l’immediato futuro? Qualche concerto, altre attività…
Attendiamo il nostro prossimo concerto a giugno al Blue Rose di Bresso dove vi aspettiamo numerosi e poi se salta fuori qualcos’altro, sarete di certo messi al corrente.

Grazie per il vostro tempo, la conclusione naturalmente spetta a voi! A presto!
Grazie a voi di Metalhead per lo spazio dedicatoci sul vostro splendido portale e soprattutto a te, Renato , per queste ottime domande che mi hanno consentito di tirar fuori il vero lo spirito di questo nostro ultimo album e di entrare nello specifico.

Ciao a tutti e grazie soprattutto ai nostri fan che ci danno sempre una grande soddisfazione!

(Renato de Filippis)

 

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