fotomementowaltzIn occasione dell’uscita di “Division by Zero”, disco che noi di MetalHead abbiamo particolarmente apprezzato, abbiamo avuto occasione di fare due chiacchiere con il singer dei Memento Waltz Marco Piu. Oltre che dell’album, discutiamo delle logiche del mercato e della situazione del metal in Sardegna. Buona lettura!

Salve ragazzi, e grazie per il vostro tempo! Soddisfatti della risposta di pubblico e critica a “Division by Zero”?

Certamente, siamo molto soddisfatti. Sembrava dovessimo cavalcare la già interessante scia di “Antithesis of Time”, invece le cose stanno andando addirittura meglio!

Come mai, tra l’altro, la scelta di questo titolo, che non mi sembra abbia particolari richiami all’interno dei testi (ma potrei sbagliarmi, naturalmente)?

Tutto puramente casuale. Abbiamo colto un’emozione di un momento, un significato, un avvenimento informatico che di per sé rimanda ad una (forse?) impossibilità, quella della divisione per zero. Il filo conduttore nell’album e proprio la ricerca di paradossi e stranezze, pescandole dal passato, dal futuro o semplicemente dalla matematica.

Appunto sui testi: mi ha colpito molto quello di “Achille’s Paradox”, che ho personalmente interpretato come un tentativo di seguire fino in fondo le implicazioni del paradosso… che non possono portare che alla follia!

Assolutamente si, hai colto nel segno. Lo sviluppo della musica inoltre vuole “seguire” lo stesso ragionamento del matematico che ricerca la soluzione a questo incredibile quesito.

Sotto il profilo musicale, invece, i miei brani preferiti sono “Europa” e “Mechdreamer”, approfondiamo?

“Europa” mi ha affascinato per la sua esistenza tormentata, accostata alla possibilità di vita al suo interno. Il testo parte con l’essere descrittivo, fino all’accostamento alla mia personalità. Nella musica si esprime la stessa cosa. Essenzialmente il brano è diviso in due parti, una calma e una più aggressiva, che coincide col tormento portato dalla gravità che pianeta Giove esercita su Europa. Per quanto riguarda “Mechdreamer”, sono stato ispirato dal videogame Mechwarrior, almeno per il titolo, mentre il testo appunto parla di un robot che diventa senziente e lo nasconde al proprio creatore. Nella parte centrale soprattutto, appunto, proviamo a rappresentare il viaggio neuronale di questo nuovo essere senziente.

Ancora su “Europa”: credo che, come molti, siate affascinati dall’idea che sul lontanissimo satellite possa essersi sviluppata qualche forma elementare di vita…

Si, esattamente. Siamo affascinati da questi aspetti, come del resto tutto ciò che riguardi la microscopia e la macroscopia. Sono un’ispirazione determinante per i Memento Waltz.

Per te è una sfida interessante passare dal sound dei Red Warlock a quello dei Memento Waltz… a proposito: canti ancora nell’altra band?

Si si, ci canto ancora. La lineup è rimasta la stessa, però ora il progetto si chiama Negacy. Non parlerei di sfide. Se da un lato ragiono molto sui testi, nell’altro mi lascio andare al sogno irrazionale. Entrambe le cose però le vedo molto naturali ed interessanti da intraprendere.

E che mi dite sulla Sardegna? La vostra terra si presta meglio di prima all’espressione musicale ‘estrema’ del metal?

Assolutamente si. Ci sono tutti gli elementi: tranquillità e assenza di distrazioni metropolitane. Solo ora con internet ci stiamo un po’ uniformando alle masse nazionali ed internazionali, ma quando i Memento Waltz erano dei ragazzini, potevano scegliere tra giocare a calcio in cortile o suonare. Fortunatamente han scelto di suonare… tra l’altro con tutto il tempo libero e l’entusiasmo di un bambino.

Perché la decisione di produrre e distribuire il disco in relativa autonomia? Non avete trovato un’etichetta interessata? Proprio qualche giorno fa mi diceva Andy Menario dei Martiria che ormai le label tentano spesso di spillare soldi alle band giovani o comunque non dedite alla musica mainstream…

Abbiamo suscitato l’interesse di alcune ottime label, ma siamo poco propensi al compromesso e… abbiamo deciso di proseguire la strada dell’autoproduzione anche in questo album. Per il momento si sta rivelando la scelta giusta, grazie ai nostri fan. Per farti un esempio invece, per quanto riguarda i Negacy (che non hanno una base solida di fan e quindi di fondi) la ricerca di una label diventa una necessità ed infatti si, siamo caduti spesso in “offerte” che prevedevano il pagamento di ingenti somme.

Ci sarà occasione di vedervi un po’ in giro live? Presumo che essere isolani aumenti i costi e diminuisca le occasioni… o mi sbaglio?

Beh, andare all’estero ci costa meno di suonare in Italia, ma i costi sono sensibili per entrambe le destinazioni. A Luglio suoneremo al warm up dell’Headbanger Open Air in Germania, poi chissà! Cerchiamo anche gli eventi migliori, purtroppo lavoro e, appunto, distanze ci obbligano a valutare sempre bene dove andare.

La conclusione dell’intervista spetta naturalmente a voi, grazie per il vostro tempo e a presto!

Grazie Tante Renato, sei stato gentilissimo. Voi giornalisti siete una grandissima macchina di promozione per una band, ve ne siamo grati. Un saluto anche ai nostri fan… e per chi è curioso c’è sempre il sito www.mementowaltz.com ! A presto!

(Renato de Filippis)