La Strange è una cantante ed è anche una rocker, lo si capisce dal suo carattere deciso e dal debutto “Queen of Disguise”. Anche il video omonimo dell’album lascia intuire la sua combattività. Ora Angela Castellani (questa la sua identità) racconta a Metalhead.it l’impegno profuso nel costruirsi una credibile carriera musicale.

Cominciamo proprio dall’inizio, come hai conosciuto il produttore James D. Bell?
L’ho conosciuto grazie al mio attuale batterista Leonardo Rizzo che all’epoca si trovava a Londra.
Leonardo gli ha dato un mio demo con alcuni pezzi e Jim dopo pochi giorni mi ha richiamato, dicendo che trovava interessante il mio materiale e che gli sarebbe piaciuto poter collaborare.

Avete lavorato su un nucleo di canzoni già esistenti oppure avete composto strada facendo?
Si come ti dicevo, io avevo diverso materiale nel cassetto da un po’ di tempo…Alcuni brani come “Far Away” e “Keep Goin’ On” erano già nel demo che ascoltò James originariamente. Ho voluto lavorare su alcuni brani di vecchia data,  perché mi erano particolarmente cari ed avevano un significato profondo per me. L’unico brano deciso in itinere è stato “Give Into Me”, la cover di Michael Jackson, tutti gli altri brani che si trovano nel disco erano stati composti precedentemente al nostro incontro.

Nella recensione ho posto l’accento su alcuni pezzi in particolare, ma quale canzone in realtà è stata quella che ha richiesto qualcosa di più?
Per quanto riguarda gli arrangiamenti direi “Keep goin’on”, il brano originariamente era piuttosto essenziale ed il pianoforte era lo strumento principale del brano, era molto vicino ad una classica ballad piano e voce. Dal punto di vista dell’arrangiamento vocale e dell’esecuzione invece il brano più impegnativo è stato “Give Into Me” di Michael Jackson. Ho dovuto infatti modificare leggermente la melodia originale ed aggiungere cori per renderlo più credibile e più vicino al mio stile. La vocalità utilizzata da Michael in questo brano infatti è talmente unica e particolare che non può essere in alcun modo imitata. Ho dovuto combattere inoltre con un grande timore reverenziale, nei confronti di questo artista e fino all’ultima registrazione ho temuto di non riuscire a rendergli omaggio e di essere “punibile” per questa scelta piuttosto azzardata.

Puoi dirmi cosa indica il titolo dell’album e darmi una panoramica sui testi?
Il titolo richiama la mia personalità un po’ camaleontica e la mia abilità soprattutto, di nascondere nella vita quotidiana e al mondo esterno i miei momenti di tristezza e le mie debolezze che invece sono descritti nei brani. Nel disco parlo del mio passato e affronto alcune tematiche “scomode” che purtroppo ho conosciuto da vicino, come la violenza domestica, fisica e psicologica. Nei testi sono descritti tutti i miei sentimenti più intimi dalla rabbia e l’odio per chi ha commesso dei gravi errori alla pietà e al perdono.

Ho visto un video tempo fa, venivi intervistata nell’ambito di un concorso-manifestazione legato a Sanremo. Devo dire che quella persona con occhiali e altra acconciatura è la stessa del video di “Queen of Disguise” e che sento nell’album. Voglio dire che la tua carica è ben evidente e ti  vedo cantante e rocker sempre e comunque.
Si direi “Intervista a tradimento”, avrei tolto gli occhiali altrimenti! Scherzi a parte, mi sento rocker e rock nell’amina. Svolgendo questa professione da anni, mi trovo spesso a dover cantare altri generi che per altro mi divertono e mi piacciono. Ma la passione per il rock rimane sempre la più viscerale ed istintiva. Credo, senza voler sembrare presuntuosa, di poter dire di avere un atteggiamento rock, quindi energico e deciso anche nei confronti della vita in generale.

Quella cover di Michael Jackson…perché proprio quel brano?
Anzitutto perché è uno tra i miei preferiti, poi era già originariamente un brano dal sound rock e “scuro” che poteva stare bene nel contesto del mio disco.

Ma tu cosa ascolti, quali sono gli album che metti su spesso?
Io ascolto di tutto, e dipende dal momento e dalla giornata…Spazio molto ovviamente dal classic rock (Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Judas Priest, Ronnie James Dio…), al blues, dagli standard jazz al funk soul. In questo momento sto ascoltando parecchio Bobby McFerrin per le sue straordinarie qualità vocali e abilità d’improvvisazione, Ella Fitzgerald, Elvis, e Janis Joplin. Almeno una volta a settimana però non manco di ascoltare esclusivamente per piacere e rilassarmi, “Lean Into It” dei Mr. Big e “1987” degli Whitesnake. Attualmente mi piacciono molto anche Alter Bridge e Avenged Sevenfold. Credo che per un musicista sia molto importante e vitale ascoltare un po’ di tutto e cogliere il meglio e il bello di ogni stile.

Hai una voce bella e personale, hai fatto un album privo di fronzoli e davvero rock, ora come si muove la macchina organizzativa che ti supporta e su cosa si lavora?
Ora stiamo lavorando soprattutto sull’aspetto dei live. E’ d’importanza fondamentale ora suonare dal vivo e portare il disco ovunque si possa arrivare!

Grazie infinite, i lettori ti stanno leggendo a tocca a te dire loro qualcosa per concludere.
Oltre a ringraziare Metalhead per lo spazio concessomi, vorrei ringraziare Stefano dell’Atomic Stuff che sta facendo un lavoro splendido e che fin dal nostro primo incontro ha creduto nel mio progetto. Vorrei poi dire a tutti coloro che leggeranno questa intervista che il loro supporto e il loro l’entusiasmo sono linfa vitale per noi artisti emergenti, quindi gli sarò grata se qualcuno troverà 5 minuti per visitare il mio sito e cliccare un “mi piace” sulla mia pagina facebook. Grazie mille
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Alberto Vitale

recensione:  https://www.metalhead.it/?p=3028