fotohellsguardianLa giovane formazione lombarda Hell’s Guardian ha appena pubblicato il proprio debut “Follow your Fate”, che qui su MetalHead ha riscosso pareri unanimemente positivi. Approfondiamo allora la nostra conoscenza di questa band con i fratelli Freddie e Dylan, rispettivamente chitarrista e drummer. Buona lettura!

Salve ragazzi, grazie per questa intervista e complimenti per “Follow your Fate”! Soddisfatti del risultato finale?

Freddie: Ciao Renato, grazie a te per averci dato questa possibilità di farci conoscere su Metalhead, e grazie mille per i complimenti. Direi che siamo davvero soddisfatti di “Follow your Fate”, è tutto ciò che volevamo, dalla produzione a cura di Fabrizio Romani, all’artwork di Jan Örkki Yrlund (disegnatore per band a livello mondiale come Manowar e Korpiklaani), alle parti che hanno eseguito i nostri ospiti/amici tra cui Lisy Stefanoni (Evenoire), Davide Cantamessa (Taste Hematic Chains), Mauricio Carrion (Taste Hematic Chains, Faust, Infinity), Fabrizio Romani (Infinity) e Sabrina Moles. Direi che il nostro primo obiettivo è stato raggiunto!

Qual è, a grandi linee, la storia della band? Da quanto tempo suonate insieme?

Dylan: Suoniamo insieme da ormai cinque anni circa. La band è nata nel 2009 da un idea di me e di mio fratello Freddie, a noi poi si sono aggiunti Cesare e Pietro. Inizialmente ci siamo presentati come cover band di gruppi come Ensiferum, In Flames, Amorphis, per poi incominciare a proporre brani inediti. Dopo varie esperienze live con band come Furor Gallico, Evenoire etc… nel 2013 ci siamo recati in studio di registrazione (Media Factory) per registrare il nostro primo album “Follow your Fate”.

Sarà che ormai ho la mia età, ma (come ho scritto anche in sede di recensione) vi sento molto più legati alle sonorità folk/battle metal che andavano forte sette o otto anni fa, piuttosto che al melodic death metal cui voi fate riferimento…

Freddie: Stiamo riscontrando questo problema del genere un po’ ovunque, ahaha. C’è chi dice che siamo più per le sonorità melodic death metal e c’è chi dice che siamo più sul folk/viking/battle metal, quindi mi sa che dovremo rivedere che genere facciamo, ahaha!

Fra le band italiane, non siete gli unici (anzi!) ad aver deciso di autoprodurvi e distribuirvi in modo abbastanza autonomo… come mai questa scelta?

Dylan: Semplicemente perché non abbiamo nessun contatto né contratto discografico e dopo vari tentativi abbiamo deciso che questo primo album era meglio autoprodurlo, per non avere influenze esterne o obblighi discografici. Per un futuro disco rivaluteremo il tutto.

E veniamo adesso ai brani che mi hanno convinto di più, sui quali vorrei qualche altro dettaglio… sono entrambi all’inizio della scaletta: “My Prophecy” e “Forgiven in the Night”!

Dylan: “My Prophecy” è stata la prima canzone ad essere composta da Freddie e Pietro, ed era presente sul nostro primo demo ma leggermente diversa, e sul full “length” l’abbiamo ripresa e modificata sia musicalmente sia come testo. Invece “Forgiven in the night” è stata composta da Freddie e Cesare, ed è anche uno dei nostri pezzi preferiti sia dal vivo sia su cd. Come in tutto il cd parliamo delle leggende del nostro territorio, in “My Prophecy” dopo la morte del re il figlio devoto al male porta nelle tenebre il regno che ha ereditato da suo padre, invece “Forgiven” è una storia che raccontava mio nonno, anime perdute di assassini che in estate vagano tra le vie del paese in cerca della pace eterna.

E che dire invece della conclusiva “Middle Earth”? Devo dedurre che siate dei discreti appassionati di “Lord of the Rings”…

Freddie: Sì, esatto, siamo tutti e quattro appassionati del “Signore degli anelli”. L’idea era di fare una cover degli Amorphis o degli Ensiferum, ma ci sembrava banale, quindi mi venne questa idea di riprendere i temi principali del film (ritenuto da noi un film da true metaller, ahaha!) e riarrangiare il tutto nel nostro stile; così nacque “Middle Earth”. Un ringraziamento va anche a Lisy Stefanoni che ha eseguito la parti di flauto e vocali.

Nella scena milanese c’è ancora posto per un progetto come il vostro? O trovate gli spazi chiusi da generi più di cassetta?

Dylan: Purtroppo non saprei perchè siamo un po’ lontani da Milano, esattamente siamo di Brescia, ahaha! [Cavolo è vero, scusate avevo letto male! nda]. Comunque in generale è sempre più difficile trovare opportunità per suonare dal vivo, questo è dovuto anche al fatto che molti locali stanno chiudendo a causa della crisi economica, e di conseguenza anche il pubblico è sempre minore.

Chiederei ora il vostro parere su tre bands che sento in qualche modo affini alle vostre sonorità (sperando siate d’accordo…): Ensiferum, Suidakra e King of Asgard.

Freddie: Direi che tra le tre band che hai citato la mia preferita sono gli Ensiferum, grande band di cui tutti noi quattro siamo fan! Dei Suidakra ascolto per esattezza due dischi (“Caledonia” e “Crogacht”), che dire? Ottima band! Dei King of Asgard sinceramente ascoltai solamente il singolo del primo disco (“Einharjar”) e mi era piaciuto un sacco, ma non saprei bene definirti questa band.

Cosa c’è ora nel futuro degli Hell’s Guardian? Qualche progetto già definito?

Freddie: Direi che il nostro primo obiettivo è stato raggiunto con l’uscita dell’album, ora il prossimo è quello di promuoverlo al meglio e quando sarà il momento giusto inizieremo a comporre per un futuro secondo disco.

La fine dell’intervista spetta naturalmente a voi, grazie per il vostro tempo e a presto!

Dylan: Speriamo di aver creato un buon lavoro e ci auguriamo che possa piacervi. Supportate il Metal italiano e… grazie per averci dato l’opportunità di farci conoscere!

(Renato de Filippis)

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