intDiplimatics3Punk. Ma anche un po’ di blues forse. E pure qualcos’altro. Musica in poche parole. Musica con la fretta addosso. Musica stanca della monotonia, musica con un sogno. Ribelle. Musica pura in sintesi. Questi sono fondamentalmente i Diplomatics. Ebbene, fregandomene della diplomazia, direttamente, d’impatto, ho lanciato delle domande a Set, il chitarrista. Domande dirette. Immediate, ma piene di curiosità ed aperture mentali. E lui era li, pronto, come lo è sul palco davanti al suo pubblico. Ecco il nostro dialogo…

Ciao, complimenti per il disco, proprio tosto! Colgo l’occasione per alcune veloci domande: Siete nati ieri, non vi conosce nessuno, ma fate un tal baccano che è impossibile non rendersi conto che siete in giro. Com’è nato il progetto?
Intanto grazie mille per i complimenti sul disco, veramente. Anche se il progetto Diplomatics è relativamente giovane noi siamo attivi nel panorama musicale ormai da anni, in quanto tutti abbiamo militato in altre band. I Diplomatics sono nati da una mia idea, nella primavera del 2012. Il progetto ha preso piede in maniera del tutto naturale e veloce, assemblando insieme i giusti componenti; sembra quasi che sia stato il progetto stesso ad auto crearsi mettendoci noi assieme.

Dichiarate radici anni New Yok anni ’70 con atteggiamento punk. Ma il look, la copertina stessa: è palese che i Ramones vi hanno ispirato incisivamente… ed è anche una fortuna sentire in qualche modo quello spirito rinascere oggi. Quali sono le radici artistiche che veramente vi contraddistinguono?
La copertina sembra effettivamente ricordare i Ramones, ma le nostre radici non si fermano li. Le influenze che sicuramente ci distinguono sono il punk classico ma anche il blues; nel nostro suono ci si può trovare di sicuro i Rolling Stones, i The Who, i The Faces, se si vuole anche una bella dose di glam rock. Anche alla scena australiana dobbiamo molto: Saints e Radio Birdman su tutti.

Che mi dici del look? Ricercato? Spontaneo? “Non sa/non risponde”… o semplicemente non ve ne frega nulla, basta che l’ampli sia con il volume a manetta?
Il look è del tutto spontaneo come il volume del mio VOX.

L’album è bello tosto. E’ un album che ha molta fretta, ma che riesce a prendere direzioni riflessive. Che ne dici?
E’ esattamente quello che abbiamo cercato. Chi ascolta senza pensare magari ci può percepire come il classico gruppo spedito che non bada a null’altro. In realtà ci siamo concentrati anche sui testi, cosa che ritengo estremamente importante per esprimersi al top. Abbiamo curato i suoni per risaltare alcuni aspetti dei testi. Su canzoni come “Desert Love” e “Don’t Let Me Go” si nota chiaramente questo aspetto; c’è la giusta combinazione tra impatto, attitudine e riflessione.

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Parlami degli strumenti extra: qui non c’è solo basso-batteria-chitarra. Anzi.
C’è sempre stata da parte nostra la voglia di inserire altri strumenti e provare altri suoni. D’altronde nel rock i fiati e l’armonica sono ampiamente usati, non sono di certo strumenti nuovi. Anche i Saints hanno a loro tempo inserito i fiati, per non parlare degli stessi Rolling Stones. Ci sono parti all’interno delle canzoni che ci richiamano alla mente altri strumenti, e cosi cerchiamo di inserirli veramente.

Qual è la rivoluzione della quale non si dovrebbe aver paura?
La vera rivoluzione è mettersi in gioco ed in discussione. Non si può dare per scontate le cose, sia nella musica che in generale nella vita. La musica è per noi uno strumento che ci consente di esprimerci e dire cosa pensiamo; ci troviamo più volte a settimana per le prove e impieghiamo molto del nostro tempo per il progetto. Spesso in giro si vedono persone statiche, non vanno ai concerti, non si informano, stanno seduti ad aspettare chissà cosa. La rivoluzione è alzarsi e iniziare a dire ciò che ci pensa e fare ciò che si vuole. Basta scuse ed autocommiserazione.

La cartella stampa è invitante: “8 canzoni alla nitroglicerina che parlano di tedio provinciale e redenzione!”. La nitroglicerina si sente. Forte e chiara. Dimmi di più del tedio provinciale e della redenzione.
Siamo cresciuti nella provincia vicentina ed è ovvio che questo ricada nei nostri testi, nella nostra attitudine e nel nostro suono. Spesso durante la settimana e anche nei week end c’è gran poco da fare per cui la soluzione è chiudersi in stanza a suonare; la musica è per noi veramente un ancora di salvezza che ci tiene in vita.

intDiplimatics_SIGILLOCosa sigilliamo con il vostro originale timbro?
Un bel cofanetto con dentro i dischi che preferite, dove magari ci sta anche il nostro.

Cosa spacchiamo con quella mazza da hockey?
La lista è lunga; diciamo che più di ogni altra cosa mi piacerebbe spaccare quell’inettitudine che avvolge certe persone.

Ragazzini con sogni di gloria? Non più ragazzini ma sempre con sogni di gloria? Musicisti che se ne fottono e si divertono?
Uomini ormai adulti con grandi sogni; sognatori si nasce e si rimane per sempre indipendentemente dall’età. Poi sicuramente musicisti che si divertono, ci mancherebbe. (ride, ndr)

Una cosa mi chiedevo: sbaglio o saltate da un palco all’altro? Ho visto che state facendo diversi gig, nord e sud Italia… come fate? C’è gente con musica molto più complessa che manco in garage a casa li vogliono!
L’hai detto. Spesso la musica troppo complessa pecca di poca essenza. La semplicità, la sincerità, la schiettezza fanno del rock e del punk un genere unico, vero; forse noi siamo premiati per questo, lo spero. Comunque siamo solo all’inizio e spero arrivino tantissime altre date; la tourné mondiale è il mio sogno.

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Estero anyone?
Ci stiamo appunto lavorando, ma non avendo ancora una booking fissa è difficile. In più tutti noi lavoriamo ed è difficile conciliare tutto, anche economicamente.

Curiosità: è vero che avete pure fatto il vinile? Non è una figata il suono del vinile?
Diciamo che abbiamo fatto solo il vinile, nel senso che il CD è stato aggiunto per accontentare anche altre persone, ma il nostro formato è il vinile. Il suono è unico, soprattutto perché abbiamo registrato quasi tutto in presa diretta e in analogico, con l’aiuto del mitico Matteo Bordin All’Outside Inside studio di Montebelluna (provincia di TV, ndr); assolutamente fantastico. Abbiamo veramente raggiunto il suono che volevamo.

Ok… chiudi tu. Tedia un po’ i lettori di METALHEAD.IT. Si redimeranno. Oppure no. Cazzi loro.
Sarò sincero, spendete qualche euro per la musica, comprate dischi, andate ai concerti; se volete una copia del nostro disco o ci volete live basta che ci contattiate. Supportate ogni forma d’arte e cercate di non restare fermi ad aspettare che la morte vi prenda con sé.

(Luca Zakk)

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