fotogorathLa storia dei Gorath inizia come progetto individuale di Filip Dupont. Una one man band, nata dalle ambizioni di colui che è per anni è stato un giornalista musicale. Nel tempo Filip ha lavorato sodo, portando Gorath a guadagnarsi una crescente considerazione tra i media e il pubblico, oltre a prendere la fisionomia definitiva di una vera e propria black metal band con l’arrivo di nuovi elementi. L’ultima release è l’ottimo “Apokálypsis (Unveiling the age that is not to come)”, del quale ne parla lo stesso Dupont.

Congratulazioni per l’ultimo vostro album, “Apokálypsis (Unveiling the age that is not to come)”. Penso sia un vostro notevole passo in avanti.
Consideriamo “Apokálypsis” la cosa migliore fatta fino ad oggi.. Tende ai migliori aspetti del lato oscuro del nostro precedente album “MXCII”, insieme al miglior dinamismo dell’album “Misotherism”, realizzato nel 2008. Sicuramente la gente sente le tipiche cose dei Gorath, mentre andando sufficientemente in profondità nelle canzoni si scopre qualcosa di nuovo. Osiamo dire che “Apokálypsis” è un buon mix di black metal tradizionale e in più musica influenzata dal progressive. Questo senza alienarci troppo dal genere.

Perché questo titolo? E’ connesso con qualcosa di attuale?
Le parole scritte da Giovanni,  come nel libro della Rivelazione, non sono chiare e possono essere interpretate in differenti modi. Come in molti scritti religiosi ci sono punti oscuri. Se Gesù non fosse il Salvatore? Immagina, cosa accadrebbe se lui fosse l’Anticristo e abbatte il mondo? Guardati intorno, il nostro prezioso pianeta sta andando all’inferno e senza dubbio il mondo come tutti lo conosciamo si fermerà a causa di quel cancro chiamato umanità. La religione ovviamente fallisce. Una nuova età dell’oro avverrà con la dipartita dell’uomo. Questo falso dio spazzerà via la luce e porterà migliaia di anni di tenebre. Ecco più o meno le somme che tira il nuovo album.. Tutti i testi sono basati sulla Rivelazione e non è una coincidenza che ci siano sette canzoni [come i sette sigilli dell’apocalisse, nda]. Jurgen dei Theudo ha scritto tutti i testi  e noi consigliamo di dare uno sguardo attento ad essi..Ci sono voluti tanti sforzi per loro e hanno un profondo significato, non come molti altri testi black metal.

Come è stato dunque realizzare questo album?
Nell’album precedente io ho scritto la maggior parte della musica, come sai i Gorath sono partiti come un progetto solista. Ci sono voluti alcuni anni per trovare una line-up stabile, non avendo che componenti unicamente per propositi live. Su “MXCII” e certamente su “Apokálypsis” l’input degli altri membri è stato di grande importanza.  L’altro chitarrista e io abbiamo lavorato sulle canzoni e  tutto è venuto fuori in maniera naturale. Infatti c’è pronto un sacco di materiale nuovo scritto, ma lo abbiamo messo da parte per ora. Per prima cosa dobbiamo concentrarci sulla promozione di “Apokálypsis” su diverse piattaforme.

Puoi dirmi i dettagli e credits dell’album?
Io sono il  responsabile per la produzione e registrazione di chitarre, basso e voci, presso il mio piccolo Crestfallen Studio. Reinier Schenk ha registrato la batteria e mixato l’album. Poi sono andato in Svezia da Tore Stjerna (Watain, Funeral Mist, Valkyrja,…) che si è preso cura del mastering. E’ la terza volta che lavoriamo così e i risultati migliorano ogni volta. Solo questa volta Dan Swanö non ha fatto il mastering.

Il vostro precedente album “MXCII” era cantato in fiammingo antico, come è stato accolto in Belgio?
In fiammingo antico è vero solo in parte perché “MXCII” è cantato in un dialetto locale che soltanto le persone del mio paese capiscono. Se vai a 50 km nessuno lo comprende. Mi ha portato via molte ore l’affinamento del concept di “MXCII”. La traduzione inglese è inclusa nel booklet come testo a fronte, così tutti possono comprendere. Ad essere onesti, io sono un po’ deluso verso i pareri avuti sui testi. Sembrava che alla maggior parte della gente non importassero gli argomenti e si sentiva come non stimassero il duro lavoro che c’era in quei testi. In compenso sono contento di averlo fatto. Per anni avevo pensato di registrare qualcosa nel mio dialetto e ne sono ancora orgoglioso del risultato.

Tu sei stato un critico musicale per diversi anni: cosa ne pensi della critica musicale  e del rapporto tra musicisti e band e i critici
Per anni ho scritto per l’olandese Vampire Magazine, durante i suoi giorni gloriosi nei quali era una delle più grandi webzine d’Europa. Mi interesso parecchio dei recensori che ci mettono il lavoro nelle proprie recensioni. I Gorath sono stati benedetti con ottime recensioni per tutti i cinque album. Ma, non di rado il recensore sembra semplificare le cose. Alcune osservazioni si basano su stronzate e non hanno alcun senso, come alcuni americani che ci equiparano ai Dimmu Borgir e Gorgoroth. T’immagini? Io stimo ogni singola opinione, ma non posso sostenere alcun perdente che fa il lavoro a metà.

Adesso quali sono i vostri progetti?
Quest’anno abbiamo in programma solamente due show, un release party olandese e uno show in Germania di supporto ai Forgotten Tomb. Il prossimo anno promuoveremo l’album on stage in diversi posti. Ci stiamo lavorando. Siamo fiduciosi nell’ottenere la chance di visitare l’Italia. Voi avete alcune buone band laggiù. L’anno scorso i Fides Inverse da Livorno sono usciti fuori dal nulla con un debutto stellare!

Ti ringrazio per avermi concesso il tuo tempo. Ti lascio le ultime parole a chiusura di questa intervista.
Grazie per il supporto e buona fortuna con il vostro magazine.

(Alberto Vitale)