fotoIrreverence1Con alle spalle diciannove anni di onorata carriera, tornano sul mercato gli Irreverence con “Shreds Of Humanity”, un ulteriore salto di qualità di una delle thrash metal bands più rappresentative in Italia. Ho avuto il piacere di parlare con un disponibilissimo Ricky Paioro, cantante, chitarrista e fondatore del gruppo.

Ciao! Vorrei innanzitutto complimentarmi per il vostro ultimo album “Shreds Of Humanity”, davvero una notevole mazzata, potente e molto tecnico allo stesso tempo. Come procedono finora le vendite?

Ricky: Grazie mille Matteo, credimi ce l’abbiamo messa tutta..e a giudicare dalle tue parole ci siamo riusciti! Dobbiamo ancora ricevere i primi feedback di vendita dalla nostra etichetta, ma credo e spero che le cose stiano andando bene per quanto possano andare bene in un mercato (quello discografico) che è ormai in agonia.

Sono rimasto piacevolmente impressionato dalla produzione, con suoni ben definiti ma con un’aggressività selvaggia e molto “live”. Come avete ottenuto questo sound?

Ricky: La maggior parte del merito và a Tommy (Talamanca) che è stato capace di capire quello il mood che stava dietro alle nostre songs e tirare fuori il giusto sound per farle rendere al meglio. Con Tommy ci siamo capiti subito, merito anche della grande professionalità con la quale ci ha accolti e del grande lavoro preventivo che abbiamo fatto prima di entrare in studio.

I vostri brani presentano soluzioni variegate che convergono nel thrash metal. È frutto delle influenze di ogni singolo membro? Qual è il vostro iter compositivo, come nasce un vostro brano?

Ricky: Esattamente. Sia Eros che Stefano hanno contribuito in maniera determinante alla sviluppo del sound che puoi sentire nel disco. Con Stefano abbiamo subito trovato un grande feeling in fase compositiva, dimostrazione ne è il fatto che alcuni brani del disco sono stati scritti a quattro mani da me e lui. Eros ha dato una grande mano in fase di arrangiamento dei brani, contribuendo in maniera determinante al prodotto finale. Non c’è uno schema preciso. Di solito tutto nasce da qualche idea o qualche riffs portato in sala prove su cui poi lavoriamo tutti insieme.

Nell’album del 2010 “Upon The Ashes” avete avuto un ospite d’eccezione: il leggendario Tom Angelripper che ha prestato la sua voce sul brano “Echoes Of War”. Com’è stato lavorare con un mito del genere? Avete qualche aneddoto curioso da raccontare? Avete in programma altre collaborazioni, anche con artisti con uno stile più distante dal vostro?

Ricky: Sono e siamo sempre stati dei grandi fan dei Sodom per cui puoi immaginare com’è stato trovarci un giorno, dopo tanti anni di lavoro, a collaborare direttamente con Tom. Duettare con lui su “Echoes Of War” forse è stato il punto più alto della mia carriera con gli Irreverence. Una persona fantastica, sia umanamente che musicalmente, non credo si debba aggiungere altro. Avendo lavorato a distanza non siamo stati a contatto diretto nelle fasi di registrazione delle lyrics, ma di aneddoti ce ne sono eccome, soprattutto legati alle volte con cui abbiamo avuto la fortuna di condividere il palco con loro. Come a Bologna alla prima edizione del Rock Hard Festival, quanto Tom non volle più scendere da palco tanto era divertito e contento e dopo aver eseguito le due cover che avevamo pianificato insieme e fummo costretti ad eseguire anche una versione di “Ace Of Spades” fuori programma! Potessi decidere io…Lemmy sarebbe sul nostro prossimo disco!

Siete in giro dal 1995, un periodo in cui la scena Italiana era frammentata e campanilista con gruppi che anziché collaborare tra loro preferivano essere rivali. È cambiato qualcosa in questi diciannove anni? Come vedete la scena attuale?

Ricky: Purtroppo è un trend e un modo di gestire la scena tra le bands che non accenna a cambiare, anzi. Ritengo che l’Italia possa contare su un’ottima scena Thrash Metal. Il problema rimane sempre il medesimo. L’esterofilia diffusa e spesso e volentieri ingiustificata dell’audience, e l’invidia che regna sovrana tra le bands nostrane. Entrambi piaghe che alla stato attuale delle cose sembrano in debellabili. Ti citerei band che, mio malgrado, sono e purtroppo rimarranno in ambito underground. Ci sono bands di assoluto valore che non hanno la possibilità e gli spazi per poterlo dimostrare ad un pubblico legato ai soliti “dinosauri” che ormai hanno detto tutto quello che dovevano dire musicalmente, e che campano esclusivamente del brand che li ha resi grandi a loro tempo.

Grazie mille per il tempo concesso. Lascio concludere a voi con un messaggio ai vostri fans e un saluto ai lettori di METALHEAD.IT. A voi la parola.

Ricky: Grazie a te Matteo. E’ grazie a realtà come la vostra che esiste ancora una scena in Italia. A breve annunceremo le date del tour e speriamo di vedere te e i vostri lettori sotto il palco. Non ve ne pentirete, è una promessa.

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(Matteo Piotto)