PhotoElvenpathDa 15 anni gli Elvenpath tengono viva la fiamma del power metal tedesco. Da poco è uscito il quarto disco “Pieces of Fate”: ne discutiamo con il leader della band, il disponibilissimo Till Oberboßel, chitarrista e leader della band. Buona lettura! 

Ciao Till, grazie per questa intervista! Dunque, questo è il quarto disco degli Elvenpath… la tua band ha una carriera lunga già 15 anni ed è ben conosciuta, in Germania ma anche all’estero. Sei soddisfatto o vorresti qualcosa di più? (leggila in tedesco)

Ciao Renato, e grazie a te per il tuo interesse e per questa intervista.

Non siamo poi in pista da così tanto – la prima demo uscì 13 anni fa, ma in effetti questo è comunque un intervallo di tempo abbastanza lungo. E la band è cresciuta, lentamente ma continuamente. Negli ultimi tre anni per noi è andata bene come mai prima d’ora. Spero naturalmente che potremo migliorare ancora un po’. Vorremmo suonare ancora di più in stati stranieri, fino ad ora non abbiamo avuto così tanti concerti all’estero. Quindi c’è ancora molto da fare!

Parliamo di “Pieces of Fate” e cominciamo dalla copertina… davvero stupenda!

Grazie mille! Anche a me piace moltissimo, Markus Vesper ha davvero composto un capolavoro. Noi gli abbiamo comunicato soltanto la nostra idea generale, e lui ha messo su quest’opera molto bella e dettagliata. Stavolta volevamo per il disco una specie di veste barocca, da qui le foto della band in una sala d’opera e anche la copertina. Nell’insieme sembra tutto molto nobile. Purtroppo, data grandezza del formato cd non vengono valorizzati molti dettagli della copertina, per cui spero che potremo produrre una versione su vinile.

Le canzoni che mi sono piaciute di più sono la lunga “Testament of Tragedy” (Bathory vs. old Manowar??!) e la classica “Wild Boars of Steel”, che inizia nientemeno che con i versi di un cinghiale! Cosa puoi raccontarmi di questi due pezzi?

Con “Testament of Tragedy” abbiamo di nuovo, per la prima volta dall’album “Spyrol”, un pezzo che inizia come una ballad. È molto epica, sicuramente non si possono negare gli influssi di Manowar e Bathory. Abbiamo certamente trattato il tema con pathos e intensità! Il testo descrive una visione guerriera del mondo, ma questo si può intendere sotto numerosi aspetti diversi. Ogni giorno si sta di fronte a una scelta su cosa si vuole fare della propria vita, ed è importante decidersi sempre per il meglio. Anche se questo comporta dei sacrifici – bisogna compiere ciò che si ritiene giusto. E quando la battaglia riguarda la salvezza del nostro mondo, bisogna stare dalla parte giusta.

“Wild Boars of Steel” è un brano che abbiamo scritto per i nostri amici della Taunus-Metal-Verein (http://www.taunus-metal.de). È una associazione di metallari qui a Frankfurt, con i quali siamo già uniti da anni da un legame di amicizia: da tempo ci sosteniamo a vicenda. Ci hanno chiesto se potevamo scrivere per loro un inno associativo, potevamo dire di no?

Abbiamo già pubblicato il brano nel 2013 con l’associazione come singolo limitato, ma questa versione doveva restare esclusiva, così per il nuovo disco abbiamo ri-registrato il pezzo. È un brano molto diretto e serrato, con molti paragoni al Taunus (il distretto da cui l’associazione prende il nome, potete documentarvi su Wikipedia) – e il cinghiale è la mascotte della società, per cui dovevamo lasciargli la parola nell’intro, ahahah!

Sono interessanti anche molti testi… “The Liars’ Dance” offre la vostra visione della politica, “On the Elvenpath” è forse il manifesto della vostra poetica… o mi sbaglio?

Per noi è sempre stato importante offrire testi diversificati. Non saremo mai una band che scrive soltanto su un tema. “The Liars’ Dance” tratta naturalmente della politica, più precisamente delle promesse vuote, che non sono più importanti dopo le elezioni. È una dinamica nota a tutti coloro che votano. Anche noi abbiamo interessi politici e ci sono alcuni statisti da cui mi aspetto qualcosa – ma non posso più fidarmi di nessuno.

“On the Elvenpath” è la storia molto oscura di un uomo che si smarrisce in un fitto bosco. Questa almeno è l’interpretazione letterale, ma è più importante quella figurata. Ognuno di noi deve affrontare esperienze negative nella propria vita, anche quando esse sono una dura battaglia. Ma bisogna sempre cercare la via per tornare alla luce. E quando si riflette sui propri punti di forza, ci si riesce. Dunque, al di là di tutte le oscurità, si tratta comunque di un testo positivo, che dice che si può fare molto quando si crede saldamente in se stessi.

Heavy Metal, Heavy/Power Metal, Power Metal, Power Metal tedesco stile anni ’80… che cosa suonano gli Elvenpath? E quali sono le band che vi ispirano?

Oggi c’è bisogno di almeno cinque aggettivi prima della parola metal, ahahha! Mi piacerebbe dire che suoniamo semplicemente Power Metal, in modo che la maggior parte della gente possa immaginarsi che facciamo. Quando qualcun altro preferisce dire Heavy Metal o Melodic Metal o ‘Metal con Patatine fritte, majonese e ketchupì, mi va anche bene. Sono solo parole – chi si interessa per noi, dovrebbe ascoltare lui stesso la nostra musica!

Le nostre ispirazioni vengono dalle più diverse direzioni, ma le band che piacciono a tutti noi e che maggiormente ci hanno influenzato sono Iron Maiden, Blind Guardian, Manowar, Bathory, Helloween, Judas Priest, Jag Panzer… e ancora molte altre.

Come mai avete avuto così tanti cambiamenti di lineup come band? È così difficile trovare buoni musicisti (e amici) per una band Heavy Metal?

In realtà negli ultimi tempi non abbiamo avuto così tanti cambiamenti. Cris e io siamo della partita dall’inizio, Dragutin fin dal 2008, Oli dal 2009. Effettivamente ci sono stati molti cambiamenti per la batteria. Prima del 2008 è stato effettivamente il tutto un po’ turbolento per noi. Una band deve trovarsi bene musicalmente e sotto il profilo personale, e per noi non è sempre stato così. I motivi per una separazione sono molto diversi – talora ci sono stati diversi orientamenti musicali, altre volte differenze personali, altre volte ancora mancanza di tempo… con la formazione attuale sono molto soddisfatto. Dall’estate 2014 abbiamo con noi Manuel, un batterista eccezionale, che va benissimo per gli Elvenpath; sono fiducioso che questa volta potrà funzionare a lungo.

Avrei ancora qualche domanda sul vostro passato… seguo la vostra carriera dall’inizio! E penso che il miglior brano degli Elvenpath in generale sia “Guardians of the Underground”. Sei d’accordo? Cosa pensi di questo pezzo?

Sì, gli anni passano… e allora è ancora più notevole che tu sia con gli Elvenpath dall’inizio, ahah!

“Guardians of the Underground” è sicuramente uno dei nostri brani migliori, che è stato valutato molto bene dai giornalisti e che anche molti fan amano in particolare. A me sembra che siamo davvero riusciti a comporre un piccolo classico, ahah! Anche dal vivo le reazioni del pubblico sono sempre buone.

Il brano parla naturalmente dell’underground metal. Delle band, dei venditori, degli organizzatori di concerti e naturalmente dei fans. L’underground oggi è più vivo che mai, e offre spesso più qualità rispetto alle band più grandi e conosciute. Sia come musicista che come fan mi sento a casa nell’underground, compro molti cd di piccole formazioni e partecipo a piccoli concerti e festival. Tutto questo mi offre di più delle grandi manifestazioni. Ed è importante che l’underground continui a ad essere sostenuto, perché è qui che l’heavy metal ha le proprie radici.

Come album nel suo complesso amo però di più “Spyrol”. Che puoi raccontarmi di “Northern Son”?

Il brano l’ho scritto come omaggio a Quorthon, dopo che era morto, come tutti sanno, improvvisamente. Bathory è sempre stata una delle mie band preferite, la sua musica ha sempre significato molto per me, e quando Quorthon è morto mi sono sentito come se avessi perso un parente o un buon amico. Dovevo in qualche modo fare i conti con questo e volevo lasciare anche io un ricordo, quasi come un ringraziamento per tutto ciò che la sua musica mi aveva dato. Spero che il brano sia stato di suo gradimento… forse lo incontrerò un giorno nel Valhalla e potrò chiederglielo.

Un paio di anni fa avete suonato all’”Up the Hammers” Festival in Grecia… ero lì questo marzo per festeggiare il Giubileo del decimo anno. Come è stata l’esperienza di suonare ad Atene?

Atene è splendida! Siamo stati lì nell’Ottobre 2013 e lo show in Grecia ha costituito per noi il coronamento di un sogno coltivato a lungo. Purtroppo non c’erano così tante persone come sperato (Manolis, l’organizzatore, è andato in perdita quel giorno), ma è stato comunque meraviglioso. Il pubblico greco è stato molto buono con noi ed è stato bello incontrare finalmente di persona alcuni con i quali ero in contatto da tempo. Abbiamo anche visto qualcosa di Atene, è stato davvero un fine settimana pieno di cultura, festa ed heavy metal! Spero davvero che ci potremo tornare prima o poi… Heavy Metal re mounia!

E cosa puoi dirmi sui futuri live show? Com’è stato il release-party? Avete già organizzato qualcosa per l’estate?

Il nostro release-party è stato un successo, un bel compleanno per il nuovo disco. La scorsa settimana abbiamo suonato al Taunus Metal Festival, pure è stato grandioso. Per l’estate sono già certi alcuni festival: suoneremo al M.I.S.E. Open Air, allo Steel meets Steel e al Rocken Festival. Alcuni altri show sono pure già organizzati e ci stiamo ancora lavorando su… vai semplicemente a guardare ogni tanto la nostra Homepage, lì troverai tutti gli show confermati con i dettagli.

E come procede il tuo altro progetto Lucid Dreaming? Quando pubblicherai la seconda parte della saga?

Va a rilento a dire il vero… ho registrato parte dell’album ma ci vorrà ancora un po’ prima che sia finito… realisticamente le registrazioni saranno chiuse alla fine dell’anno. La pubblicazione sarà quindi in qualche momento del 2016. Alcuni cantanti del primo disco saranno di nuovo della partita, altri no, per cui ci saranno alcune nuove voci da ascoltare… restate in attesa!

Bene Till, grazie per il tuo tempo, vuoi salutare i lettori italiani?

Naturalmente! Grazie a tutti coloro che hanno letto tutta questa intervista. Spero davvero che potremo prima o poi suonare in Italia (chiamateci!). Visitate la nostra pagina www.elvenpath.com e ascoltate le nostre canzoni – e se vi piacciono, contattateci!

Grazie a te, Renato, per la possibilità che ci hai dato di poterci presentare! Ti devo una birra, ahah!

(Renato de Filippis)

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