I Jolly Power sono una band italiana che negli anni ’90 ha totalizzato una reputazione di tutto rispetto. Fu il grande demo-album “Like an Empty Bottle”, diciassette anni fa, a portare grande attenzione verso questi rockers. Ora Street Symphonies ha trasferito in CD il demo, con alcune tracce aggiuntive, e l’evento ha ridato nuova linfa ai Jollys. In queste righe il chitarrista Lucky Chiva racconta il passato, cosa è il presente e quale futuro aspetta i Jolly Power.

Ciao Lucky Chiva, ti ringrazio per questa intervista. In queste ore (la notizia è di alcuni giorni fa, nda) ho letto di alcune voci sulla band, in particolare sulla lineup. Puoi dirmi al momento chi c’è nei Jolly Power?
Ciao Alberto, e grazie a te per l’interessamento In questa fase che potremmo definire di creazione dei Jolly Power “Mark V”, ai tre componenti della line-up storica, ovvero il sottoscritto alla chitarra, Maxx Dynamite alla batteria e l’unico originale inimitabile, Elia alla voce, si affiancano Alex al basso (che è con noi dalla dipartita di Bely a metà anni 2000) e, last but not least, abbiamo aggiunto alla seconda chitarra Rikk che proviene dagli amici Cathouse, e che mi aiuterà a sostenere il sound dei Jolly Power, che nelle loro ultime incarnazioni prevedono due chitarre per alzare il tiro e rompere più timpani possibile!

“Like an Empty Bottle…Again!” è stato accolto con numerosi consensi, soprattutto spinto da chi in quegli anni vi ha ascoltato direttamente. Credo che questo significhi che avete fatto qualcosa di importante.
Così sembra anche se (e credo riguardi tutti i musicisti) non si è mai totalmente soddisfatti di quello che si produce. All’epoca eravamo consci di aver realizzato un demo-album decisamente sopra la media; il fatto che oggi, 17 anni dopo, venga ristampato in CD e riceva consensi anche da chi non ci conosceva non fa che confermarmelo. Like An Empty Bottle fu il demo che ci permise di guadagnare una certa notorietà in quegli anni, che ci portò all’attenzione della stampa, e ci motivò e spinse decisamente nella direzione che portò poi all’uscita del nostro primo CD Fashion Milk & Smokin’ Pills, inaugurando il nostro “periodo d’oro”.

Arrivavate tutti da esperienze, hard rock, glam, sleaze rock e cose del genere? Puoi dirmi anche cosa significava fare rock ‘n roll negli anni grigi del grunge?
Guarda, per noi non è mai stata una questione di etichette o generi musicali. Volevamo semplicemente metter su una rock’n’roll band e fare più casino possibile, poi sta agli altri che ci ascoltano definirci. Successe che all’incirca nel 1991, quando la scena rock/metal degli anni ’80 era già bella che agonizzante e gli squali delle major discografiche si buttavano sul fenomeno Grunge, io e Maxx comprammo i nostri primi strumenti musicali. Subito iniziammo a cercare altre persone come noi alienate dalla tranquilla normalità della vita di provincia e ci buttammo in uno scantinato adibito a sala prove, prima ancora di saper suonare, ma pestando come fabbri e scoprendo un nuovo eccitante universo da esplorare. Ricordo che la nostra prima esecuzione come gruppo fu “C’mon Everybody”, nella versione di Sid Vicious. Le esperienze, più sleaze che glam (termine in cui non ci riconosciamo) a dire il vero, maturarono poi gradualmente da quelli che erano i nostri ascolti musicali all’epoca. In questo senso “Like An Empty Bottle” credo possa considerarsi la nostra opera più influenzata dallo sleaze rock del periodo.

Mi racconti come è nata la reunion del 2006 e i conseguenti cinque pezzi aggiunti poi in questa riedizione del vostro demo?
Mah, sai, in verità più che reunion il punto è che non c’è mai stata una vera e propria separazione. Siamo arrivati ad un periodo in cui, per forza di cose, l’impegno come band s’è andato allentando fino a che ci siamo presi una pausa. Il crescere, fare nuove esperienze lavorative, in alcuni casi metter su famiglia, per un certo periodo ha occupato la maggior parte del nostro tempo. Ma i Jolly Power sono sempre stati nei nostri pensieri, aleggiavano attorno a noi, ed aspettavano solo il momento propizio per ripartire. Il che avvenne, la prima volta, appunto attorno al 2006 in cui avemmo l’occasione di ricominciare a fare ciò che amiamo di più. In quel periodo buttammo giù anche un po’ di materiale nuovo, decisamente più ruvido e sanguigno, che rappresentava la naturale evoluzione della band. Ne seguì poi un altro momento di pausa, ma i Jolly Power sono come una famiglia deviata, di cui magari ci si vergogna a volte, ma alla fine troveranno comunque il modo per riunirsi, magari per il giorno del ringraziamento o per Natale. E allora sono cazzi per tutti…

Come si è concretizzata la possibilità di portare sul mercato “Like an Empty Bottle” e che ruolo ha avuto la Street Symphonies?
In verità ti dico, alla ristampa in CD di “Like An Empty Bottle” ci stavamo pensando da parecchio tempo. C’è sempre stata una certa richiesta in tal senso dai fans, dato che la cassetta originale è abbastanza introvabile e i brani non erano mai stati passati su supporto digitale prima. Già nel 2006 avemmo l’idea, ma poi per tutta una serie di eventi e concatenazioni varie, il CD di “Like An Empty Bottle… Again!” si è concretizzato solo recentemente, grazie all’aiuto dei tipi di Street Symphonies, che è una piccola etichetta ma molto agguerrita che punta molto sui gruppi italiani ed europei ed ha abbracciato senza riserve e con entusiasmo l’idea della ristampa.

A questo punto quali sono le prossime mosse per i Jolly Power?
Cavallo in C5 e alfiere in E6! Seriamente, ora come ora stiamo dandoci sotto con le prove che c’è un po’ di ruggine da scrollarsi di dosso e bisogna ricreare alcuni automatismi anche inserendo Rikk nella band che si è unito a noi da poco. Poi ovviamente c’è stato il rientro di Elia, che ho reincontrato quasi per caso durante l’ultimo tour di Alice Cooper e dopo aver sentito della ristampa di “Like An Empty Bottle” ha voluto esser nuovamente della partita, anche quello è un elemento su cui lavorare, dato che nei nostri album più recenti le vocals sono state invece appannaggio di Bely. Stiamo facendo insomma un mix del meglio dei Jolly Power vecchi e nuovi reinterpretando tutto con lo spirito odierno della band, e aggiungendoci qualche extra. Ovviamente l’idea è quella di tornare on stage appena possibile, quando se ne presenterà l’occasione, stiamo lavorando in questa prospettiva e ti assicuro che non vediamo l’ora!

Vi siete esibiti dal vivo in lungo e in largo, ma anche con band di una certa reputazione: Puoi elencarcele e aggiungere le tue impressioni su di loro e cosa hanno detto loro di voi?
Tra i gruppi con cui abbiamo condiviso il palco ricordo The69eyes, The Quireboys, Hollywood Teasze prima e successivamente anche Demons e Alabama Thunder Pussy per gli stranieri. Ma anche e soprattutto tantissime ottime band italiane che non avevano nulla da invidiare (se non la provenienza) ai gruppi sopracitati. Come i The Last Bandit, i Maxx Dolls, i Nasty Licks, gli Smelly Boggs. Ho tanti bei ricordi dei momenti passati con queste bands. E naturalmente ci piacerebbe ancora avere l’occasione di suonare con tante altre bands italiane, tipo gli STP per esempio, che sentiamo piuttosto vicini a noi musicalmente. Tantissime cose si potrebbero raccontare, ma dovendone pescarne una in particolare, ti racconterò un aneddoto sui 69 Eyes. Dopo la prima data italiana che gli fissammo, con loro appena risaliti sul furgone in procinto di rientrare alla base, ecco che Jyrki (vocalist) si siede accanto a me, mi guarda serio e dice: “Elia is born to be a singer!”.

Il vostro sound riesce ancora ad attecchire perchè io credo, e tante volte l’ho sottolineato recensendo i dischi della Street Symphonies e della Logic(il)logic,che in sostanza è rock ‘n roll. Ovvero qualcosa che è senza tempo e prende direttamente l’anima. Il grunge, per esempio, ora è qualcosa di antologico e amorfo. Mi sbaglio?
Sono d’accordo, in se il rock’n’roll è qualcosa di abbastanza senza tempo, e non passa mai di moda nella sua essenzialità e schiettezza. Nonostante alcune correzioni stilistiche e diversi cambi di line-up, alla fine, i Jolly Power possono semplicemente essere considerati una rock’n’roll band, di base. Cambia il periodo storico, le influenze, le mode, ma l’anima del rock è sempre la stessa, che si tratti di Chuck Berry o dei Foo Fighters, poco importa. It’s only rock’n’roll, and I like it! Sul Grunge non mi pronuncio definitivamente, è vero che è stato essenzialmente ridotto ad un fenomeno modaiolo, ma non senza valide eccezioni e bands oneste che meritano comunque rispetto.

Per me è stato un vero piacere realizzare questa intervista e ascoltare l’album. Grazie infinite. Lascio a te la chiusura di questa chiacchierata.
Grazie a te dell’interessamento, sono contento che l’album con i suoi vari extra ti sia piaciuto, e spero che piaccia a tutti i fans italiani, cosi da venderne a pacchi ed entrare subito in studio per un altro album a cui seguirà l’immancabile conquista del mondo!! Ah ah ah, dai ragazzi ci si becca in giro live, speriamo presto, e se vi va venite a farci un saluto sul nostro Facebook ufficiale: www.facebook.com/TheJollyPower e stay rock sempre, buona musica e buone vibrazioni. Ciao!

Alberto Vitale

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