fotodisatsterhate1Sound duro e articolato. Potente e costruito. Thrash e death metal. I Disasterhate sono questo e l’album “Mirroring the Abyss” lo dimostra. La band è un esempio di solidità, melodie, groove, forza e tutto ciò attraverso un atteggiamento proprio, senza scadere in stucchevoli imitazioni. I Disasterhate sono di Catania e sono composti da un batterista e tre ragazze; una di loro, Reitia, risponde alle domande.

Parlami delle ultime novità in casa Disasterhate, ovvero la firma per la Club Inferno. Quanto conta avere un supporto del genere e in cosa consisterà.
La firma per Club Inferno (una sub-etichetta di My Kingdom Music) riguarda la vendita digitale e la promozione dell’album. Abbiamo preferito affidare il lavoro a qualcuno competente in modo da ottenere maggiore visibilità per “Mirroring the Abyss” e la band. L’album sarà disponibile in vendita sui canali online dal 22 settembre prossimo.

Vi state proponendo con l’album “Mirroring the Abyss”, il quale svela il vostro modo di comporre, ovvero forza e impatto legate al thrash e al death metal e una buona dose di melodie organizzate anche in modo variabile, grazie ad una sottile vena prog. Insomma, sembrate una band che non ambisce ad essere diretta e violenta, ma che amiate costruire.
Ci sono alcuni brani con un impatto più immediato, come “Me=Android” e “Day of Zero”, ma sicuramente amiamo articolare i pezzi e virare anche verso atmosfere cariche di pathos. Potremmo dire che, partendo da una base thrash-death, il nostro sound si apre verso sonorità più malinconiche e introspettive. Questo disco è un caleidoscopio di colori dell’anima e abbiamo cercato di esprimere quante più sfumature possibili: rabbia, paura, desiderio di evasione, speranza. Ci ha permesso di esplorare ed esplorarci.

La cosa che mi ha colpito da subito nel vostro sound è il fatto di avere due voci e questo dovrebbe ampliarne le possibilità.
Avere due lead vocals che cantano entrambe in screaming e in clean, ciascuna con un proprio timbro e una propria interpretazione, costituisce sicuramente una ulteriore possibilità espressiva. Curiamo molto le liriche e l’espressività, quindi poter scegliere tra due voci è sicuramente stimolante a livello creativo.

Puoi darmi un quadro del titolo dell’album in relazione a quella stupenda copertina e i relativi testi?
“Mirroring the Abyss”è un album molto introspettivo, un tuffo fatto dentro le profondità della mente per scrutare il nostro “abisso”. Tutti i testi sono intimi e assolutamente soggettivi, non c’è spazio per il mondo al di fuori, ma solo per ciò che avviene, riflesso, dentro di noi e che riportiamo alla luce, come fosse un reperto che dormiva sepolto. Una ricerca interiore che conduce alla solitudine, a perdersi attraverso un freddo deserto di pensieri frammentati e confusi. In fondo tutti i testi descrivono sfumature diverse dello stesso paesaggio, rarefatto e desolato come quello della copertina. Citando Rise (bassista e autrice della copertina): “Quando la mente sprofonda dentro nuovi abissi, la sensazione di freddezza verso ciò che c’è attorno è contraddistinta da cromature glaciali e ricche di contrasti”.

Quanto tempo è servito per scrivere il materiale e poi inciderlo?
La fase di composizione ha richiesto un paio di anni, poiché volevamo avere le idee chiare sui pezzi, prima di entrare in studio. Non abbiamo raggiunto facilmente la tracklist definitiva: alcuni pezzi sono stati esclusi, altri più volte rivisti, riscrivendo i riff quasi ex novo. Insomma abbiamo dedicato tempo e risorse a questo lavoro, affinché nulla ci lasciasse insoddisfatti. Le registrazioni sono avvenute in periodi diversi, tra il 2010 e il 2011, e in studi diversi. Ritardi nella conclusione della copertina e altri impegni personali hanno ulteriormente contribuito a rallentare l’intera produzione, che è finita nel 2013.

fotodisasterhate2Siete di Catania, come giudichi la possibilità di fare musica nella vostra città?
Non ci sono spazi davvero idonei a concerti metal e ci si arrangia sempre negli stessi locali o in spazi all’aperto, quando la stagione lo permette. Per fortuna ci sono persone e organizzazioni mosse da una profonda passione, che riescono a creare eventi interessanti anche in circostanze difficili. Poi sta al pubblico (di cui fan parte anche gli stessi gruppi metal) dare il massimo feedback assicurando la loro presenza e permettendo così la continuità di questi eventi.

In questo momento c’è qualcosa nel quale vi state concretamente impegnando per il buon nome dei Disasterhate?
Per il momento ci stiamo impegnando nella promozione e nell’organizzazione di live anche fuori dalla Sicilia, cercando di conciliare i vari impegni di ciascuno di noi. Si pensa anche a qualche nuovo pezzo, qualche idea frulla già nelle nostre teste…

Grazie per l’intervista e grazie per il vostro album, davvero piacevole e ben costruito. Il congedo lo lascio a te, rivolgiti pure ai lettori.
Grazie a tutti coloro che ci supportano e a Metalhead per l’intervista! “Mirroring the Abyss” è un album che lascia il segno, che mette a nudo l’abisso della mente in modo diretto e se amate i forti contrasti, le tonalità aspre e malinconiche, allora riuscirete a trovare anche voi un frammento della vostra anima nel nostro cd. A presto!

 

(Alberto Vitale)

(foto band di G.Gonzo)

 

Recensione