photohansPer una volta il nostro defender Renato non intervista metallari duri e puri, ma un raffinato chitarrista belga, Hans van Even, sul mercato con il suo eclettico debut “Stardust Requiem”. Buona lettura!

Salve Hans, grazie per questa intervista! Ti va di presentare la tua musica e le tue attività ai lettori italiani?

Salve Renato, grazie a te e a MetalHead per l’invito!

La mia principale occupazione è naturalmente suonare la chitarra, comporre e insegnare, ma ho anche un lavoro part time nel campo del design, durante il quale realizzo il design grafico per software di chitarra e musica in generale.

Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo dodici anni, dopo aver ascoltato le esecuzioni di Alvin Lee, Jimi Hendrix e Jimmy Page, e dai 14 ho capito che volevo vivere di musica, per cui ho deciso di studiare musica classica alla RIKSO, e dopo di ciò jazz al Jazz Studio in Belgio. Da allora ho impiegato il mio tempo suonando in band jazz-fusion, metal e blues rock. Per qualche ragione ho sempre avuto una forte attrazione per la musica virtuosistica, spaziando dalla classica al jazz e al metal, e sono sempre stato abbastanza colpito, quando ero giovane, da musicisti come Yngwie Malmsteen e Tony Macalpine. Ho sempre desiderato comporre un album solista che coprisse tutte le mie influenze, ma non ero soddisfatto con i risultati e con l’impatto del demo cd, soprattutto per la qualità delle composizioni; da qui la lunga attesa prima che decidessi di pubblicare “Stardust Requiem”.

“Stardust Requiem” è un album magnifico, ma tocca molti generi musicali… perché pensi che un ascoltatore metal dovrebbe trovarlo interessante?

(sorride) Effettivamente amo così tanti stili diversi che per me la musica è universale. Non ho mai pensato di ascoltare soltanto uno stile, e lo stesso vale per il suonarlo. Quando ho iniziato la registrazione del cd qualche anno fa, ero effettivamente spaventato di inserire troppi stili in un solo cd; fortunatamente mia moglie e i miei amici mi hanno incoraggiato a farlo, dato che questo rifletteva il modo in cui vivo la mia musica. Da qui è nata l’idea del cd. Quando l’ho pubblicato all’inizio di quest’anno, gli aspetti promozionali furono un’altra questione, dato che molti magazine e anche gli online store vogliono inserire il tuo cd in una categoria, cosa che naturalmente non è possibile con il mio. Ho cominciato con il mandare il cd ai magazine di chitarra, finché il mio buon amico Adrian Weiss, che è un ottimo chitarrista tedesco, mi ha aiutato con la promozione e mi ha suggerito di mandarlo anche ai metal magazine, il che è stata un’idea fantastica. Sono molto felice della mentalità aperta dei magazine come il tuo, dato che la risposta è stata molto positiva.

Le mie canzoni preferite sono la titletrack e “From the Stars”… ne parliamo più approfonditamente?

La titletrack è venuta fuori dopo che ho ascoltato un brano di Joe Satriani chiamato “Pyrrhic Victoria”: per quanto il tema e il modo in cui sono costruiti i due brani sia abbastanza diverso, mi piaceva il mondo in cui le parti orchestrali entravano nella canzone sul chorus. È così che è nato il tema principale di “Stardust Requiem”. Tutto ciò mi ha anche dato l’idea del nome del cd. A un certo punto della vita ti poni delle domande su da dove siamo venuti e dove andiamo… così il cd riflette davvero ciò che io penso della vita, puoi considerarlo come un ciclo della vita, che comincia con “Angeli ex Galaxia” e finisce con “Farewell” e il magnifico e cosmico ‘vento di chitarre’ alla fine del cd, realizzato dall’amico e compositore Garlo. Quindi il mio è più di un semplice guitar album, è qualcosa che dovevo fare, la mia meditazione sulla vita.

E che mi dici di “Hans’ Blues”? Leggo nel booklet che ben otto chitarristi vi hanno partecipato…

È così, ci sono 8 guitar solo e un synth solo, è la parte jam del cd in cui mi sono semplicemente divertito con gli amici. È un pezzo lungo, ma sono davvero felice del risultato, più di avere una buona jam con gli amici di sabato sera.

La Ewena di “Song for Ewena” è tua figlia, giusto? Trovo molto tenera questa dedica!

Sì, Ewena è la mia figlia più giovane, e un giorno di vacanza, mentre lei aveva solo un anno, ho avuto la possibilità di registrare un paio di minuti mentre lei si stava davvero divertendo. Ho poi composto il resto del brano nella stessa settimana, quando ho messo tutte quelle voci divertenti all’inizio della canzone, e ne è venuto fuori qualcosa di davvero speciale. Oggi questo brano è naturalmente il suo preferito del cd J

Nel booklet nomini numerosi famosi chitarristi come fonte di ispirazione… ma quali sono quelli che apprezzi maggiormente?

Questa è una domanda difficile… se proprio dovessi mettere alcuni alla cima della lista, ci sarebbero certamente: Jimmy Page, Tony MacAlpine, Pat Metheny, Jeff Beck, Jimi Hendrix & Allan Hodsworth… ma ripeto, penso che la musica sia il riflesso di tante influenze. Mi piacciono tanti stili diversi, finché qualcosa mi colpisce va bene per me… e questo è il motivo per cui cito così tanti artisti.

Ho anche letto sul tuo sito internet che stai pianificando alcuni show live, hai già organizzato le prime date?

Al momento stiamo inviando i nostri press kit e stiamo cercando concerti, anche con la mia band HVE (Christine Lanusse – bass, Xavier Richard – Drums & Olivier Sousbie – keys). Non ci sono già date confermate e non è facile al momento trovare concerti per questa musica, ma speriamo di iniziare a fare qualche live l’anno prossimo.

E cosa mi dici dei tuoi piani futuri? Produrrai un seguito di “Stardust Requiem”?

Sarà difficile dare un seguito al disco, ma naturalmente sto lavorando a nuovo materiale. Stavolta però potrebbe essere un po’ diverso, ancora eclettico ma probabilmente un po’ più moderno, nell’esplorazione di altri orizzonti musicali.

Ti lascio come da tradizione la fine dell’intervista… grazie e a presto!

Grazie davvero, Renato, per l’intervista, e per dare ad artisti come me la possibilità di esprimere noi stessi, e molte grazie a tutti i lettori di MetalHead per l’interesse mostrato per la mia musica. Spero di tornare in futuro con qualche novità. Rock on!

(Renato de Filippis)

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