Fieri, arrabbiati e genuinamente heavy metal, gli Icy Steel si prestano alle nostre domande sul nuovo disco “Krònothor”, sulla situazione generale del metal in Sardegna e sul rapporto metal/videoclip in Italia. Buona lettura!

Salve ragazzi e benvenuti su MetalHead! Ho ascoltato con molto piacere “Krònothor” e l’ho trovato più simile al debut che a “As the Gods command”. Sbaglio?
Salve a te Renato e un mega saluto a tutti i lettori di Metalhead.it! Siamo onorati che il nostro nuovo lavoro ti sia piaciuto ma, in tutta sincerità, noi non pensiamo che vi sia qualche affinità specifica con il debut album in quanto, per la realizzazione di “Krònothor”, non ne abbiamo tratto ispirazione in nessun modo. Forse l’unico punto in comune potrebbe essere l’aver puntato molto sulle atmosfere, ma anche in questo caso è stata una scelta che va ben oltre l’influenza dei  nostri vecchi lavori. Chiaramente ognuno poi ci vede quello che meglio crede.

Per chi non vi conosce ancora, facciamo una rapida presentazione della band e delle vostre recenti attività?
La band nasce ufficialmente nel gennaio 2005 da un idea di Stefano. Sin da subito il sound che ha caratterizzato gli Icy Steel è stato Heavy Epico con moltissime influenze dalla musica celtica e con l’uso in moltissime parti di pezzi acustici. La necessità di trovare allora un nome vincente, una parola chiave, epica, eccitante e incisiva allo stesso tempo fu imminente. ICY STEEL fu la giusta scelta in quanto incarnava la freddezza nordica e epica dell’aggettivo “Gelido” e la durezza tagliente e Heavy Metal dell”Acciaio”. Suonava bene. Rilasciammo quindi per la label tedesca Pure Steel Records il nostro primo album dal titolo “Icy Steel” uscito nel 2007. Con l’andare del tempo rilasciammo sempre per la Pure Steel nel 2010 “As The Gods Command” supportati da due turnisti sia per le registrazioni che per alcuni live di promozione, aprendo fra tanti Pino Scotto (Ex voce dei Vanadium). Fu poi con l’entrata di Pietro Bianco e di Flavio Fancellu in veste ufficiale che gli Icy Steel potettero dedicarsi alla composizione e alla registrazione di “Krònothor” uscito per la My Graveyard Productions nel Settembre del 2012. Con la formazione attuale gli Icy Steel hanno avuto l’opportunità di aprire altre band importanti del panorama metal internazionale come Labyrinth e Raven. Ora gli Icy Steel sono impegnati nella promozione ufficiale di “Krònothor”!

In diversi pezzi di “Krònothor” (a proposito: che cosa significa il titolo?!?) ho notato qualche elemento folk… come mai queste ‘concessioni’ a sonorità che, per quello che posso ricordare, non avete percorso nei primi due dischi?
Il nostro lavoro come band è quello di ‘progredire’. Non amiamo l’essere ripetitivi e fossilizzarci su qualcosa che rischierebbe di limitare la nostra creatività, e finché avremo cose da dire ed emozioni da tramutare in musica, allora continueremo in questo senso. Gli Icy Steel si lasciano trasportare per prima cosa da quello che provano e da ciò che sono e “Krònothor” secondo noi ne è la prova più lampante fino ad ora. Chiaramente nel comporre ci vuole anche un certo criterio e quindi bisogna saper comunque ponderare al meglio le varie evoluzioni del pezzo mettendo anche quel po’ di malizia che piloti il brano in un senso logico e che non lo lasci fine a sé stesso. Sì, per quanto riguarda le influenze, in effetti, ci sono alcuni elementi che possiamo definire ‘folk’, alcuni voluti e altri meno ma in definitiva niente di studiato troppo a tavolino, solo elementi che pensavamo potessero stare bene per sottolineare ed avvalorare certe tematiche o certe atmosfere. “Krònothor” doveva essere un po’ (almeno per noi) un album rivelazione, una sorta di prova compositiva e di esame di maturità, qualcosa per autoconfermare i nostri intenti. Il nome ‘Krònothor’ è volutamente composto dai nomi di due divinità ben distinte sia come cultura che come significato: Kronos (dio del tempo per la cultura greca) e Thor (dio del tuono per la cultura norrena). Mischiando dunque questi due elementi Kronos=Tempo e Thor=Tuono=Forza (essendo un dio rappresentante anche la forza) e togliendo la “S” di Kronos abbiamo pensato a ‘Krònothor’, un unico nome per intendere “La Forza del Tempo”. Inserendo poi un accento sulla prima “O” del nome (cosa che si nota soltanto in copertina) abbiamo un tocco più arcaico, che dà quasi come l’enfatizzazione di una lingua difficile da pronunciare, come una cosa senza tempo e a sé stante. Tutto questo avvalora anche il nostro intento di ricreare un nome unico e personale, una sorta di nome proprio, come se fosse qualcosa con una precisa identità; ad esempio riferendoci ad un antico tomo che pur se inanimato è contemporaneamente molto importante e quindi degno di ‘nome”. Si pensi, ad esempio, alla spada Durlindana e al corno Olifante dell’”Orlando Furioso”, il concetto mira ad essere lo stesso.

Parliamo dei brani che mi hanno maggiormente colpito: “The War within” e “Astrologic Centuries”. La vostra ricerca musicale procede in diverse direzioni…
Difficile dirlo a dir la verità, anche se in effetti è una cosa evidente perché di ricerca musicale si tratta ma il flusso creativo rimane tale. Semplicemente gli intenti sono sempre più o meno quelli ma la maturità è diversa, oppure sarà dato dal fatto che in base ad alcune liriche cresce la musica…Rimane il fatto che “Krònothor” vede tante teste pensanti al suo interno che mettono la loro personalità nei brani quindi molti brani risultano diversi da altri e diversi magari dal resto. Per esempio “The War within” è un pezzo proposto originariamente nella sua vena più grezza da Roberto e Pietro sia nelle musiche che nelle liriche, lavorato e confermato insieme in un secondo momento; e “Astrologic Centuries” è una proposta di Stefano, anche questa arricchita poi da tutti. Rimane il fatto che nella proposta dei pezzi le menti sono varie e quindi è varia anche la loro identità… Possiamo ritenerci una band davvero completa in quanto ognuno lavora ai pezzi e ognuno li propone.

“An epic Love”, invece, è dedicata ad una persona in particolare?
Sì. “An epic Love” nasce per una persona in particolare essendo un pezzo proposto originariamente da Stefano e poi rielaborato da tutti gli Icy Steel al completo… il pezzo dunque originariamente fu dedicato a Eleonora, compagna di Stefano. Con le prove in sala per inserire il pezzo nell’album tutti diedero comunque il loro stampo inserendo poi man mano le loro idee all’interno del brano. “An epic Love” è il brano romantico dell’album che è facilmente estendibile al Grande Amore di ognuno di noi, il tutto in una chiave Epic Folk che se vogliamo ha anche un sapore da ‘serenata’. Siamo dei grandi amanti dell’acustico e in “An epic Love” (come d’altronde in tutto “Krònothor”) pensiamo che questo sia chiaramente visibile. Non nascondiamo affatto la nostra vena romantica e malinconica ma anzi facciamo di tutto affinché questa cosa diventi un’ottima carta vincente nella composizione dei nostri pezzi.

Quanto è difficile suonare heavy metal nella vostra bellissima Sardegna? I vostri conterranei Holy Martyr si sono addirittura decisi per il trasferimento in massa a Milano! Avete la possibilità di esibirvi regolarmente?
Posso parlare con certezza per quanto riguarda tutta la provincia di Sassari, e anche per il nord Sardegna in generale, quando dico che un vero incubo, è il fattore ‘infrastrutture’ per un genere musicale come il Metal; e la scena underground non è la sola a risentirne.
In Sardegna mancano i posti dove poter esibirci, le strutture dove si può suonare si possono contare sulle dita di una mano, per poter esibirsi in una maniera un po’ più assidua ci si deve per forza accontentare di fare delle magre e tristi serate nei bar dei paesi della provincia. La situazione economica poi è quella che è, la gente si sposta poco perché la maggior parte non lavora e non ha soldi, inoltre le rigide leggi sulla guida in stato di ebbrezza fanno sì che il numero delle presenze ai concerti cali ancora di più. Per quanto riguarda gli Holy Martyr non sappiamo se la loro scelta di trasferimento è stata dettata in primis da loro fattori personali oppure è stata fatta proprio per perseguire le esigenze di una band ambiziosa che in Sardegna trovava intoppi, ma sicuro è che qui da noi la situazione è critica e forse per molte cose hanno fatto una buona scelta.

Sarei felice di sapere cosa pensate di questa new wave di metallo classico in Italia: come giudicate il lavoro di Axevyper, Menace, National Suicide, Megahera e compagni? Quasi tutte formazioni, tra l’altro, che sono vostre compagne di etichetta…
Le band in questione le conosciamo avendo ascoltato un paio di pezzi su internet e abbiamo rispetto per loro in quanto fanno della buona musica… sottolineiamo il fatto che comunque gli Icy Steel si distaccano un poco dalle band menzionate in quanto hanno un percorso artistico leggermente diverso da quanto si sente dai pezzi… Gli Icy Steel, di fatti, anche se votati a certe sonorità se vogliamo ‘vintage’ non sono proprio sulla stessa scia stilistica in quanto facenti un genere un tantino più votato alle sonorità più epiche. Sia chiaro però: L’Heavy Metal è la chiave che abbiamo in comune tutti!

Dato che è la nostra prima intervista, avrei una domandina su un vostro vecchio brano che mi ha sempre molto colpito: mi spiegate testo e atmosfere di “Me, River”, dal vostro debut?
“Me, River” è tutt’ora uno tra i pezzi che colpisce di più l’ascoltatore sia per un fattore di semplice orecchiabilità che anche per le atmosfere epiche e malinconiche che esso sprigiona. Il pezzo si incentra su una tragedia, infatti narra di un guerriero che, oppresso dal senso di colpa dall’aver erroneamente ucciso in battaglia un innocente bambino, non trova pace e allora camminando sulle sue sponde chiede consiglio al Fiume. Il Fiume lo rincuora e gli dice che nulla è perduto e che se vuole trovare pace e rimediare all’errore commesso, l’unico modo è farsi cullare dalle sue correnti. In pratica il Fiume accoglie con se il guerriero affogandolo. È un modo per far notare l’onore perso dei giorni nostri tant’è che non sopportando il dolore di questa disgrazia e con il grande onore personale che vale più di ogni cosa, il guerriero decide di porre fine alla sua vita. La storia del pezzo è narrata dal Fiume e, secondo noi, è stato un modo un tantino più originale per poter trattare tale tema. Il brano è caratterizzato da atmosfere molto epiche e avvincenti ma allo stesso tempo racchiude un tono decadente e, come gran parte dei nostri pezzi, fortemente malinconico.

Avete mai pensato alla realizzazione di un video per promuovere la vostra musica? Molti vostri colleghi lo stanno facendo, anche a zero budget, e i risultati sono mediamente migliori rispetto a solo un paio d’anni fa…
Ci abbiamo pensato e anche provato ma non siamo quelli che fanno le cose in fretta e quando sarà il tempo di farlo gli Icy Steel lo faranno. C’è, ovviamente, sempre il problema economico che come una bestia affamata azzanna le bands in questi casi ma, sinceramente, quello è uno dei tanti aspetti che ci hanno fermato nel realizzare un videoclip. Possiamo dire che con grandissima probabilità il videoclip si farà ma ancora non sappiamo quando. Ci andiamo piano sulle decisioni lavorative ponderando bene ogni fattore e mai gettandoci a capofitto. Abbiamo visto e riconosciamo il grande lavoro che è stato fatto da varie bands, tra l’altro, con dei bellissimi risultati ma per ora preferiamo aspettare, perché per poter dare la stessa sensazione, in video come in audio, di quello che è la proposta degli Icy Steel il lavoro dev’essere all’altezza delle nostre aspettative. Ma anche in questo caso arriveranno delle news…

Vi lascio naturalmente la conclusione della recensione. Grazie per il vostro tempo e a presto!
Sembra ormai una prassi ringraziare per lo spazio concessoci, ma è un dovere farlo perché è sempre una grande opportunità poter parlare del proprio lavoro e della propria opinione liberamente, e in questa intervista, Renato, ti siamo grati di poterlo fare ancora una volta. Siamo alla nostra terza fatica che, in questa avventura, abbiamo deciso di chiamare “Krònothor”. ‘Krònothor’ come la forza del tempo e della sua persistenza, sperando che proprio il tempo (come il supporto dei nostri fan sempre in crescita) avvalori e confermi la nostra proposta artistica. Stay True! Stay Icy!

(Renato de Filippis)

Rencesione